Inaugurata il 19 marzo e visitabile fino al 31 luglio, “Donatello, il Rinascimento” è una delle mostre più importanti del 2022. Il percorso espositivo si snoda fra la Fondazione Palazzo Strozzi e le sale dei Musei del Bargello, presentando una mostra storica e irripetibile che ha lo scopo di ricostruire lo straordinario percorso di uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi. La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello, in collaborazione con Staatliche Museen di Berlino e Victoria and Albert Museum di Londra e con F.E.C. – Fondo Edifici di Culto.
Come si sa, Donato di Niccolò di Betto Bardi detto Donatello nacque nel 1386 a Firenze in un momento in cui la città toscana stava vivendo l’ascesa di una nuova élite (costituita da banchieri e commercianti) che avrebbe reso la città in pochi anni il paradiso degli artisti. Nelle sale che ospitano le opere di Donatello, infatti, l’artista è messo a confronto con capolavori di altri come Brunelleschi, Masaccio, Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Raffaello e Michelangelo, proprio come nella Firenze dell’epoca era in confronto quotidiano con colleghi e competitori.
Curata da Francesco Caglioti – professore ordinario di Storia dell’Arte medievale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa – la mostra raccoglie oltre 130 opere che si dividono tra sculture, dipinti e disegni. Ad aumentare il pregio dell’esposizione sono i prestiti unici, alcuni dei quali mai concessi prima, provenienti da quasi sessanta tra i più importanti musei e istituzioni al mondo. Una mostra-evento dall’unicità assoluta e irripetibile, con un valore culturale e storico altissimo.
Nelle sedi espositive viene mostrato come, attraverso un viaggio fra vita e opere, il “maestro dei maestri”, lo scultore “supremo” del Quattrocento italiano abbia dato effettivamente il via alla stagione del Rinascimento, una delle epoche più illustri dell’arte italiana. Viene così mostrata al visitatore il modo di fare scultura perfezionato da Donatello, che unisce prospettiva e caratterizzazione dell’arte, un nuovo modo di rappresentare le emozioni, cambiando parametro artistico catapultandolo nella modernità.
Il percorso espositivo accompagna i visitatori in un excursus che parte dalla giovane età del maestro arrivando fino alle ultime creazioni, mettendo in paragone le sue opere – come già detto – con sculture, dipinti e disegni di Brunelleschi, Masaccio, Mantegna, Bellini, Raffaello, Michelangelo e molti altri artisti.
Un allestimento che è sicuramente il risultato di uno studio profondo dell’opera dell’artista, che fa emergere tutte le peculiarità del maestro dei maestri.
A Palazzo Strozzi sono cento i capolavori donatelliani offerti al visitatore, fra cui il David in marmo, gli Spiritelli del Pergamo del Duomo di Prato e l’Amore-Attis del Bargello, nonché i grandi prestiti da musei come il Louvre di Parigi o il Metropolitan Museum di New York e insieme ad opere che per la prima volta nella storia escono dal loro contesto originario opere come il celebre Convito di Erode del Fonte battesimale di Siena e le straordinarie porte della Sagrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze.
Al Museo Nazionale del Bargello nel Salone di Donatello invece sono ospitati capolavori immortali come il San Giorgio e il David di bronzo e altre opere che ancora una volta illustrano l’influenza fondamentale che Donatello ebbe sull’opera degli artisti della Maniera Moderna.
Un evento più che una mostra per scoprire e riscoprire uno dei padri dell’arte italiana che hanno aiutato a rendere il nostro Bel Paese un centro di prestigio artistico.