Bene premettere che questa NON è una recensione. Anche volendo non sarebbe possibile perché ci sono film che non vogliono essere decodificati e quando si prova a farlo si oltrepassa il ridicolo facilmente. E quando troppe osservazioni oltrepassano il ridicolo di questi tempi nasce il dubbio che si rischi di assistere a qualcosa di molto intelligente. Per di più ho una debolezza scoperta per il surreale, amo i prodotti iper qualificati e incompresi, attendo gli alieni da un momento all’altro, me ne sto perfino occupando nel mio nuovo romanzo di imminente uscita e, sotto sotto, vorrei essere Wes Andersen, dato che il posto di Charlie Kaufman è rimasto –ahimé- occupato dal medesimo. Ci sono dei film che vogliono mirare a più livelli, e raggiungono lo scopo anche se felicemente nessuno ci capisce nulla; specialmente se la materia si inserisce in un filone di recente gestazione (forse i tempi del codice Haynes si erano attrezzati in modo simile ma chi può dirlo) dove si racconta qualcosa per dire qualcosa di assolutamente altro, specialmente se si usano con disinvoltura, sebbene e soprattutto contro una scenografia -mirabolante, incantevole- benché da graphic novel, termini come “isolamento”, “coprifuoco”, “scienza”, si pensi solo al miracolo di “Don’t look up” e poco ci sarà da aggiungere.
C’è poi il fatto che dentro c’è tanta roba, o almeno io ce l’ho voluta leggere… “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, Paris Texas, Melancholia, Le avventure di Wil Coyote e talmente tanti nomi di iper colti semisconosciuti della cultura mondiale buttati in un gioco del telefono per bambini che non fai in tempo ad appuntarli per verificarli. Mettici anche quattro bambini biondi in lutto, un geniale drammaturgo precocemente morto (e qui si apre l’infinita citazione dei film con intarsio di scene teatrali) e il cocktail è quasi pronto. Volendole identificare proprio due frasi chiave a chiave interpretativa tra le tante, eccole: “Segui la curiosità” e “Non ci si risveglia senza essere stati prima addormentati”. Tutto chiaro? A me no, l’ho amato per questo, come amo e vivo da salvifici tutti i giochi ipnotici. Cast stellare anch’esso e stordimento muto tra i tanti spettatori in sala all’anteprima, accorsi sperando forse in una dose maggiore di aria condizionata.
Asteroid City – Sceneggiatura e regia di Wes Anderson – con Jason Schwartzman, Scarlett Johansson, Tom Hanks, Jeffrey Wright, Tilda Swinton, Bryan Cranston, Edward Norton, Adrien Brody,Liev Schreiber, Hope Davis, Steve Park, Rupert Friend, Maya Hawke, Steve Carell, Matt Dillon, Hong Chau, Willem Dafoe, Margot Robbie, Tony Revolori, Jake Ryan, Jeff Goldblum, Sophia Lillis, Rita Wilson. – Anno 2023.