“Ah se fossi Normale”, rassegna Trastestorie: la recensione

 di Miriam Bocchino

 

Dal 2 al 14 marzo si sta svolgendo in versione streaming la rassegna teatrale “Trastestorie de’piazza”, a cura del Teatro Trastevere, in collaborazione con il Progetto Ripa frati minori Lazio Onlus, l’associazione di quartiere Trastevere Attiva e il giornale Il Ventriloco.

Il 4 marzo è andato in scena lo spettacolo “Ah se fossi Normale” di e con Lahire Tortora.

L’opera ha per protagonista Giulio, un attore teatrale: l’uomo deve rappresentare un monologo, scritto dall’autore Massimo. Giulio, tuttavia, di cui lo spettatore osserva le prove, è convinto che il testo non sia del tutto ottimale per favorire l’interesse del pubblico. Dà, quindi, al regista dello spettacolo, Bruno, soluzioni alternative, espedienti che, tuttavia, non appaiono realmente concretizzabili o perlomeno convincenti.

L’interprete pensa, inoltre, di avere una grave colpa: la mancanza di traumi infantili che possano consentirgli di entrare maggiormente in contatto con il personaggio. Cerca, quindi, di scavare nei suoi ricordi per giungere in empatia con il ruolo ma inutilmente. Giulio si definisce, infatti, “refrattario alla disperazione congenita” e quindi necessitante di scoprire un trauma che possa dare soluzione completa allo spettacolo.

“Più tormenti ci sono, più il pubblico è soddisfatto”.

Lo spettatore osserva i tanti tentativi dell’interprete di modificare il testo. Soluzioni che cerca di trovare nei diversi modi di intendere il teatro: dal metateatro si giunge al teatro fisico, alla satira e successivamente a quello di rivista.

Cambia la storia del personaggio: da attore si trasforma in avvocato e in seguito in populista.

Giulio vuole ossessivamente scoprire la chiave che possa trasformare il suo monologo in qualcosa di differente e di originale, ma anche lo stesso Bruno, il regista, sembra dichiararsi insoddisfatto dell’opera.

Massimo, al contrario, manifestandosi sul finire dello spettacolo, si scopre arrabbiato per un testo che non conosce perché modificato drasticamente.

Sul palcoscenico solo una sedia fa da scenografia a uno spettacolo che, inseguendo le idee di un interprete, mette in scena il mondo teatrale e le sue differenti caratterizzazioni, materializzatesi nelle figure di attore, regista e autore.

I personaggi, soprattutto Giulio, sembrano inseguire un’idea di teatro sublime ed elevato che non potrà, tuttavia, concretamente realizzarsi: i mezzi economici, la nomea ma, soprattutto, la mancanza di una vera identità artistica sono elementi che non consentono alla messinscena di raggiungere quelle “alte vette” che il personaggio vorrebbe.

Lahire Tortora interpreta i tre personaggi, dandogli corpo e voce, ma “Ah se fossi Normale” sembra non avere la necessaria verve per riuscire a mantenere viva l’attenzione dello spettatore per tutta la durata dello spettacolo.

La qualità video della piattaforma streaming utilizzata (diretta sul canale social del Teatro Trastevere) non ha sicuramente aiutato nella riuscita ottimale della messinscena.