Al Comunale di Vicenza “Cenerentola”, con il Nuovo Balletto di Toscana

Cenerentola” tra ballo e tanta emozione: il Teatro Comunale di Vicenza ha aperto la stagione della danza con la favola classica grazie al Nuovo Balletto di Toscana.

Una prima regionale carica di espressività e di bravura: la “Cenerentola” portata sul palco dal Nuovo Balletto di Toscana ha saputo incantare e riportare l’immaginazione all’infanzia, a quella favola dei Fratelli Grimm, rivista in chiava contemporanea e accompagnata dalla musica di Sergej Prokof’ev. Una suggestione teatrale, un incontro che ha coinvolto quattordici danzatori diretti da Cristina Bozzolini, con le coreografie e la regia di Jiři Bubenicek, uno dei maggiori interpreti dell’Hamburg Ballett di John Neumeier e il Dresden Sempernballett. Uno spettacolo, il primo della stagione, significativo anche sul piano memoriale perché dedicato al Marchese Giuseppe Roi, importante mecenate e sostenitore dell’arte e della danza.

ph. Michele Monasta

Sul palco è rivissuto il sogno tipicamente legato a questa storia, con un valore aggiunto in più. La narrazione si è svolta grazie al connubio equilibrato tra danza e musica: le azioni comunicavano, trasmettevano pathos, intenzionalità, carattere attraverso il corpo e l’espressione, i movimenti calati in un contesto dall’aria quasi sognante, sospesa, irreale tale da suscitare l’incanto tipico delle fiabe.

Lo svolgimento è venuto da sé, si è materializzato nella fisicità e nelle sonorità. Questo spettacolo, nella sua essenza, è stato un incrocio tra luci e atmosfere, danza e melodie classiche. Un intreccio tra forme d’espressione e d’arte diverse che ha raccontato la storia di Cenerentola (Veronica Galdo), mantenendo i suoi personaggi principali: la matrigna (Beatrice Ciattini), le due sorellastre (Francesca Capurso, Matilde Di Ciolo), l’amato padre (Matteo Capetola) e il principe (Paolo Rizzo). Una giovane ragazza che, nonostante le difficoltà e i soprusi, conosce il riscatto e la rinascita. Da quel “sarò abbastanza?” a “il rischio più grande è farsi conoscere per quello che si è veramente”, il cambio è avvenuto con delicatezza e genuinità. Il messaggio racchiuso è forte e intenzionale. Conta l’essenza, il modo d’essere, la sincerità dell’animo che traspare anche nelle azioni.

Il ballo, durante tutto il suo svolgimento, è riuscito a esprimere questo centro fondante, il significato pieno della storia. Le movenze dure, contrastanti, sprezzanti delle sorellastre e della matrigna si sono scontrate con la semplicità e la dolcezza di Cenerentola che, grazie all’aiuto degli uccelli (Aldo Nolli, Niccolò Poggini), dimostra al mondo il suo essere e il suo cuore. Sarà proprio il principe a cogliere e a riconoscere l’umanità e la preziosa interiorità della ragazza. Un doppio, reciproco e similare sguardo che li legherà, li riunirà nella prova.

ph. Michele Monasta

Diverse le scene toccanti, dal grande impatto emotivo come il richiamo e l’affetto tra Cenerentola e il padre e il primo ballo tra la fanciulla e il principe. La lontananza di entrambi, con in mano la scarpetta, rappresentata sulla stessa scena, e l’ironica “prova della scarpetta”. Non da ultimo, il ricongiungimento dei protagonisti con un lieto finale dal sapore dolce e fantastico. Tutta l’interpretazione è stata realizzata grazie ad un corpo di ballo compatto e di grande bravura, capace di trasmettere e di dialogare con il corpo, l’eleganza e la forza. Una sintesi moderna e classica, quindi, che ingloba anche l’elemento innovativo, grazie all’aggiunta della tecnologia D-Air Lab, già impiegata all’Olimpico e partner della stagione.

Cenerentola” al Teatro Comunale di Vicenza non è stata solo la semplice favola, ma la rappresentazione di diverse forme d’arte: dalla musica alle coreografie, dall’ambientazione semplice eppure ricercata nei dettagli e nelle suggestioni all’impiego dell’innovazione. Tutto per trasmettere un messaggio: il teatro è l’anima di un corpo sempre diverso, capace di abitare luoghi lontani, di essere passato e presente allo stesso tempo. In questa “Cenerentola”, il teatro è stata danza, memoria, racconto ed emozione nella stessa, medesima scena.

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