Arte e amicizia raccolti in una mostra virtuale

Carlo Levi e Piero Martina sono i protagonisti di un’esposizione dedicata alle loro opere e alla loro amicizia.

Il racconto di un’amicizia può passare anche attraverso le testimonianze, le creazioni rimaste. In questo caso sono le opere e i temi affrontati a parlare del legame di due artisti, protagonisti del Novecento.

P. Martina, Nudo nel grano, 1971 @fondazionecarlolevi

Quella della Fondazione Carlo Levi, con l’Associazione Archivio Piero Martina, è una proposta (inserita all’interno dell’ampio progetto Intorno al mondo di Carlo Levi) che non solo supera il tempo, ma direttamente anche lo spazio: Carlo Levi e Piero Martina artisti torinesi. Itinerario di un’amicizia è l’esposizione virtuale, accessibile dal 1° giugno 2024 sulla piattaforma della Fondazione, che rende disponibile la visione di una serie di opere di entrambi, divise per sezioni specifiche. Il progetto e i testi sono a cura di Daniela FontiAntonella Lavorgna e Antonella Martina.

Il filo conduttore è la loro esperienza e la comunanza di soggetti rappresentati, la passione per un’arte reale, vicina ai fatti e alla sostanza della vita. Sono entrambi torinesi, nonostante la differenza di età (una differenza di circa una decina d’anni) e di percorso (Levi è ricordato anche per il suo contributo politico e letterario, Cristo si è fermato ad Eboli ne è uno degli esempi più conosciuti), l’impegno artistico, però, li accomuna e avvicina. L’arte diventa mezzo di raffigurazione della realtà, aderenza, sintesi fedele, veridicità; figure e volti umani ma anche paesaggi, semplici scorci naturali.

Sono così esposti i dipinti che immortalano Torino tra i fumi delle fabbriche e le sue vie, una suggestiva e indistinta Mole Antonelliana, scene di vita familiare e quotidiana come nel caso delle opere La famiglia a tavola di Piero Martina o Il padre a tavola, Il fratello e la sorella di Carlo Levi. Ci sono poi i ritratti e i dipinti degli amici, come il Ritratto di Sergio Solmi o il Ritratto di Eugenio Montale di Carlo Levi. Entrambi i protagonisti della mostra hanno conosciuto e intessuto conoscenze intellettuali, politiche e letterarie come non poche. Lo stesso Levi, per esempio, visse una lunga relazione con Linuccia, la figlia di Umberto Saba. Fu lei stessa a istituire la Fondazione a suo nome.

Umanità, persone e personalità ma anche natura morta: ecco un’altra tematica che entrambi sviluppano in modo personale e ricercato. I Grandi fiori sparsi di Carli Levi sono accanto alle Rose bianche di Piero Martina in un vaso. I soggetti, qui raggruppati, sono caratterizzata dalla scomposizione degli spazi, degli elementi attraverso pennellate spesse, vive di colore, compatte, capaci di restituire l’idea della rappresentazione.

Altra consonanza di soggetti è la questione sociale a cui sia Piero Martina che Carlo Levi hanno prestato attenzione. Denuncia, testimonianza e racconto delle condizioni di vita dei lavoratori, delle operaie (Martina in modo particolare, un esempio è la serie delle tessitrici) e della vita all’interno delle fabbriche.

La loro ricerca si lega, allo stesso tempo, anche al ricordo, alla lotta, all’appartenenza: viene proposto Il partigiano, da Delacroix di Piero Martina, ma anche la realtà contadina presentata da Levi con Qui nascono. I toni riportati sulle tele si fanno scuri, soffusi, pesanti, quasi a voler restituire allo spettatore la gravosità, la fatica, l’alienazione di quella precisa condizione. I visi della gente esprimono durezza, sofferenza, spirito d’unione nonostante l’anonimato.

L’aspetto umano viene ulteriormente approfondito con una serie di tele dedicate al nudo e al paesaggio: i due autori espongono i loro stili personali e il loro modo di vedere e rappresentare l’esterno. La figura umana si amalgama a ciò che la circonda, come in Nudo nel grano o Nudi nella vigna verde di Piero Martina. Lo scrittore torinese, invece, è presente con Booz e Piccolo Narciso.

Niente particolari o dettagli, ma solo colore combinato con la forma di una pennellata vigorosa, che riporta i tratti generali dei paesaggi, di una natura spontanea e semplice, figure indeterminate. Torna il tema della concretezza, della realtà, di una materialità casuale, terra terra. Un filo conduttore, sviluppato singolarmente, che è possibile riconoscere anche davanti allo schermo di un computer.

C. Levi, Narciso piccolo, 1965, @fondazionecarlolevi

Carlo Levi e Piero Martina artisti torinesi. Itinerario di un’amicizia è un’esposizione particolare, che avvicina queste due figure anche a chi non le conosce grazie ad una simulazione inedita (consiglio la visualizzazione a tutto schermo), accessibile che lascia delle informazioni e degli spunti da approfondire.

Un percorso fondato su una serie di tematiche in comune, sviluppate con uno stile proprio, in grado di descrivere i tratti sommari di un’amicizia che nutrì e influenzò entrambi. Un assaggio, una passeggiata “a distanza”, magari, per una possibile, futura visione dal vivo della loro produzione artistica.

Dal ciclo Intorno al mondo di Carlo Levi mostra virtuale – Carlo Levi e Piero Martina artisti torinesi. Itinerario di un’amicizia – Ciclo mostre a cura di Daniela Fonti e Antonella Lavorgna – Fondazione Carlo Levi

Immagine di copertina/in evidenza: Carlo Levi, Le officine del gas, 1926, @fondazionecarlolevi

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