Perché intestardirsi nella tranquilla ovvietà dei rapporti d’amore stabili, quando la realtà declinata nella versione pop è ormai in grado di proporre modelli fluidi e trasversali per chi è alla ricerca di “qualcuno che si occupi di sé ?” E’ questo il tema insistito di una divertente commedia andata in scena al Teatro Marconi nell’ambito della rassegna Comic off.
La pièce, che denuncia da subito più di un’ascendenza dai modelli espressivi americani, è sufficientemente esuberante, costruita su dialoghi serratissimi, capaci di premiare le abilità di tutti gli interpreti, non di rado alle prese con funambolismi verbali di grande impatto comico. Il racconto si dipana tra il tavolino di un anonimo bar metropolitano, luogo nel quale si sono dati appuntamento un imbranato inserzionista di un annuncio per cuori solitari (Alessandro Catalucci, che firma anche la regia) e Prudence (Tania Benvenuti) attratta dall’annuncio del quale intende esplorare la veridicità.
L’incontro si rivela subito ispido e scivoloso e l’azione transita per lo studio di una stravagante analista (Patrizia Casagrande) e poi nell’abitazione dello stesso inserzionista, laddove prende corpo nei panni di Bob, suo isterico convivente (Ilario Crudetti), la complicazione sentimentale che l’inserzionista aveva da subito dichiarato alla ragazza.
A quel punto sembra riproporsi l’eterno conflitto tra il modello coniugale (incarnato dai due conviventi omosessuali), e il terzo incomodo (Prudence), ma ci pensa l’estrosa analista a sovrapporre tutti i ruoli, ricordando che persino Checov, nel suo capolavoro “Il gabbiano” di fine ‘800, ci aveva ammonito che tutti i modelli amorosi convenzionali si rivelano fallibili di fronte alle insidie delle seduzioni.
Le scene sono di Violetta Canitano e Patrizio Barile, disegno luci Alessandro Marconcini