Cos’è normale e cosa non lo è? Ciò che appartiene alla normalità, dice il vocabolario, è il consueto, ossia quel che non è eccezionale o casuale o patologico, con riferimento sia al modo di vivere e di agire, che allo stato di salute fisica o psichica di un individuo. Esistono anche situazioni che possono essere considerate normali, purché facciano parte della consuetudine o dell’abitudine. Insomma, un animo scevro da preconcetti sociali e libero da dipendenze moralistiche potrebbe semplificare la spiegazione asserendo che normale è tutto ciò che è noioso. Solo dopo aver bene assimilato questa teoria Christian Angeli s’è potuto mettere dietro la macchina da presa per mostrarci quel che noioso non è: ossia una realtà ancora troppo lontana dai più comuni pregiudizi sociali simulando un’apparente normalità. Ha, infatti, filmato la prima vacanza di sei coppie affette da sindrome di Down, cogliendo i loro momenti d’intimità e d’incomprensione, di divertimento e di organizzazione casalinga, i loro entusiasmi per una possibile convivenza futura e quel sano o insano senso di responsabilità che rende unico ogni essere umano. Il risultato dell’opera è parso sicuramente coraggioso; degno di encomi per aver tentato di sensibilizzare gli spettatori su un aspetto della nostra società ancora poco conosciuto.
Andare in vacanza in riva al lago di Bracciano, per una settimana, è un evento che potrebbe, per tutti noi, rientrare tra le consuetudini, appunto normali, dell’esistenza. Per Giulio Cagnazzo e Letizia Cananiello, Carlo Fiumara e Maria Teresa Mariniello, Arianna Porru e Lorenzo Puliga, Emanuele Raffaelli e Moira Oliverio, Chiara Vingione e Vittorio D’Angelo, Stefania Votta e Pierpaolo La Banca non è così: è la prima volta che si allontanano da casa, dalle loro abitudini, dai genitori che li proteggono, ma hanno un gran desiderio di «diventare grandi», di sentirsi indipendenti. Grazie a una enorme forza di volontà, una indomita caparbietà (questa certamente fuori dal comune), mostrano davanti alla telecamera una normalità stupefacente. Sette giorni in autonomia, in un camping, dove oltre a qualche svago – è pur sempre una vacanza! – dovranno gestire in coppia l’andamento familiare di una casetta messa a loro disposizione: dalla pulizia alla spesa, fino alla cucina. Sono le attività base per capire come ci si potrebbe organizzare qualora ci fosse l’opportunità di una vita in comune.
Come una vera coppia ha vinto il premio di miglior documentario, «per la capacità di narrare in modo delicato e coraggioso», al XVI festival internazionale della cinematografia sociale «Tulipani di seta nera» che s’è tenuto domenica 7 aprile allo Spazio Moderno di piazza della Repubblica. Angeli ha scelto, in sede di montaggio, di incrociare di tanto in tanto immagini di un’altra realtà, quella più consueta, ma lo ha fatto con la delicatezza del sogno: inquadrature sfocate, appannate, dai colori d’antan, in modo tale che questa realtà non inviti lo spettatore a fare subito un paragone inopportuno, piuttosto resti come una lampadina che s’accenda sulle più discrete riflessioni. Non a caso è arrivato anche il premio per il miglior montaggio, assegnato a Elisa Curatola. Ed è a questo punto che la sensibilità di ciascuno di noi ci guida alle dovute conclusioni. Potranno mai queste coppie vivere insieme per la vita in maniera normale? È una domanda che anche loro, dopo aver gioito immensamente per le proposte matrimoniali offerte e ricevute, si pongono con estrema lucidità. Il confronto a cui si sono sottoposte le sei coppie, s’è svolto in un’atmosfera di grande serenità. Trascorrere un’altra settimana in vacanza sarebbe certamente possibile, ci si dedicherebbe soltanto a rendere decorosa la sopravvivenza, così come per tutti durante le ferie, ma la vita? È necessario lavorare per guadagnare: un’attività che porta via tempo e tanta fatica. Come fare a recuperare quelle forze e quel tempo senza un adeguato aiuto? Qualcuno, affrontando questo discorso, è parso meno convinto, qualche altro invece più determinato. Ma è ovvio che le difficoltà ci sono. E l’Italia, in quanto a difficoltà sociali e sanitarie, a meno che non si tratti di un’emergenza, resta sempre in prima linea.
Il documentario – realizzato da Aipd – è stato girato con l’apporto di una équipe di specialisti, i quali, pur restando fuori dall’occhio dell’obiettivo, hanno svolto un ruolo imprescindibile, delicato, rispettoso e silenzioso. Questa è la differenza, purtroppo: mentre attraverso le immagini si cerca di alleggerire una «normale diversità», dietro la macchina da presa il mondo è sempre meno roseo.
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Come una vera coppia, un documentario di Christian Angeli del 2021. Con Giulia Cagnazzo, Letizia Cananiello, Vittorio D’Angelo, Carlo Fiumara, Pierpaolo La Banca, Moira Oliverio, Maria Teresa Mariniello, Arianna Porru, Lorenzo Puliga, Emanuele Raffaelli, Chiara Vingione, Stefania Votta. Sceneggiatura di Christian Angeli, Monica Berarducci, Francesco Cadelano, Anna Contardi, Elisa Curatola, Simone Spampinato. Regia di Christian Angeli. Presentato al XVI festival internazionale della cinematografia sociale «Tulipani di seta nera»
Foto in evidenza: © Aipd