di Miriam Bocchino
È stato in scena al Teatro Lo Spazio di Roma “Adolf prima di Hitler”, spettacolo di Antonio Mocciola con la regia di Diego Sommaripa.
L’opera è liberamente tratta dalla biografia “Il giovane Hitler che conobbi” scritto da August Kuzibek. Nel libro l’autore racconta i quattro anni vissuti con Hitler quando lui aveva 16 e Adolf 15 anni.
La scena è caratterizzata dalla duplicità del palcoscenico. La signora Zakreys (Chiara Cavalieri), la proprietaria di casa dove hanno alloggiato i due, rimembra i ricordi del giovane e si rammarica della sua impotenza rispetto a quello che è accaduto. Il palcoscenico principale, al contrario, è protagonista della storia, ospita August Kuzibek (Francesco Barra), chiamato da Hitler Gustav, figlio di un tappezziere che diventerà un apprezzato direttore d’orchestra e Adolf (Vincenzo Coppola), nella loro casa di Vienna.
Sulla scena lo spettatore osserva la relazione tra i due e i vaneggiamenti di Adolf dopo aver scoperto non solo di non essere idoneo al servizio militare ma di essere stato rifiutato dall’Accademia d’Arte di Vienna.
Adolf è un uomo alla deriva, trascorre il suo tempo a pensare e disegnare nuove ricostruzioni delle città austriache. Hitler è, tuttavia, anche un giovane debole, invaghito di Stephanie, una ragazza incontrata per caso e mai frequentata.
August gli sta accanto, lo segue nei suoi camminamenti notturni, cerca di instradarlo verso il futuro.
Il loro rapporto è ambiguo, a tratti sensuale: August sembra provare molto più che amicizia e Adolf? Hitler sembra rifuggire la relazione ma non fino in fondo: pur allontanandosi torna sempre dall’amico a raccontarsi, a cercare appoggio e condivisione.
“Non diventerò un misero e umile impiegato statale”: Hitler vuole fondare il Reich, cambiare casa, liberare Vienna dalla folla straniera, annientare gli omosessuali. Vaneggiamenti che all’apparenza “inconsistenti” si trasformeranno in tragica Storia.
Creare “uno stato tedesco ideale senza contaminazioni”: questo il fine di Adolf.
I due interpreti (Vincenzo Coppola e Francesco Barra) regalano uno spettacolo gradevole, la scenografia è semplice ma si trasforma grazie all’ausilio di giochi di luce in grado di svelare momenti di nudo finché la follia prevarica sulla normalità.
La pièce, se maggiormente sviluppata nei tempi e nella dinamica, potrebbe avere le potenzialità per diventare uno spettacolo degno di essere visto e ricordato.
Musiche Gianluigi Capasso
Costumi Dora Occupato
Trucco Forma e Colore – Agostino Amore