A Sanremo il primo vincitore è Papa Francesco

Per la prima volta nella sua storia, un Festival della canzone passa alla storia per essere il primo a ospitare un videomessaggio del Papa

«La musica è strumento di pace» – con queste parole, pronunciate in diretta dal Vaticano, Papa Francesco ha lasciato un segno indelebile sulla 75ª edizione del Festival di Sanremo, in un momento storico senza precedenti. Un evento che ha incollato allo schermo 12 milioni di italiani, con punte fino a 18 milioni durante l’esibizione di Giorgia, Simone Cristicchi e Achille Lauro. Numeri che confermano, ancor più delle edizioni precedenti condotte da Amadeus, la forza e la popolarità di questa kermesse canora.

La redazione del TG1

Quest’anno, sotto la guida di Carlo Conti, il Festival si è fatto portavoce di un messaggio chiaro: pace e buone intenzioni, ribadendo il suo ruolo non solo di evento musicale, come quelle cantate sul palcoscenico dell’Ariston dalla israeliana Noha e dalla palestinese Mira Award in realtà  palestinese con cittadinanza israeliana che ha rappresentato Israele all‘Eurovision del 2009. In pratica israeliana e israeliana che cantano in nome della “pace”, in un surreale teatrino a beneficio del politically correct…

Se l’inizio delle serate di Sanremo è stato all’insegna degli effetti speciali, con una straordinaria Giorgia su tutti, a imporsi tra i favoriti sono stati anche artisti che hanno emozionato il pubblico con brani dedicati alle loro madri. Simone Cristicchi ha commosso l’Ariston con Quando sarai piccola, un toccante omaggio alla madre Luciana. Tony Effe, visibilmente emozionato, ha cantato Damme ‘na mano, dedicata anche lui alla madre Annarita. Il fascino tenebroso di Achille Lauro, in un elegante total white a righe, ha accompagnato Incoscienti giovani, anch’essa ispirata alla madre Cristina. Nel frattempo, Fedez, dopo aver superato il gossip di regime, ha portato direttamente la sua mamma a Sanremo. La cantante napoletana Serena Brancale, amatissima dal pubblico ma poco premiata dalle giurie tecniche, ha dedicato la sua intensaAnema e core alla madre, scomparsa nel 2020. Anche il giovane rapper partenopeo Rocco Hunt, in gara con Mille volte ancora, ha reso omaggio alla sua terra e alla madre. A coronare questo momento di emozione collettiva, persino il direttore artistico Carlo Conti, rimasto improvvisamente senza microfono per un blackout audio subito dopo il discorso inaugurale, si è commosso fino alle lacrime in conferenza stampa, ricordando la mamma.

Un Festival che fra ricordi e le emozioni di grandi che non ci sono più come Bosso e Fabrizio Frizzi e l’elegante coraggio della top model Bianca Balti, che lotta spavalda e coraggiosa contro il cancro sorridendo e dedicando all’amore il suo cuore, conferma sin dall’inizio la tendenza di una kermesse che ha abbandonato il glamour e scelto il sentiero sicuro dei valori, dei sentimenti lontano dai “rumori” e scandali veri o falsi, sale e pepe di un menu che in passato ha condito non poco le sue edizioni.

Sul palco dell’Ariston con Carlo Conti eleganti, garbati ironici e simpatici Antonella ClericiGerry ScottiMiriam LeoneElettra Lamborghini, i sempre verdi Duran Duran, inesauribile Frassica con un Malgioglio colorato, il nuovo affascinante Damiano David bello, bravo e raffinato che omaggia Lucio Dalla, orfano volontario dei Manneskin e con loro tutti i giovani emergenti partendo dal gettonatissimo Lucio Corsi.

L’avatar di Vincenzo Mollica

A scaldare il Festival con la sua inesauribile energia ci ha pensato Jovanotti, accompagnato dalla Rockin’ 1000 – The Biggest Rock Band On Earth, un supergruppo di musicisti provenienti da tutto il mondo che ha invaso le strade di Sanremo fino a raggiungere il palco dell’Ariston. Con barba incolta e un completo bronzo-oro, circondato da una folla in delirio sulle note de L’ombelico del mondo, Jovanotti ha dimostrato ancora una volta di essere, come ha scritto Silvia Fumarola su Repubblica, “il più grande spettacolo dopo il Big Bang”.Il Festival targato Rai, che celebra i suoi 75 anni, continua a sorprendere e a emozionare, coinvolgendo persino i cronisti di lungo corso come il sottoscritto che riuscì a far cantare a Gino Latilla, Tulli Tulli Tullipan. Tra loro, l’avatar di Vincenzo Mollica, tornato a sorpresa sul balconcino a lui dedicato di fronte all’Ariston, intervistato dal sempre brillante Paolo Sommaruga. Raccontare Sanremo è un’impresa complessa, ma la redazione del TG1 – da Sommaruga a Francesco Cristino, da Giorgia Cardinaletti a Leonardo Metalli, fino al maestro dell’editing Roby Di Stefano – riesce a farlo con passione e competenza. Insieme alle altre squadre Rai, confermano che Sanremo è, prima di tutto, la festa della musica, ben oltre industria, classifiche e competizione.