Leggenda del cinema, lascia dietro di sé una carriera eccezionale, ma anche una vita estremamente romantica.
Certamente anche la 81a Mostra del cinema di Venezia al via tra una settimana ricorderà la scomparsa di Alain Delon, scomparso ieri a 88 anni dopo una lunga malattia. L’indimenticabile protagonista nel 1960 di Rocco e i suoi fratelli, capolavoro diretto da Luchino Visconti che proprio alla mostra fu presentato in concorso. All’epoca Delon aveva solo 25 anni, il film non vinse il Leone d’oro suscitando polemiche che “fanno rumore ancora oggi”. Visconti per protesta contro la giuria che gli aveva preferito Passaggio del Reno” di André Cayatte, si rifiutò furioso di ritirare il Premio speciale che gli era stato assegnato, riunendo il cast in una festa privata durante la cerimonia per la consegna dei premi.
Molto più che un attore, Alain Delon è stato un mito, un’icona, un eroe francese il cui volto e nome hanno fatto il giro del mondo. Una “bellezza del diavolo” che, a 74 anni, divenne il volto di un marchio di profumi. Come se, da allora, nessun altro volto avesse eguagliato quella perfezione, quella grazia felina e misteriosa.
«Alain Delon – ha dichiarato Alberto Barbera, attuale direttore artistico della Mostra – è riuscito laddove la maggior parte dei suoi colleghi falliscono. Essere considerato l’uomo più bello del mondo e al contempo un attore straordinario. Se oggi ha abbandonato le sue spoglie mortali è per ascendere nell’Olimpo degli immortali di cui ci ricorderemo per sempre».
Eravamo entrambi figli di Visconti, ha dichiarato Claudia Cardinale da Parigi, dove risiede, indimenticabile protagonista con Delon del Gattopardo. Lei nel ruolo dell’affascinante Angelica, lui in quello del bellissimo Tancredi. “«Ora quel ballo è finito».
«Insieme – scrive oggi Arianna Finos di Repubblica – in quel film erano una vera esplosione abbagliante di bellezza e talento».
Protagonista di film memorabili da Rocco e i suoi fratelli a L’eclissi con Monica Vitti, diretto da Michelangelo Antonioni, a Borsalino con il suo amico Jean Paul Belmondo, che per molto tempo ha rappresentato il suo contraltare in termini di fascino; da Delitto in pieno sole a La piscina con Romy Schneider, forse la donna che ha amato di più con Mirelle Darc a Mr Klain, da Tulipano nero a Frank Costello e da L’ultima notte di quiete a Zorro fino a Il clan dei siciliani accanto ad altri due monumenti del cinema francese come Jean Gabin e Lino Ventura. Tanti i registi famosi che lo hanno diretto contribuendo alla sua popolarità in tutto il mondo: dal gia citato Visconti ad Antonioni, da Jacques Deray a Eduard Molinaro, da Jean Pierre Melville a Losey e Godard e da Zurlini a Tessari.
Delon è stata l’unica star del cinema europeo forse insieme a Marcello Mastroianni in grado di competere per carisma e talento con i divi americani.
Accentratore e autoritario scrivono di lui i cinefili ma anche nazionalista e conservatore, lui che a 17 anni la guerra in Indocina nella Legione straniera l’aveva fatta come paracadutista. Ammirava Charles De Gaulleed era amico personale di Jean Marie Le Pen ma certo anche di Visconti e Jack Lang.
Alain Delon ha collezionato ruoli, ma non trofei, nonostante un impressionante curriculum è stato premiato “solo” con un César, quello di miglior attore nel 1985 per La nostra storia di Bertrand Blier, l’Orso d’Onore al Festival di Berlino nel 1995 e il Premio del Festival International Film Festival di Locarno, nel 2012. Dovette aspettare fino al 2019 per ricevere la Palma d’Oro alla carriera a Cannes: un premio tardivo, che la star ritirò in lacrime, dalle mani di sua figlia Anouchka, approfittando di questo tributo finale per inviare uno straziante addio al suo pubblico quando la ritirò sul palco della Sala Lumiere con il pubblico in piedi che lo applaudiva, sussurrò commosso: «Adesso posso anche morire».
«Sono francese ma ho il cuore italiano», mi disse alla fine di una spettacolare intervista davanti a migliaia di persone nella grande piazza di Palazzo D’Avalos, ospite d’onore del Vasto Film Festival. «Il cinema migliore l’ho fatto in Francia e in Italia».
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«Lui – ha dichiarato il Presidente della Repubblica francese Macron – ha interpretato ruoli leggendari e ha fatto sognare il mondo. Era e resterà un monumento francese». Bon vojage Monsieur Delon!