Una vittoria sull’azzardo di certe riduzioni teatrali
A volte si fa poco caso a quella piccola avvertenza, redatta in corpo ridotto, rispetto al titolo di lancio di un’opera teatrale: liberamente tratto.
In questo caso il riferimento è alla riduzione teatrale di un film di grande successo come Compagni di scuola, la pellicola cult di Carlo Verdone. E la locuzione che ci aveva colpiti dal manifesto dello spettacolo -in scena al Nuovo Teatro Orione fino al 9 marzo- ci parla di un adattamento libero, curato da Sara Valerio, anche interprete della pièce.
Che si trattasse di un’opera attesa, lo abbiamo colto subito ieri (terza uscita in scena) dall’accorrere del pubblico: nonostante la contiguità con l’ultima serata di Sanremo e con gli apparecchiamenti per le visioni collettive della finale, la sala di oltre 800 posti era piena come non usa più da tanto tempo a teatro. Sarà perché era corsa la voce anche della presenza di Carlo Verdone tra gli spettatori (voce come vedremo confermata) o sarà perché il titolo a distanza di quasi 40 anni non manca di rappresentare insegna di richiamo per un pubblico rimasto affezionato a quello spettacolo. Sarà come sarà, ma l’impresa si annunciava comunque ardita, perché c’era una promessa sottotraccia con il tanto pubblico accorso, di non tradire quel fermento che aveva spinto la gente a uscire da casa.
E, diciamolo subito, (anche per un dovere di esplicitazione del titolo di questo commento, che richiama un toccante film di qualche anno fa proprio sulle difficili relazioni familiari), l’impresa può dirsi ampiamente riuscita.
E il merito sta tutto nella libertà di adattamento che Sara Valerio si è riservata per lasciare intatto (perfino nei nomi e nelle caratteristiche dei personaggi originari) l’impianto del film, così da poterne replicare nella sostanza l’esilarante andamento narrativo, spingendo però sul pedale malinconico già presente nella partitura di Verdone.
La trama è ampiamente nota e questo ci dispensa dal doverla riepilogare in questo commento.
Le interazioni tra i protagonisti della reunion tra vecchi compagni di scuola soddisfano perfettamente i ricordi della platea, nelle declinazioni comiche e grottesche, puntualmente recepite da applausi e risate del pubblico. Il merito va certamente a un comparto di attori assolutamente coeso, obbediente al disegno di scena voluto dalla regia di Giancarlo Fares, attenta ad assortire il folto numero dei personaggi, governando l’insieme in modo che interlocuzioni profonde e battute di alleggerimento non si disperdessero nel catino grossolano che la situazione di scena imponeva. D’altronde la semantica teatrale non dispone degli strumenti di isolamento propri del cinema, a partire dal primo piano e la soluzione adottata, sostanzialmente, ”a quadri”, risolve brillantemente il gap. Probabilmente, un utilizzo più dinamico del comparto luci potrebbe aiutare ancora di più certe sottolineature previste dal copione.
Ma, si diceva, il merito di questa riduzione sta tutto nell’aver -a viso aperto- affrontato una trama di successo, non solo riscrivendo di sana pianta certi scambi di battute tra i protagonisti (pregevoli le interazioni tra il personaggio della psicologa Maria Rita Amoroso con il grottesco Tony Brando e con le altre donne del gruppo), ma nei passaggi in cui la narrazione volge alla piega malinconica di quella riunione tra compagni di scuola di un tempo lontano (peraltro magnificamente annunciata, tramite messaggio telefonico, proprio da chi, a quella rimpatriata, non ha voluto convergere per non doversi specchiare nel presente deformato dei convitati).
Al termine della serata, applauditissimo, è stato invitato sul palcoscenico Carlo Verdone, che ha ringraziato la Compagnia e ha dato atto della prova impervia, ma sostanzialmente superata, alla quale si sono voluti cimentare.
Resta da dire degli attori: ci apprestiamo a farlo, restituendo a ciascuno degli interpreti il giusto abbinamento con il rispettivo personaggio (visto che non si usa più nei cartelloni). Della prova con merito, anche come interprete di Sara Valerio (nelle vesti della psicologa, “zitella” irrisolta Maria Rita Amoroso abbiamo ampiamente detto.
A Emy Bergamo è affidato il ruolo di Federica Polidori, padrona di casa, organizzatrice della rimpatriata. Donna avvenente, sentimentalmente distrutta dall’abbandono da parte del suo facoltoso amante. Un ruolo delicato, il suo (quello che nel film fu di Nancy Brilli) che oscilla tra l’allegria di naufrago alla più consapevole del tempo passato e del benessere perduto. Gigantesca la prova di Stefano Ambrogi, perfetto interprete guascone del macellaio di successo e risolto sentimentalmente Walter Finocchiaro.
Credibile, senza rimpianti per l’originale, la prova di Matteo Cirillo nei panni dell’improbabile performer sedicente di successo, Tony Brando. Divertente il giusto, senza incorrere nelle trappole insidiose del macchiettismo Gigi Palla che interpreta il logorroico, disperante Ottavio Postiglione, inevitabile vittima della percussione bullista della intera compagine di ex compagni. Difficile, ma ampiamente superata la prova di Marco Blanchi, nella parte del cinico Santalamazza, artefice dello scherzo di palesarsi agli antichi compagni menomato, in carrozzella, sì da suscitare da parte di tutti una sorta di arrendevolezza ai suoi bisogni e alle sue insane pretese. I due petulanti ex coniugi, oscillanti tra terapie di elaborazione della separazione e voglia di riconciliazione sono interpretati da Leonardo Bocci (l’immaturo Luca Guglielmi) e da Annalisa Favetti (nella parte di Valeria, che fu di Eleonora Giorgi nel corrispettivo cinematografico). Il mitico Er Patata (il ruolo che ritagliò per sé lo stesso Carlo Verdone) è interpretato -con le medesime insicurezze dell’originale- da Pietro Romano, mentre la sua giovane conquista platonica Cristina è interpretata dalla giovane Marta Gagliardi. Stefano Thermes è perfetto e misurato nel ruolo dello spregevole sottosegretario Valenzani, predatore in servizio permanente. E non solo in campo politico. Ottima la scelta delle scenografie (Fabiana Di Marco), a rappresentare la splendida magione della “mantenuta” Federica Polidori e nel secondo atto la spiaggia dove si consuma il malinconico tramonto della serata.
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“Compagni di scuola” – Liberamente tratto dal film di Carlo Verdone Adattamento teatrale Sara Valerio – Regia Giancarlo Fares – Con Stefano Ambrogi, Edy Bergamo, Sara Valerio, Marco Blanchi, Matteo Cirillo, Pietro Romano, Gigi Palla, Annalisa Favetti, Stefano Thermes, Leonardo Bocci, Marta Gagliardi – Scenografia Fabiana Di Marco – Light Designer Giuseppe Filipponio – Costumi Marina Sarubbo – Tecnico Audio Matteo Ferrera -Tecnico Luci Andrea Leghissa – Capo Macchinista Giovanni Carpani – Service Easy Light – Ufficio stampa Comunicazione Globale – dal 13 febbraio al 09 marzo al Nuovo Teatro Orione