Sabato 14 e domenica 15 gennaio è andato in scena al Teatro Marconi lo spettacolo Alluccamm di Luca Pizzurro, con Carlo Liccardo e Andrea Fiorillo.
Qualche mobile, una poltrona e un grammofono a tromba sono stati la scenografia della commedia Alluccamm. Il periodo storico in cui è ambientata la storia è la seconda guerra mondiale. La città, Napoli. Nelle notti insonni di quei tristi giorni abbiamo visto sul palco i sogni e le speranze di due persone, di due anime sognanti. Sognanti la maternità, sognanti una vita migliore.
C’è chi avrebbe voluto ballare, chi fare la commessa. Una casa per fuggire dalla miserie e – magari – trovare la propria identità. Più volte abbiamo visto confronti e citazioni in merito ai divi del microfono e dello schermo attivi in quell’epoca.
Parlando di spettacoli di rivista, di costumi appariscenti, di classe ed eleganza, una fra tutte la mitica Wanda Osiris.
Il sogno di una vita idilliaca ha portato a confronti con l’attrice Clara Calamai o cercare, nello sguardo allo specchio, gli occhi di Marlene Dietrich.
Ma la Napoli della seconda guerra mondiale è fame e desolazione. Gli uomini sono reclutati per combattere e per andare nei campi di lavoro in Germania.
Si vuole evadere con lo swing italiano di Natalino Otto con Ho un sassolino nella scarpa. Ma questi ritmi, nel capoluogo partenopeo, si devono confrontare con la tradizione delle Sciantose dei caffè concerto. Conflitto generazionale.
Nonostante la borsa nera c’è voglia di evasione. Si accende ancora il grammofono a tromba ed ecco – come per magia – orchestra Cetra diretta dal Maestro Pippo Barzizza con La signorina ticcheti cantata da Ernesto Bonino e il Trio Lescano.
Si balla e per un momento si dimentica tutto, ma ad un certo punto la voce delle Lescano si confonde e si mescola con le sirene antiaeree in una dissonanza suggestiva.
Che caso strano, una musica tanto allegra in un periodo così cupo. Un contrasto che rende il periodo storico a dir poco surreale.
La politica era solo sullo sfondo, per la gente semplice la Storia si vive solo da comparsa: lasciandosi cullare passivamente dalle onde degli eventi in modo inerme, sperando di non affogare.
La commedia, di Luca Pizzurro, era interamente scritta in napoletano degli anni Quaranta. Questo dialetto, che può assurgere a vera e propria lingua, è stata una scelta che ben si adattava al tema trattato.
Molti momenti della storia erano infatti pieni di patetismo, di pianti, urla, struggimenti. Ci sono state confidenze, momenti di quiete e riflessioni. Una vera e propria altalena emotiva che non può non trovare nel dialetto napoletano la migliore forma espressiva.
Carlo Liccardo e Andrea Fiorillo hanno saputo interpretare brillantemente i due personaggi. Degna di nota è stata la padronanza dello spazio scenico e le pause. La storia vista a teatro vive anche nel libro di Luca Pizzurro Alluccamm, edito nel 2021 per i tipi della Gremese.