Forof è uno spazio d’arte che sei mesi fa, a febbraio, ha inaugurato nel cuore più antico del centro storico di Roma. È situato al civico n.1 del Foro Traiano e, varcato l’ingresso, dichiara dal primo metro la propria filosofia: creare un ponte tra archeologia e arte contemporanea. Le radici storiche come stimolo per una produzione che recepisca gli input del presente e ispiri suggestioni future. Forof osa, sperimenta, produce cultura, la valorizza.
Il progetto non nasce dal nulla. I locali di Palazzo Roccagiovine in origine ospitarono la prima sede di Fondazione Alda Fendi – Esperimenti. Giovanna Caruso Fendi, proprietaria ieri di Fondazione e oggi di Forof, ha mantenuto l’obiettivo di proporre e rendere accessibile al pubblico una finestra di dialogo tra archeologia, l’arte di oggi nelle sue variegate espressioni, e una società in frenetica evoluzione.
I due piani sono stati rimodernati, e, scendendo le scale, si cammina in sospensione sopra i resti dell’abside di quella che in antichità fu la Basilica Ulpia. Un’ esperienza immersiva e sensoriale, stimolata anche dalle sonorità in diffusione e dalla vivida illuminazione a contrasto.
La straordinarietà dell’ipogeo è oggetto della sfida che Forof rivolge agli artisti di tutto il mondo, chiamati a ideare mostre e installazioni ambientali capaci di relazionarsi con il tesoro di questo percorso sotterraneo.
Forof organizza il calendario annuale dei propri eventi intorno a due iniziative “contenitore”, ciascuna della durata di 5 mesi. Arte esposta, ma anche conferenze, performance, reading, musica, laboratori didattici, con il pubblico spettatore ma anche parte coinvolta nella gestazione del processo creativo.
La prima produzione, Lovotic by Sound Walk Collective, articolata in 5 episodi, ha registrato curiosità e forte partecipazione. Un ottimo segnale per una realtà che, e ne siamo lieti, arricchisce a Roma l’offerta di cultura.
Alzando e non di poco l’asticella della qualità.