“L’ultimo Paradiso”: la recensione

Come due pittori cinematografici, Riccardo Scamarcio e Rocco Ricciardulli dipingono un’oscura realtà contadina degli anni ‘50, nella splendida cornice della Puglia.

Dopo settimane di inspiegabili primati nella TOP 10 di Netflix, finalmente dal 5 Febbraio il pubblico si imbatte in un titolo accattivante e da un cast che invita alla comoda seduta e al tasto play del telecomando. Si parla del nuovo film di Riccardo Scamarcio, per la regia di Rocco Ricciardulli“L’ultimo Paradiso”. L’attore pugliese dagli occhi verdi che è apparso già diverse volte nel panorama di Netflix, riscontrando sempre ottimo successo, qui ritorna in questo nuovo progetto filmico ricoprendo non solo il ruolo da protagonista, Ciccio Paradiso, ma anche quello di co-sceneggiatore e produttore. La meravigliosa fotografia, già dai primi minuti del film, porta lo spettatore in un entroterra pugliese degli anni’50, in cui i proprietari terrieri abusano senza scrupoli dei loro braccianti e anche di giovani ragazze. Il protagonista si oppone a questo sistema, affronta il capostipite, cumpà Schettino, interpretato in maniera eccelsa da Antonio Gerardi, la cui figlia rapisce il cuore di Ciccio. Quest’ultimo, già sposato, con prole, sogna di fuggire con lei, ma i buoni propositi del protagonista niente possono contro quella fierezza morale che negli anni del dopoguerra ha caratterizzato la popolazione del sud Italia, anche se talvolta la stessa serviva a celare soprusi familiari. Il regista Ricciardulli presenta quell’entroterra pugliese, i magici uliveti di Gravina indiscutibilmente ricchi di bellezza ma anche di misteri. La violenza sessuale, lo sfruttamento del lavoro, la sete di giustizia in un posto dove il padronato, dettato dall’onore, vige impellentemente.

Questa dark-novel trae ispirazione da un fatto di cronaca realmente accaduto, la cui narrazione oscilla tra amore e opposizione, presentando una trama con un ritmo narrativo relativamente lento che lo spettatore non percepisce come tempo morto bensì come possibilità per ammirare la bellezza della location. Nella seconda metà del film, al pubblico gli viene riservato un cambio inaspettato di prospettiva, altro colpo di scena che si aggiunge a quelle vicende apparentemente scontate, come quel finale dagli aspetti fantastici. Gli sceneggiatori hanno voluto offrire a chi guarda “L’ultimo Paradiso” una libera interpretazione nelle ultime sequenze di questo lavoro. Se l’intento degli addetti ai lavori era quello di far immedesimare lo spettatore in un abitante locale o un membro di quella ambientazione rupestre, hanno fatto centro, perché la sensazione che la pellicola lascia a chi la guarda è di terra sulle mani e paglia nei capelli. Nel cast sono presenti nomi femminili che hanno dato degna rappresentazione al panorama attoriale pugliese, come la madre di CiccioLucia Zotti“L’ultimo Paradiso” sembrerebbe proprio il videoclip perfetto per la poesia in note di Domenico Modugno, in cui raccontava la sua Puglia come “…amara terra mia, amara e bella”.