Arlecchino? SI!

Al Teatro Nuovo di Verona lo spettacolo “Arlecchino?”, riporta in scena un Arlecchino insolito interpretato da Andrea Pennacchi e che non si può non amare.

Casa Pantalone, in scena gli attori. Attori nel vero senso professionale del termine, professionisti del 2025 che si destreggiano tra chiamate last minute, costumi di scena a basso costo ed improvvisi stress da palcoscenico. La commedia da rappresentare è Il servitore di due padroni, scritta nel 1745 da Carlo Goldoni …

V. Mazzucato, A. Pennacchi, A. Tringali, M.Mannino, M.Gobbo Diaz, M. C.Carobene e M. Artusi

La trama è la medesima dell’originale: Il mercante veneziano Pantalone de Bisognosi ( Valerio Mazzucato ) aveva promesso in sposa la figlia Clarice ( Margherita Mannino ) al signore Federigo Rasponi di Torino. L’improvvisa  morte dell’uomo, avvenuta per duello contro Florindo Aretusi, l’innamorato della sorella Beatrice ( Maria Celeste Carobene ), ha permesso a Pantalone di promettere la figlia all’ innamorato Silvio ( Miguel Gobbo Diaz ), come testimoni l’amico e locandiere Brighella ( Marco Artusi ) e la serva di casa Smeraldina ( Anna Tringali ).

Tutto viene però interrotto dall’arrivo dello Zanni Arlecchino ( Andrea Pennacchi ) che annuncia il suo padrone Federigo Rasponi da Torino, tale persona in realtĂ  non è che la sorella di questo, Beatrice Rasponi, travestita da uomo e fuggita a Venezia per cercare il proprio innamorato Florindo ( Marco Artusi ), ricercato per la morte di Federigo. L’arrivo di Beatrice manderĂ  a monte il matrimonio di Clarice e Silvio scatenando tutte le ire di quest’ultimo.  Per uno scherzo del destino Arlecchino incontra Florindo e inizia a fargli da servitore, ritrovandosi a servire sia lui che Beatrice a loro reciproca insaputa; nel seguire due padroni contemporaneamente hanno inizio per il servo una serie di equivoci, colpi di scena e furbizie.

Tutto andrebbe secondo i piani se non fosse che in questo inizio di primo atto Arlecchino non c’è. “E come la faccio una valorizzazione veneta senza Arlecchino?” dice furioso l’imprenditore Pantalone.  In scena anche Smeraldina, Brighella, l’arrapato Silvio e la disgustata Clarice.

Ad un tratto l’arrivo dell’atteso protagonista che è tutto tranne che l’esempio dell’atletico Zanni.  “E questo sarebbe Arlecchino?” dice Brighella, “L’è sovrappeso” dice Silvio, “Ero il quinto Arlecchino sostituto della messa in scena Strehler” afferma orgoglioso l’attore, il pubblico ride fragorosamente ed è solo l’inizio…

Con la sua commedia Goldoni cercava di trasmettere un passaggio tra vecchia commedia dell’arte e nuova commedia dettando l’inizio della sua riforma teatrale e portando il tetro comico verso un nuovo approccio. A suo modo anche questo spettacolo Arlecchino? per la regia e sceneggiatura di   Marco Baliani    rappresenta un punto di svolta tra tradizione e nuovo.

Questo Arlecchino è peggio di tutti i suoi predecessori, fisicamente goffo, impacciato e soprattutto lamentoso della propria situazione da attore del XXI secolo, lamentele a cui volentieri si abbandonano anche gli altri professionisti della compagnia, sottopagati ed irrequieti.

La sceneggiatura resta fedele al classico pur ribaltandolo in alcuni momenti l’opera originaria stravolgendola completamente, passando dalle buffe proteste degli attori alle azioni piĂą tipiche della commedia goldoniana. Letteralmente si fluttua da un’atmosfera classica ad una piĂą moderna  con gli attori che “entrano” ed “escono” dal personaggio in continuazione, danzano e cantano sulle note delle musiche dall’apparenza improvvisata di Giorgio Gobbo eseguite dal vivo dal duo Sordi di Matteo e Riccardo Nicolin ( il primo alla chitarra, il secondo alla batteria). Niente è stabile e definito lasciando nello spettatore la continua certezza di stupirsi.

Durante questi 105 minuti di spettacolo la tradizione e l’arte si incontrano con temi sociali attuali, sempre con incredibile ironia: dall’ immigrazione qui affrontata con la presa in giro  del cameriere marocchino (anche interprete di Silvio) che si rivolge con uno scocciato dialetto veneto “Mi son piĂą veneto de ti” alla stessa ironia interregionale che da sempre contraddistingue il Nord Italia, “ Un bergamasco? Un immigrato in terra veneta” dicono i personaggi rivolgendosi ad Arlecchino. Un dialogo tra Clarice e Smeraldina fa intuire un piccolo accenno al tema della violenza di genere, accenno forse troppo lieve e breve  per avere effettivamente un peso e forse fuori luogo visto la natura della commedia.

Andrea Pennacchi è straordinariamente genuino nel suo Arlecchino tanto da rendere l’attore e la maschera totalmente unici ed indivisibili, un Arlecchino quasi piĂą spontaneo rispetto al classico cui siamo abituati. Marco Artusi (interprete di  Brighella e Florindo)  e Miguel Gobbo Diaz  ( Silvio, facchino e cameriere) sono bravissimi nell’impersonare piĂą ruoli. Maria Celeste Carobene, Anna Tringali e Valerio Mazzucato,  provenienti dal repertorio veneto, sono bravi e di impatto rappresentando la duplice forza e spontaneitĂ  dell’attore dietro le quinte.

In richiamo alla versalità di una sceneggiatura libera e senza schemi si fa avanti la scenografia curata da Carlo Sala; veri e propri lenzuoli appesi, semoventi e fluttuanti con cui gli attori giocano e combinano le scene. A seguire anche le luci di Luca Barbati su queste tele ne favoriscono l’unicità: prima verdi, poi rosse ed infine blu, a richiamo dello stesso celebre costume di Arlecchino.

Andrea Pennacchi

Nel 2025 Arlecchino? torna sul palco con un interrogativo a cui rispondiamo con un SI fragoroso come lo sono state le nostre risate.

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Arlecchino?  Scritto e diretto da Marco Baliani . Liberamente tratto  da Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni. Con Andrea Pennacchi ,Valerio Mazzucato, Margherita Mannino, Marco Artusi, Maria Celeste Carobene, Miguel Gobbo Diaz e Anna Tringali. Musica di Giorgio Gobbo, eseguite da  Matteo Nicolin e Riccardo Nicolin; scenografia e costumi di Carlo Sala; luci di Luca Barbati; aiuto regia di Maria Celeste Carobene. Produzione Gli Ipocriti-Melina Balsamo; coproduzione con Teatro Stabile del Veneto- Teatro Nazionale – Teatro Nuovo di Verona dal 28 di gennaio al 2 febbraio

Foto ed immagine: Teatro Stabile del Veneto- Teatro Nazionale.

Teatro Verona
Ilaria Savoia

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