Così parlò Cagliostro
Per il decennale dalla scomparsa di Franco Scaldati, regista, drammaturgo e attore italiano, i Cantieri Culturali di Palermo hanno voluto omaggiarlo con quattro pellicole. La rassegna “Dicembre Scaldati” chiude il Progetto Speciale del Ministero della Cultura, alla maniera di Franco. A cura di Umberto Cantone, regista teatrale, attore, pubblicista italiano e Franco Maresco, regista, sceneggiatore conosciuto a livello internazionale. Il Cinema De Seta ospiterà dal 2 al 21 dicembre “Il ritorno di Cagliostro”, “Gli uomini di questa città io non li conosco. Vita e teatro di Franco Scaldati”, “I Figli della violenza” e “Diario senza date“, la visione dei film sarà gratuita.
«A che serve il teatro? È una forma d’arte che implica immediatamente l’uomo, che obbliga a vivere, a incontrarsi e scontrarsi». È una tra le cose che più manca di Scaldati. Questo suo guardare al di la per ricucire la distanza tra il mondo della fantasia e del reale. Tra il teatro, il cinema e la vita, nuda e cruda, delle periferie palermitane.
“Il Ritorno di Cagliostro“, girato in stile falso documentario, nel 2003, da Daniele Ciprì e Franco Maresco. Accanto a Franco Scaldati e Luigi Maria Burruano, nei panni dei fratelli La Marca, Robert Englund, Pietro Giordano, Mauro Spitaleri, Franco Gaiezza, Tatti Sanguinetti e Gregorio Napoli. Il film racconta le disavventure dei due fratelli, produttori cinematografici ante litteram, alle prese con la nascita della Trinacria cinematografica. Una società di produzione che vorrebbe dar vita a una sorta di Hollywood siciliana, dove vige la regola del più forte.
Ne scaturisce un divertente racconto dai tratti quasi pirandelliani, in cui tutto è alla deriva, allo sfaldamento. Grottesco e poetico, il film segna il ritorno al lungometraggio dei palermitani Ciprì e Maresco dai tempi di Totò che visse due volte. Il cinema di Ciprì e Maresco, dai tratti crudi e dalle ambientazioni a volte inquietanti, porta lo spettatore ad interrogarsi persino su se stesso. Ne “Il Ritorno di Cagliostro” i registi riescono ad arrivare al pubblico in maniera netta e diretta, con un linguaggio assolutamente vero. La pellicola mostra una Sicilia desolata, ignorante, che cerca in tutti i modi di arrivare più lontano delle sue possibilità. Proiettarla oggi questo tipo di lavoro, risulta essere fortemente attuale.
Nel “Il Ritorno di Cagliostro” vi è il disfacimento di ogni cosa e al contempo un forte attaccamento identario. La fanno da padrona l’idiozia umana che porta i protagonisti ad essere dei vinti, distrutti dalle loro stesse azioni. In questo sfaldamento, di ogni certezza, emerge con più chiarezza la volontà di rendere Scaldati immortale. Magistrale l’uso della fotografia, in questa contrapposizione tra vero e falso, film nel film, assistiamo ad un vero e proprio metateatro pirandelliano. “Il Ritorno di Cagliostro” è uno tra i film più incredibili della storia. Un capolavoro che ricorda il cinema di Murnau, fino al più recente Frankenstein Junior di Mel Brooks.
Superare l’idiozia è possibile? Questa domanda può essere in parte risolta nella figura del personaggio di Dwarf, interpretato da Davide Marotta. Il personaggio interviene, quasi fosse il giullare della sorte, riportando il pubblico verso un altra lettura della storia. Riuscire a trovare un lieto fine forse è impossibile. Resta il fatto che questa pellicola è la summa della genialità dei registi siciliani e la bravura oltre ogni limite dei suoi interpreti.
I prossimi appuntamenti saranno il 9 dicembre presso il Cinema De Seta, con la proiezione de “Gli uomini di questa città io non li conosco. “Vita e teatro di Franco Scaldati” documentario di Franco Maresco, in cui si rende omaggio alla vita di Franco Scaldati. Grazie ad una serie di interviste e riprese dei suoi spettacoli, si darà voce ai diversi registi che lo stimavano. Da Giuseppe Tornatore a Mario Martone, da Roberto Andò a Roberta Torre, da Emma Dante ad Elio De Capitani.