Amadeus di Milos Forman, Mozart suonato dall’Accademia di Santa Cecilia

In una tre giorni di fuoco all’Auditorium Parco della Musica, la visione immersiva del biopic musicale più famoso di sempre.

L’interdisciplinarietà delle arti, se fatta bene, porta inevitabilmente a qualcosa di magico: Amadeus di Miloš Forman in una versione suonata nelle parti musicate dai professionisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Il film non ha bisogno di presentazioni: sbancò agli Oscar 1985 vincendo 8 statuette tra le più importanti, ma soprattutto rimase nell’immaginario comune e, cosa che riesce a ben poche pellicole, si è consacrato nella storia. Trattasi di un biopic originalissimo su quel genio che fu Mozart, ma da una prospettiva inedita, quella del suo compositore “rivale” Antonio Salieri. L’operazione di Peter Shaffer e Miloš Forman consiste nel guardare la storia da un’angolazione diversa, una specie di cappuccetto rosso dal punto di vista del lupo, o le crociate da quello degli arabi. La voce narrante è quella di un anziano Salieri logorato al contempo dall’invidia e dal rimorso per quel giovane Dio della musica che, di fatto, gli tolse la scena nella Vienna di fine Settecento.

Le devianze storiche (a riprova del fatto che si possono fare ottimi film plasmando la storia a proprio piacimento) basate soprattutto sulla teoria puskiniana non documentata dell’avvelenamento di Mozart da parte dello stesso Salieri, non confinano assolutamente il compositore italiano a mero villain della storia. Se infatti possiede gran parte dei vizi capitali (tra cui sicuramente l’Invidia, la Gola per quei dolciumi barocchi ripieni e una forma di Lussuria ascrivibile oggi al possesso della donna), è in realtà il primo fan del compositore prodigio di Salisburgo e ne elogia le capacità tecnico-creative che lo spettatore medio non può cogliere.

Salieri è un uomo semplice, venuto dalle campagne italiane, diventato compositore di corte per grazie concesse (Temporale, grazie allo scarso orecchio dell’Imperatore Giuseppe e Divina, per le preghiere infantili esaudite post mortem paterna).

La psicologia di Salieri, garantita da un’interpretazione commovente di F. Murray Abraham, ha sfaccettature profonde e contrastanti tra i sentimenti di invidia e idolatria, solidarietà e vendetta, fedeltà alla musica e falsificazione di essa. Tutto e il contrario di tutto per il dio dei mediocri che mediocre non fu.

F. Murray Abraham è Antonio Salieri

In un film grande ma normale, sarebbe il solo Salieri a prendersi la scena. Ma questo non è un film normale e l’interpretazione del semisconosciuto Tom Hulce (erano stati sondati Mark Hamill e Mel Gibson per la parte) non perde terreno nei confronti di quella di Abraham. Il Mozart di Tom Hulce è un eccentrico ragazzino disadattato e frivolo ma con una sicurezza folle e boriosa che distrugge la tenuta psicologica di Salieri. Il tutto condensato in quella risata incredibilmente simile a quella del nostro prodigio musicale Giovanni Allevi. Questa dinamica dualistica attualissima, evidentissima nello sport, sembrerebbe ritrarre uno scenario già visto in alcuni miti del passato e del presente, tutti accomunati da un opposizione di caratteri, ognuno dei quli polarizzato verso il talento naturale e il lavoro stakanovista. E’ il caso di Michael Jordan contro Magic Johnson, Messi contro Ronaldo o ancora Federer contro Nadal e Borg contro McEnroe. Non a caso Tom Hulce ha dichiarato di essersi ispirato usato gli sbalzi d’umore di John McEnroe per costruire il personaggio.

Tutti questi grandi campioni hanno in comune, come direbbe Federico Buffa, una mitizzazione dell’ossessione che è la migliore benzina per il talento.

La rivalità tra Mozart e Salieri andò anche oltre lo schermo e si traferì da Vienna a Los Angeles, più precisamente al Dolby Theatre. Murray Abraham e Tom Hulce si contesero l’Oscar come Miglior attore protagonista. Salieri soffiò la statuetta più ambita a Mozart, in un metacinematografico contrappasso dantesco.

La colonna sonora del film diretto da Miloš Forman è stata eseguita dal vivo dall’Orchestra di Santa Cecilia diretta Ludwig Wicki con il Coro ceciliano diretto da Andrea Secchi. Al piano Aurelio Canonici.

Amadeus Live – Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia – Auditorium Parco della Musica dal 4 al 7 gennaio 2024

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Elena Salvati

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