Andy Warhol: l’uomo, l’artista a Desenzano del Garda

La mostra “Andy Warhol: the age of freedom” celebra la figura di Warhol con oltre 70 opere

Artista, innovatore, grafico, comunicatore… ma, soprattutto, uomo, attento e perspicace, anticipatore dei tempi: la mostra Andy Warhol: the age of freedom, ospitata presso il Castello di Desenzano del Garda (BS) fino al 22 settembre 2024, delinea i tratti personali e umani dell’artista attraverso una selezione particolare delle sue opere.

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L’intento è quello di far emergere il lato intrinseco, nascosto dietro le tele e i pannelli, le motivazioni retrostanti la creazione stessa: si tratta dell’esposizione di Andy Warhol, non solo, esclusivamente dei suoi capolavori. Al centro c’è lui, la sua personalità leggibile, individuabile attraverso i soggetti e le tematiche. Questa è la proposta di Matteo Vanzan, il curatore di Andy Warhol: the age of freedom (già presentata a Caorle l’anno scorso), realizzata in collaborazione con il Comune di Desenzano del Garda (BS) e l’agenzia MV Arte di Vicenza. L’esposizione conta circa settanta opere, provenienti da collezioni private (italiane e straniere), con l’aggiunta di una serie di filmati e video dell’epoca.

Il percorso si snoda tra le sale di pietra del Castello di Desenzano del Garda (BS), accoglie l’immaginario, la creatività, il contenuto critico, controcorrente dell’arte di Warhol. Pubblicità, immagini in serie, il consumo di massa, la personalità e l’iconicità di alcuni ritratti celebri sono alcuni dei nuclei sviluppati dall’itinerario.

Ci sono la Campbell’s Soup, i colorati Flowers, le serie famose di Marilyn Monroe e Mao Zedong, le diverse serigrafie come Dollar, i volti dei Ladies and Gentlemen, i manifesti, le inedite Electric Chair (“Sedie elettriche”, ne sono presenti tre), le serie Interviews, la famosa banana gialla, Hans Christian AndersenCow (la mucca rosa su sfondo giallo). Trionfa la tecnica della blotted-line (linea a macchie d’inchiostro): il trasferimento, su carta assorbente, di un disegno fatto prima a matita e poi a inchiostro, tratto a partire da una foto o da un’immagine. Metodologia sperimentata da Warhol dagli inizi che darà vita alle sue serigrafie.

Che cosa emerge da queste opere? Il talento e la personalità di un uomo capace di capovolgere i paradossi, sensibile e attento, eccentrico, maniacale, capace di individuare le caratteristiche dei suoi tempi, le ripetizioni massicce, massive che popolano la vita comune. Attanagliato da paure, incertezze, ha saputo esorcizzare la morte, la malattia (uno dei suoi tarli, pare), con l’accumulo, la reiterazione. La serialità, tipica della quotidianità, con Warhol diventa denuncia, critica, svalorizzazione. La replica di un oggetto di consumo, di un volto, di un prodotto allontana e annulla il contenuto emotivo.

Non pensare di fare arte, falla e basta. Lascia che siano gli altri a decidere se è buona o cattiva, se gli piace o gli faccia schifo. Intanto mentre gli altri sono lì a decidere tu fai ancora più arte“: colori, contrasti, stampe, serie, volti racchiudono la tecnica e l’arte iconica di Warhol a Desenzano, la dimostrazione che, oltre all’apparenza, c’è la fragilità della società letta e decifrata dal suo stesso animo.

Resta un po’ sfumato il senso di quel the age of freedom, l’età della libertà: libertà di pensiero, di opinione, di rappresentazione, di espressione che Warhol volle mantenere, nella sua vita e nella sua attività. L’interpretazione della realtà e il ritorno al suo interno con una chiave di lettura diversa, potente è una delle manifestazioni di libertà e di azione che questa mostra vuole sottolineare.

Andy Warhol, Beethoven, 101×101 cm, 1987, impianti serigrafici su carta, opera unica, Collezione privata

Con quest’esposizione, torna, perciò, la visione di un uomo che ha anticipato i tempi, vivendo in primis i suoi, anticonformista attraverso il linguaggio e la cultura di massa: Andy Warhol, di fatto, ha utilizzato il conforme stravolgendolo, ha capovolto l’ordinario in messaggio diverso, fatto di liberazione, originalità. L’apparente superficialità (“Sono una persona profondamente superficiale”, come recita una delle citazioni appese) degli oggetti, dei manifesti parla di quel Novecento, della cultura pop vissuti e letti dall’artista. Egli è riuscito ad andare controcorrente sfruttando quella stessa corrente, la direzione degli eventi e dei fatti.

Ed è in questo che sta l’uomo, la personalità, il sentimento umano e il genio allo stesso tempo.

“Andy Warhol: the age of freedom” – Castello di Desenzano del Garda (BS) – 15 giugno 2024 / 22 settembre 2024

Immagine in evidenza / di copertina: @comune.desenzano.brescia.it