Da Nord a Sud, due territorialità metropolitane si incontrano in nome di un teatro simbolico e multiforme, un tripudio estroso sospeso fra suggestioni e trascinanti rivelazioni. L’intervista ai direttori artistici Francesca Vitale e Renato Lombardo.
Il Fringe Catania Off International Festival, giunto alla sua quarta edizione dal 2022, è pronto a trasformare il capoluogo etneo in un palcoscenico diffuso. In connessione con Milano, il festival conferma la sua vocazione di teatro libero, sperimentale e multiculturale, con un avvio già a settembre attraverso attività rivolte alle scuole e un ottobre animato da spettacoli in movimento.
Il programma si estende da Milano a Catania, passando per Mascalucia e coinvolgendo spazi di pregio come le Sale Hernandez e Di Martino, i Teatri Brancati e De Curtis, il Palazzo Scammacca del Murgo, il CUT–Teatro Machiavelli e il Piccolo Teatro della Città.
Con 61 spettacoli e oltre 200 repliche, il cartellone accoglie compagnie e artisti da tutto il mondo, con particolare presenza americana, senza dimenticare l’India, la Grecia, la Svezia, Cipro, la Francia e l’Italia. Dai classici rivisitati a Cechov, Shakespeare ed Eduardo, fino alle suggestioni di Picasso, il festival abbraccia teatro di narrazione, drammaturgia contemporanea, arti circensi, danza, musica e multimedialità.
Temi forti attraversano le performance: cambiamento climatico, politica, memoria del nazifascismo, violenza razziale, tossicodipendenza, matriarcato, giustizia e verità, in dialogo con figure come Don Lorenzo Milani. Tra gli ospiti spicca Matthias Martelli, erede dell’arte giullaresca di Dario Fo.
Il progetto nasce dalle associazioni “Milano Off” e “La memoria del Teatro”, sotto la direzione di Renato Lombardo e Francesca Vitale, che guidano questa vetrina internazionale e visionaria.
Quali criteri avete seguito nella selezione degli spettacoli per costruire un programma così ricco e variegato, anche dal punto di vista culturale e artistico? Ci sono dei fili conduttori – tematici, identitari o disciplinari – che legano le diverse proposte in cartellone?
Di norma tutto inizia con un bando aperto ad artisti e compagnie di tutto il mondo. Da questo bando verifichiamo la compatibilità con alcuni parametri valutativi sia tecnici, sia relativi alla professionalità delle compagnie, per poi lasciare la scelta artistica e definitiva alle strutture. Il Fringe è per sua natura un progetto inclusivo: tutti i generi, i linguaggi e le tipologie performative sono ammessi, sicché non può esistere un filo conduttore che non sia quello dell’inclusione e dell’apertura. Quest’anno il nostro concept è “visti d’arte”, ovvero dei visti virtuali che conducono simbolicamente gli artisti in giro per il mondo.
C’è una sfera simbolico-espressiva, che vi sta particolarmente a cuore, rimasta ancora inesplorata e che vi piacerebbe un giorno portare all’attenzione del festival?
Sì, ci piacerebbe dare più spazio ai bambini con aree loro dedicate e più in generale incrementare i progetti sull’educazione.
Quali sono le principali sfide nella costruzione di una programmazione così ampia e diversificata, sia dal punto di vista creativo che organizzativo?
Abbiamo imparato che non bisogna mai dare nulla per scontato, pensando di aver raggiunto una meta, poiché il festival è sempre migliorabile, perfettibile. Ogni anno, soprattutto frequentando i Fringe festival esteri, apprendiamo qualcosa di nuovo da adottare nell’edizione successiva. Dal pubblico stesso cogliamo spunti e riceviamo feedback preziosi, utilissimi per migliorare molti aspetti pratici e logistici. E dal punto di vista creativo, le idee sono come i ladri: arrivano quanto meno te lo aspetti. Pertanto, in questa prospettiva, nuove progettualità sono sempre in agguato.
Senza anticipare troppo, possiamo attenderci per quest’anno particolari innovazioni rispetto alle scorse rassegne?
È un piacere rispondere che questa edizione avrà un incremento esponenziale di progetti esteri, che abbiamo scelto da tanti paesi come la Francia, gli USA, l’Inghilterra e la Grecia, in collaborazione con i nostri partner stranieri. Inoltre, anche tanti spettacoli italiani sono già andati fuori: li abbiamo accompagnati a Praga Fringe, Hollywood Fringe, Avignon Le OFF e Stockholm Fringe.
Prescindendo dalla fascia anagrafica a cui intendete rivolgervi, quali sono i vostri propositi in termini comunicativi, culturali e promozionali, di accrescimento e avvicinamento, di partecipazione ed effetti sullo spettatore?
Le due cose, in realtà, sono abbastanza connesse, perché di sicuro un pensionato non lo si avvicina mediante TikTok, ma attraverso comunicazioni mirate. Lo studio del marketing e dell’audience involvement è una bellissima sfida e, per attrarre l’attenzione, bisogna sempre essere al passo con quello che fa tendenza. Oggi, ad esempio, non si può fare assolutamente a meno dei social, ma non dimentichiamo che c’è ancora una fascia di persone che compra il giornale in cartaceo, e c’è, anche, chi guarda le affissioni o ascolta la radio. Sono diventati molto importanti i legami con le associazioni di riferimento, sia territoriali che tematiche.
___________________
Fringe Catania Off International Festival 2025 – Ideazione e Direzione Artistica di Renato Lombardo e Francesca Vitale – dal 16 al 26 ottobre