L’inquilina del piano di sopra: la recensione

 di Antonio De Martino

 

Un testo ormai classico del teatro italiano, emblema della commedia, quella divertente, fresca e travolgente, ricca di doppi sensi e senza particolari pretese che tanto piace al pubblico italiano. “L’inquilina del piano di sopra” è il titolo dello spettacolo andato in scena al teatro Roma dal 7 al 16 gennaio con protagonisti Pietro Longhi e Paola Tiziana Cruciani, una coppia artistica consolidata che anche in questo spettacolo con la loro esperienza e immenso talento ci regalano una grande prova d’attore. In tutto lo spettacolo i due grandi artisti non sono mai sopra le righe e con naturalezza, garbo e maestranza ci fanno ridere di gusto su temi importanti come la difficoltà nella comunicazione, la solitudine, il sesso e la frustrazione. Temi appunto non banali, ma che vengono esposti in modo così brillante che lo spettatore sarà costretto a ridere addirittura di un suicidio!

Lui al piano di sotto, lei a quello di sopra. Bernardo è uno studioso di civiltà antiche, dedica la sua vita ad esaminare documenti, a svolgere ricerche e passa gran parte del suo tempo in biblioteca il suo luogo preferito. Per Bernardo gli umani sono da evitare, le relazioni con loro portano solo problemi e ansie inutili.

Sofia è un’imprenditrice che vive di rendita avendo ereditato da suo padre un’industria di caramelle. È una donna indipendente, ha un bell’appartamento e un’amica del cuore con la quale si intrattiene spesso a telefono, ma ha un disperato bisogno di trovare l’amore .

Queste due solitudini si incontrano il 14 agosto, giorno del sessantesimo compleanno di Sofia, che come ogni anno lo festeggia in solitudine essendo Roma deserta il periodo di ferragosto. Così dopo aver cercato maldestramente di suicidarsi, per disperazione, fa una scommessa con se stessa: conquisterà e sposerà il primo uomo che incontrerà e…suonano alla porta, ed è in questo momento che lo scontroso e apparentemente misantropo Bernardo entra nella sua vita .
Da qui, una serie di equivoci, gag e tante battute pungenti e con doppi sensi (“tira più mosche un barattolo di miele che un barile di aceto”). Questa volta Sofia non intende rinunciare, all’uomo che il destino le ha fatto incontrare mentre Bernardo è intestardito a non rinunciare alla sua amata solitudine. Nasce così, una simpatica “partita” fra i due i quali non comprendono subito di essere inconsciamente innamorati l’uno dell’altra. Fino a quando, tolti i freni delle paure , finiranno per aprirsi accorgendosi di non poter più fare a meno l’uno dell’altro .

Lo spettacolo con l’attenta e impeccabile regia di Silvio Giordani porta lo spettatore a riflettere sull’alienazione quotidiana e ad amare e ad apprezzare la vita proprio ridicolizzando il dramma che ognuno di noi ha in sé anche con un pizzico di autoironia che non fa mai male.

 

L’inquilina del piano di sopra
Di Pierre Chesnot
Con Paola Tiziana Cruciani e Pietro Longhi
Regia di Silvio Giordani