Diva ribelle, icona di libertà e femminilità: il mito che ha attraversato cinema, scandali e impegno civile
Addio al sogno di una generazione. A 91 anni, lontana ormai dai riflettori, si è spenta nella sua villa de La Madrague a Saint-Tropez, in Costa Azzurra, Brigitte Bardot, per tutti semplicemente “BB”, come il titolo della sua autobiografia Mon BBcédaire, pubblicata lo scorso ottobre.

E Dio creò la donna
Brigitte Marie Bardot, diva ribelle sospesa tra innocenza e provocazione, ha dipinto sullo schermo e nella vita degli anni Cinquanta e Sessanta una bellezza rivoluzionaria e seducente, non diversa da una figura uscita da un quadro di Matisse. Iconica e dirompente, protagonista di numerosi film di successo, è entrata con forza nell’immaginario collettivo fino a essere identificata per sempre con le sole iniziali del suo nome.
Volto fiero, seno generoso, capelli al vento: come Marianne, simbolo della Repubblica, ha incarnato l’immagine stessa della libertà e della femminilità, tanto da essere impressa sulle storiche monete del franco francese.
Lo scorso ottobre, dopo una lunga malattia, era stata ricoverata all’ ospedale di Saint-Jean, a Tolone, chiedendo ai media il massimo rispetto per la sua privacy. «Sono stata molto felice, molto ricca, molto bella, ma anche molto famosa e molto infelice», aveva dichiarato. Una frase che forse sintetizza meglio di ogni altra una vita vissuta intensamente, tra cinema, gossip e passioni travolgenti.
Dagli amori celebri – come il primo matrimonio, giovanissima, con il regista francese Roger Vadim che anni dopo sposò Jane Fonda, o la burrascosa relazione con il miliardario tedesco Gunter Sachs – alle battaglie senza quartiere portate avanti con la sua fondazione per la difesa degli animali, dei diritti delle donne e dell’ambiente. Dopo aver conosciuto una popolarità senza precedenti, negli anni Settanta Bardot scelse di ritirarsi a vita privata.
Non rinunciò mai, però, all’impegno civile. Intervenne pubblicamente anche a sostegno del movimento dei gilet gialli, nato spontaneamente sui social nel 2018 contro l’aumento dei prezzi del carburante, arrivando a criticare apertamente il presidente Macron. Mise all’asta tutti i suoi gioielli per finanziare la sua fondazione e prese posizioni spesso controverse, come quelle contro alcune pratiche religiose di macellazione rituale halal, che alimentarono un acceso dibattito in Francia.
Con 45 film interpretati e oltre 70 canzoni portate al successo, “BB” è stata una delle attrici francesi più conosciute e amate in tutto il mondo, diretta sul grande schermo da maestri del cinema come Louis Malle e Jean-Luc Godard.
I primi grandi successi arrivarono nel 1956 con E Dio creò la donna di Roger Vadim, film che la consacrò definitivamente come mito erotico e simbolo di emancipazione. Ma il percorso era iniziato molto prima: a soli quindici anni aveva frequentato il Conservatorio e, poco dopo, era diventata un’immagine cult della moda grazie a una celebre fotografia di copertina pubblicata dalla rivista Elle, che ne lanciò il volto nel mondo.
«Una fotografia può essere un istante di vita catturato per l’eternità, che non smetterà mai di guardarti», disse una volta. Fu proprio grazie a una fotografia che il regista Marc Allégret la notò e la segnalò a Roger Vadim, il quale non solo la scritturò per il suo primo film, ma nel 1952 la sposò, appena due mesi dopo il compimento dei 18 anni, raggiunta la maggiore età secondo la legge francese.
Da quel momento, la sua sola presenza al Festival Internazionale del Cinema di Cannes finì per offuscare persino dive già affermate come Gina Lollobrigida e Sophia Loren. Complice quel volto da bambina birichina e una disinvoltura che fece epoca, Bardot divenne l’obiettivo prediletto dei paparazzi, fotografata in bikini e talvolta persino in topless, infrangendo tabù e riscrivendo l’immaginario femminile dell’epoca.
Mentre sugli schermi di tutto il mondo esplodeva il suo mito, arrivarono film destinati a lasciare il segno: La ragazza del peccato (1958) accanto a Jean Gabin e Il disprezzo, il film-scandalo di Jean-Luc Godard tratto dal romanzo di Alberto Moravia, tanto audace da costringere il produttore italiano Carlo Ponti a tagliare, per la versione italiana, una celebre sequenza di nudo.
Negli anni Sessanta “BB” lavorò anche con Henri-Georges Clouzot nel film La verità e nel 1962 con Louis Malle, protagonista de La vita privata, fino ad arrivare a Viva Maria! (1965), girato in Messico accanto a Jeanne Moreau,diretto da Louis Malle.
Dopo il divorzio da Roger Vadim nel 1956, Bardot visse una serie di relazioni intense e molto seguite dai media: con l’attore Jean-Louis Trintignant, con il cantante idolo delle teenager Gilbert Bécaud, con il musicista Sacha Distel e anche con Raf Vallone. Nel 1959 sposò l’attore francese Jacques Charrier, dal quale ebbe il suo unico figlio, Nicolas. L’ultimo matrimonio risale al 1992 con Bernard d’Ormale, figura di spicco del Front National.

Jean Gabin e Brigitte Bardot – La ragazza del peccato
Tra gli ultimi film interpretati figurano Le pistolere (1971) di Christian-Jaque, in coppia con Claudia Cardinale – l’attrice italiana più francese del nostro cinema – e Una donna come me (1972), ancora una volta diretta da Roger Vadim.
In una delle sue ultimissime apparizioni pubbliche, Brigitte Bardot disse con lucidità disarmante: «BB ormai è morta. In fondo era soltanto un’immagine».




