“Amleto è mio fratello”, al cinema il teatro-terapia di Francesco Giuffrè

Il film di Francesco Giuffrè, “Amleto è mio fratello”, accende i riflettori per la prima volta, sul grande schermo, sulla potenza terapeutica del teatro.

Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti sono simpatici, non così i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita – Alda Merini

La nuova stagione si appresta ad iniziare; nuovi propositi; progetti futuri; speranze. Per alcuni il ritorno all’ordinarietà; per altri cambiamenti inaspettati. Così, nell’ultimo pomeriggio di un tiepido agosto, ci apprestiamo a dare il benvenuto (o meglio, il bentornato) al periodo della ripartenza. Una ripartenza, che nella sua amarezza può racchiudere la speranza di un rinnovamento; la possibilità di osservare il mondo con occhi diversi. “Amleto è mio fratello” – opera cinematografica di Francesco Giuffrè – al suo esordio sul grande schermo, si rivela difatti quel monito che stavamo aspettando; quella scintilla di pazzia celata in un angolo remoto del nostro Io.

Claudia Gerini in “Amleto è mio fratello” di Francesco Giuffrè

Così, in una vera e propria Ode al teatro vediamo proiettata sul grande schermo – senza alcun tentativo edulcorante o processo d’immedesimazione attoriale – una realtà nuova; una realtà altra: la realtà del “Teatro dell’Altrove”. Paolo (Paolo Vaselli), Paolone (Paolo Giliberti), Andrea (Andrea De Dominicis) e Carlo (Carlo Di Bartolomeo) non sono, pertanto, semplicemente i protagonisti di un’avventura alla volta del proprio sogno: fare teatro. Loro sono le nostre guide; sono i nostri mentori nel viaggio alla scoperta della libertà; del mondo al di fuori del proprio mondo. Un viaggio, quello in cui ci guidano, alla scoperta della bellezza della diversità e della capacità di meravigliarsene.

Come nella “normalità” (cosa sia la normalità qualcuno me lo spieghi!) dei casi, anche i nostri quattro avventurieri incontreranno dei compagni di viaggio (Tonia De Micco, Ilaria Loriga, Francesco Paolantoni, Vincenzo Salemme, Margherita Buy, Nino Frassica e non per ultima Claudia Gerini) che, tra ostacoli e non, illumineranno il loro cammino verso la cura. Sì, perché la libertà di poter inseguire quel piccolo sogno, per i nostri quattro folli amici non è che la miglior cura alle proprie patologie (che poi cos’è una patologia se non il tentativo umano di relegare al razionale ciò che razionale non è?). E come ogni avventura ben riuscita che ci sia, non può di certo mancarne un buon spirito guida: chi meglio quindi del protagonista del capolavoro Shakesperiano, Amleto, che – come afferma il nostro Paolo – è anche lui un po’ matto come noi?

Paolo, Paolone, Andrea e Carlo in “Amleto è mio fratello”

Commedia dolce-amara, la pellicola consegna sapientemente al teatro il suo profondo ed intrinseco valore terapeutico facendo luce – oltre che smontandone gli ordinari preconcetti – intorno alla malattia mentale, tematica dimenticata; disorientante; scomoda e talvolta fin troppo sconosciuta. Sarebbe pertanto fin troppo ordinario affermare che “Amleto è mio fratello” non possa lasciarti coinvolto dall’innocente, quanto geniale, pazzia dei nostri quattro amici. In fin dei conti meglio pazzi, che tristi!

Amleto è mio fratello

Regia di Francesco Giuffrè – Con Claudia Gerini e con Paolo Vaselli, Andrea De Dominicis, Carlo Di Bartolomeo, Paolo Giliberti, Tonia De Micco, Ilaria Loriga -Con la partecipazione straordinaria di Francesco Paolantoni e Margherita Buy e con l’amichevole partecipazione di Vincenzo Salemme e Nino Frassica

Soggetto, Francesco Giuffrè – Sceneggiatura, Pierluigi Belloni e Francesco Giuffrè – Presa diretta, Massimiliano Baccella – Trucco, Chiara Livi – Costumi, Claudio Di Gennaro – Scenografia, Antonio Di Giovanni – Montaggio, Lorenzo Fanfani – Fotografia, Dario Germani – Organizzatore generale, Gianni Paolucci – Prodotto da Marco Gaudenzi e Pierpaolo Marcelli

Dal 31 agosto al cinema