A Bari la 13a edizione del Bifest 2022: il Cinema nella California d’Europa!

Archiviata la 94a edizione dei premi Oscar passata ormai alla storia non tanto per una kermesse sempre più sanremese e per l’Oscar a Troy Kotsur, primo attore sordomuto della storia, splendido protagonista di Coda – I segni del cuore di Sian Heder, un bel film che parla di amore, di famiglia e di valori perduti nel maxi mondo dei sordomuti, ma soprattutto per il  massiccio e altrettanto cinematografico ceffone rifilato in diretta mondiale , in esclusiva ABC da Will Smith  (premiato poi con l’Oscar) all’incauto comico Chris Rock colpevole di una battuta sulla calvizie della consorte seduta in prima fila accanto al marito.

Per fortuna fra guerre seguite in televisione come un serial e Covid mai completamente sconfitto, il mondo del cinema italiano ha scoperto che l’italo newyorkese Antonio Monda non è più il Direttore artistico della Festa Del Cinema di Roma. D’altronde come diceva Jack Warner l’inventore con la sua Warner Bros del cinema sonoro nella Hollywood degli anni trenta «chi si ferma è perduto!». Così malgrado la delusione per il mancato Oscar al bel film di Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio e non di Will Smith come si sono divertiti a scrivere certi “giornalini”, a Bari, perla dell’Adriatico ancorché’ capitale di quella Puglia che i turisti  chiamano ormai “la California d’Europa”, si è svolta nel magnifico Teatro Petruzzelli la 13a edizione del Bifest 2022 (Bari International Film & TV Festival) magnificamente diretto da Felice Laudadio già direttore della Mostra del Cinema di Venezia nonchè Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

Al Bif&st appena concluso con grande affluenza di pubblico e con un premio speciale al regista premio Oscar Giuseppe Tornatore  che ha parlato in video collegamento, per il suo bel docu-film Ennio dedicato all’indimenticabile Maestro autore di mille colonne sonore di altrettanti film: Ennio Morricone. Il Festival che nelle passate edizioni ha ospitato autori ed interpreti importanti da Jean Jacques Annaud a Luis Bacalov, da Michael Redforda Margharethe Von Trotta da Dario Argento a Marco Bellocchio ed Ettore Scolada Bernardo Bertolucci a Tony Servillo  e da Paolo Sorrentino a Carlo Verdone tra i tanti, quest’anno ha ospitato film, documentari, opere prime, convegni e master-class e anche anteprime di popolarissime fiction televisive di prossima programmazione: da Claudia Gerini che ha presentato il suo primo film da regista Tapis roulant a Lina Sastri,da Pif a Giuseppe Piccioni. A Riccardo Scamarcio protagonista  de L’Ombra del giorno è stato attribuito il Federico Fellini Platinum Award mentre alla raggiante  Miriam Leone è andato il Premio  Anna Magnani come miglior attrice protagonista nel ruolo di Eva Kant nel cinecomic dei Manetti Bros . Fra i docu-film  ha suscitato molto interesse soprattutto fra i giovani il  film Spazio italiano. Dalle origini al progetto San Marco scritto dal regista Marco Spagnoli e da Francesco Rea dell’Agenzia spaziale Italiana  con la voce narrante di Vinicio Marchioni, partendo da un’idea del giornalista del Corriere della Sera Giovanni Caprara intervenuto alla presentazione con gli autori e prodotto da Luce Cinecittà’ destinato alle piattaforme televisive.

Il film racconta l’epopea nello spazio dell’Italia che nel 1964 lanciò il suo primo satellite dalla piattaforma San Marco collocata a poche miglia dalle coste del Kenia, ma anche il rapporto dell’Italia con il cosmo iniziato sin dagli anni trenta a Guidonia dove venne creata la così detta “città’ dell’aria” dall’italiano Antonio Ferri il quale diede un’importante contributo  alla realizzazione del motore dell’Apollo 11, il vettore che portò   nel 1969  il primo l’uomo sulla luna. “Tra serie televisive e film” ha detto il regista Marco Spagnolo «una vera e propria nouvelle vague sullo spazio». Intanto il mondo del cinema italiano e non solo a cento anni dalla nascita ricorda Carlo Lizzani, uno dei registi più famosi con Rossellini, Fellini, Antonioni, Rosi, Monicelli, De Sica, Bertolucci, Scola del cinema del dopoguerra, si intitola  infatti “Carlo Lizzani, la storia e le storie” , una rassegna dei suoi film curata dalla Casa del Cinema di Roma ideata da Francesca del Sette e Giorgio Gosetti con Domenico Moretti e Vito Zagarrio e Flaminia e Francesco Lizzani figli del regista romano scomparso nel 2013. Fra i film L’oro di Roma capolavoro del 1961 interpretato da Jean Sorel, Annamaria Ferrero, Gerard Blain e Paola Borboni film che racconta la cronaca vera del rastrellamento da parte dei soldati nazisti degli ebrei nel Ghetto di Roma nell’ottobre del 1943. «Lizzani», hanno detto gli organizzatori, “ha narrato l’evoluzione dell’Italia nel novecento in sessant’anni di storia, una carriera registica che ha alternato commedia e dramma, western e film d’impegno sociale e politico.