“Guarda chi si vede” e il superamento della perdita nel secondo lavoro di Riccardo Camilli

Il Cinema Delle Provincie ha ospitato dal 16 al 20 febbraio la prima visione di Guarda chi si vede. Secondo lavoro firmato da Riccardo Camilli, che del film è tuttofare: regista e attore nel ruolo di Marco, ma anche autore del soggetto, della sceneggiatura e del montaggio. Una commedia che affronta con il sorriso e modi gentili un tema assai delicato, il superamento di un grave lutto famigliare, il trauma della mancanza. Tra blocchi emotivi e sensi di colpa, distrazioni e vuoti. Chi se ne va e chi resta, con tutto il carico che ne consegue. Là fuori, l’ineluttabile scorrere degli eventi, le occasioni di rinascita che si presentano.

Girato tra dicembre 2019 a settembre 2020, anche con il contributo del crowdfunding, il film è prodotto da Riccardo Camilli e McFly e distribuito da Distribuzione Indipendente.

Claudia e Nina, interpretate dalle esordienti e brave Gioia Vicari e Alessia De Mattia, sono da anni “orfane” di un marito amatissimo e di un padre adorato come le stelle. Fatale per Marco fu il crollo di un ponte su cui venne a transitare mentre si reca ad un mercatino per rivendere i suoi preziosi vinili.

Il riferimento all’episodio del Ponte Morandi a Genova non è casuale e anzi ha fornito a Camilli l’idea attorno cui sviluppare la messa in scena. Pur con leggerezza, nel film si punta il dito contro le responsabilità delle istituzioni e lo sciacallaggio dei media, soggetti complici e a volte colpevoli di fronte a sciagure che lasciano conseguenze irreversibili nei cuori e nei pensieri di chi perde un proprio caro.

“Guarda chi si vede” però non ricerca soluzioni facili o risate gratuite, ma affronta la perdita improvvisa con garbo. Si sorride e tanto anche, di fronte alle apparizioni improvvise del defunto, che scanzonato e rock sprona la moglie a ricominciare. A vivere, “così rosico un po’ de meno”.

Le riprese, avvenute tra Roma, Monterotondo e Santa Severa, tratteggiano la vita semplice di un’umanità di provincia, trattenuta e a volte intrappolata in “costumi” sbagliati: il fidanzato dannato, l’amico a cui non si vuole dare una chance, vecchie conoscenze ormai sbiadite, il caos degli altri. Di una sorella maggiore, di una madre/nonna, di un’amica del cuore che azzarda un gesto inatteso.

Intrappolate nei rispettivi blocchi, come legate dalle corde del rispetto e del rimorso, le donne di Marco rifuggono la possibilità di ri-aprirsi all’amore. A rompere il ghiaccio è Nina: aiutata dalla passione per la musica comincia a frequentare un ragazzo, dando spazio al suo istinto vitale. E così, un po’ per caso, farà anche Claudia, convinta dalle apparizioni del marito che, completata la sua missione, decide di abbandonare la sua immaginazione. Per lasciare il posto ad un altro uomo, in carne ed ossa. Si chiama Alessandro, interpretato dall’impeccabile Angelo Orlando, che ricordiamo vincitore di un David di Donatello come Miglior attore non protagonista in “Pensavo fosse amore… invece era un calesse” di Massimo Troisi. 

Una menzione anche per gli altri attori del cast: Tania Angelosanto (Katia), Claudia Salvatore (Martina), Matteo Quinzi (Simone), Claudio Camilli (Fabrizio), Rolando Camilli (Alberto). E ancora Elisabetta Ventura, Ingrid Tassitano, Leonardo Incocciati, Ferruccio Lanza. Tutti convincenti e tutti presenti, questa sera, per la nuova proiezione del film organizzata al Cinema Tiziano di via Guido Reni.