Al Teatro Parioli la parabola di Fred Buscaglione

Fred Buscaglione scomparve a soli 39 anni, quasi 63 anni fa, a Roma. La sua rosa Ford Thunderbird, lanciata a forte velocità, andò a schiantarsi contro un camion che trasportava porfido, nel quartiere Parioli. A pochi isolati da quel Teatro, Parioli appunto, che fino a domani 8 gennaio propone tra parole e musica il racconto della sua parabola. Di uomo e di artista, di talento che come pochi altri, nel Novecento italiano, ha saputo lasciare un segno tanto indelebile in una carriera così breve. Già, perché le vicende di Ferdinando Buscaglione, in Fred!; testo scritto e interpretato da Matthias Martelli, attraversano un Italia in forte cambiamento. Là fuori ci sono dapprima la guerra, l’instabilità, la fame, e poi la rinascita, la ricostruzione, l’entusiasmo. La necessità di lavorare, per vivere, e la difficoltà a investire soldi e tempo sul genio creativo. Ferdinando, prima di divenire Fred, era un bambino vivace e insofferente alla formazione classica, però dalla sua aveva una capacità innata di produrre musica. Ancor prima che vent’enne impara nella sua Torino a suonare e bene diversi strumenti musicali, ed ha l’orecchio e l’intuizione dei pochi che sanno guardare oltre. Che sanno allargare il campo, ascoltare, osare e sperimentare. Rischiando e incontrando anche un genere inedito, lo “swing”. Che, accompagnato alla lingua italiana, fa “boom!” e sfonda sul mercato.  Con la complicità anche di una donna, Fatima Ben Embarek, artista anche lei con il nome Fatima Robin’s. Fred la notò una sera in un cabaret di Lugano, e seppur con qualche frizione, i due non si lasciarono più.

Lo spettacolo in cartellone al Parioli si segnala diversi spunti di interesse. Le invenzioni registiche di Arturo Brachetti – con colpi di scena sulla falsariga dei gangster film –  la gestualità e la mimica di Martelli, che si conferma anche istrionico imitatore. E poi le evoluzioni alla tromba di Roy Paci, in splendida forma e perfetto sparring partner sul palco del performer piemontese.

Al fianco di Paci, gli ottimi Roberto De Nittis, al pianoforte, Paolo Vicari alla batteria, Gianmarco Straniero al contrabbasso e Didier Yon alla batteria. La musica dal vivo è in perfetto connubio con la drammaturgia, scivola veloce e armoniosa. Lo sfondo è dominato da un grande juke-box – scenografie a cura di Laura Benzi – che all’epoca diffondeva la musica di Fred in tutto lo stivale e oltre. Buscaglione aveva iniziato anche la carriera di attore, e anche in questa forma d’arte pareva destinato a lasciare il segno. Irrequieto e geniale, ironico e provocatorio, potente e nel contempo fragile. Innamorato della vita.
Ma poi il destino, che se lo portò via davvero troppo presto. Consegnandolo ad una memoria che prosegue tutt’ora e che rivive degnamente grazie a questa produzione firmata da Teatro Parioli insieme a Enfi Teatro. Un’immersione nella storia e nella cultura di un Belpaese che ha assegnato a Fred Buscaglione un posto speciale tra i grandi.