aIl regista Lucio Pellegrini presenta un biopic raffinato ed elegante degno del personaggio in questione: Renato Carosone, interpretato dalla giovane rivelazione Eduardo Scarpetta.
Il 18 Marzo la Rai ha proposto l’ultimo film televisivo di Lucio Pellegrini, in cui il protagonista è l’amatissimo Renato Carosone, all’anagrafe, Carusone. La reazione del pubblico a casa è stata tra l’impazienza e la suscettibilità, forse più al sud, perché di “sceneggiati” analoghi, con grandi nomi tra i protagonisti, se ne sono già visti; personaggi il cui percorso di formazione deve per forza essere tormentato e doloroso per poter arrivare al successo. Basta! Qui lo spettatore, oltre ad ammirare sin da subito la camaleontica somiglianza del protagonista con il mago del pianoforte, viene proiettato in una storia leggera ma mai approssimativa, grazie all’estro del regista e degli sceneggiatori che riescono a far fluire la sua passione, il suo impegno e quel pizzico di fortuna che ogni bravo ragazzo merita.
“Carosello Carosone” racconta un Renato che non combatte contro le “solite” avversità o non cerca quella “solita” via verso la redenzione, il personaggio che viene presentato al pubblico è un ragazzo volenteroso che è consapevole del dono materno e, per mezzo di questo, condivide la sua anima e la sua arte con il suo pubblico da Napoli a Rio, dall’Africa a New York.
Inconsciamente il telespettatore si sente parte della band di Carosone, vuole dargli consigli, rincuorarlo e idolatrarlo, per accentuare la sua etica da vero leader, raro soprattutto in questo campo. A rendere tutto frizzante e amabile è il lavoro del brillante compositore Stefano Bollani che ha curato le musiche, rimanendo assolutamente fedele (ci mancherebbe altro) agli spartiti di Carosone.
Quindi, regia, sceneggiatura, musiche originali e un’ottima fotografia rendono il risultato… “Chiù forte ‘e ll’onn quann ‘o ciel è scur.” Ciliegina su questa torta “made in Rai” è stata l’idea di scritturare attori nuovi e giovanissimi. Quella gioventù e quella voglia di affacciarsi al futuro che viene vista a casa e che molto dà alla buona riuscita dei personaggi in questione: vogliosi di dimostrare il proprio talento e farne godere a tutti.
Chi avrebbe potuto mai interpretare un colosso internazionale, ma soprattutto un simbolo della tradizione napoletana come Renato Carosone? La risposta è Eduardo Scarpetta. Talentuoso attore napoletano il cui sangue è lo stesso del suo omonimo trisavolo, che è capostipite della dinastia teatrale Scarpetta – De Filippo. Il giovane protagonista onora il suo nome, sfoderando quel talento che scaturisce solo dopo anni di studi recitativi e tanta gavetta e dimostrando ai giovani attori che solo studiando, guidati da passione e dedizione, una luce oltre questo buio tunnel dello spettacolo odierno ci può essere.
“Carosello Carosone” ha raccontato al pubblico non solo il grande artista, ma anche il bravo ragazzo cresciuto con valori familiari sani. Lui, l’amico sempre leale e sincero. In questa biopic si è raccontato soprattutto Renato, un uomo garbato, innamorato di una donna che, pur rimanendo nell’ombra, ha sempre stimolato la sua ispirazione. Si è raccontato di una storia d’amore rivoluzionaria per quell’epoca, dove un figlio illegittimo fa nascere improvvisamente un padre amorevole. Tante belle dichiarazioni d’amore sono passate in queste scene filmiche, sia verso la donna amata che verso il prossimo, segno di un equilibrio interiore che solo chi vive il successo personale come una crescita è in grado di palesare. “Chest’è!”.