“#DirettaMente – Officina Pasolini a casa tua” – Gino Castaldo incontra Renzo Rubino.

 di Loredana Santella

 

Officina Pasolini è un laboratorio di alta formazione artistica della Regione Lazio e hub culturale diventato negli anni un importante palcoscenico su cui sono soliti alternarsi artisti della scena nazionale e internazionale. In questo difficile momento Officina Pasolini cambia i format ma continua gli appuntamenti con l’arte.

All’interno del ciclo d’incontri “#DirettaMente – Officina Pasolini a casa tua” mercoledì 25 novembre è stata la volta del cantautore Renzo Rubino intervistato dal giornalista e critico musicale Gino Castaldo.

Ricordi di Porto Rubino

Pensiero e azione. C’è chi pensa, studia e poi agisce e c’è chi agisce, poi pensa e impara. Io sono della seconda razza, sono per i tuffi di pancia, per l’azione prima del pensiero, sono per l’esperienza pura, quella che nasce da una programmazione sommaria, dall’anarchia sentimentale, dal primato dell’imprevisto. Anche il viaggio lo affronto così, come l’amore”.

Queste le parole che accompagnano il trailer di “Porto Rubino – Storie, Canzoni e Lupi di Mare”, docu-film girato la scorsa estate che racconta il viaggio di Renzo Rubino attraverso i mari della sua Puglia, da Polignano a Mare a Taranto, accompagnato dalla musica e dalla voglia di dare il proprio contributo al tema dell’inquinamento marino.

Gino Castaldo inizia la conversazione proprio da questo sogno di mare che oggi, facendo un tuffo indietro, Renzo Rubino racconta come il frutto di un’incredibile energia accumulata nei mesi di lockdown, un progetto fortemente voluto e realizzato, che oggi ricorda come un momento denso di stanchezza ma, in egual modo, di bellezza.

Dopo la visione del trailer, il racconto tocca quelli che, probabilmente, hanno rappresentato i punti salienti di questa esperienza, gli incontri con amici e colleghi e il naufragio nei pressi di Frigole.

Prima di eseguire “Porto Rubino”, colonna sonora del docu – film, Renzo racconta come in questo brano, scritto a Milano durante il lockdown, si parli incredibilmente di un naufragio, una coincidenza che sa di premonizione.

Ai fini del racconto per immagini, proprio il naufragio appare come un momento topico, un’avventura romanzata, contrariamente a quel che è stato nella realtà. Rubino ricorda, infatti, questa esperienza non proprio in modo piacevole, ci racconta come la partenza con condizioni meteo avverse, il maestrale, i problemi al motore e la conseguente perdita di controllo dell’imbarcazione l’abbiano portato a sostare sei ore su una secca.  A corrergli in soccorso sarà l’amico Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, a bordo di un gozzo appartenuto a Domenico Modugno. Un segno del destino che intreccia i fili della storia musicale di una regione intera: la Puglia.

A testimonianza di questa parte di viaggio viene mandato in onda l’incontro con Giuliano Sangiorgi e la sua intensa interpretazione del brano di Modugno “Cosa sono le nuvole”.

 

Domenico Modugno e l’ispirazione dei grandi cantautori.

La conversazione vira in maniera quasi naturale su Domenico Modugno, cantautore da cui nessun artista pugliese può prescindere. Rubino racconta il rapporto con l’autore di “Volare”, vissuto attraverso i racconti dei suoi familiari e gli ascolti prima dei pranzi domenicali a casa del nonno.

Ogni artista contemporaneo, secondo Renzo, è influenzato dai grandi nomi che hanno fatto la storia della musica nella propria regione. Non a caso, gli artisti pugliesi, citando tra tutti Sangiorgi e Diodato, hanno per lo più in comune un legame importante con la melodia, e “Modugno è la Melodia”.

Restando in tema, Castaldo chiede a Rubino la sua canzone preferita di Modugno, tra tutte ne vengono citate due, una meno conosciuta, “Milioni di scintille”, e la più famosa “Vecchio Frack”.

La regia manda in onda un contributo filmato di Modugno in una versione chitarra e voce, proprio di quest’ultimo brano che, senza fronzoli, arriva dritto allo stomaco in tutta la sua potenza.

Alla fine dell’esibizione, ospite e intervistatore pongono l’accento sull’incredibile capacità di Modugno di raccontare storie portando  l’ascoltatore all’interno della canzone.

Dovendo scegliere liberamente un brano da eseguire, Rubino opta per “Il mio mondo” di Umberto Bindi e Castaldo ne approfitta per chiedere al suo ospite quali siano gli artisti a cui si ispira.

Oltre a Bindi e Modugno, Rubino fa i nomi di Dalla e Bersani, uno dei cantautori che gli ha fatto venir voglia di intraprendere il percorso musicale.

Progetti per il futuro: da Porto Rubino all’opera classica.

Dando per scontato che il progetto “Porto Rubino” proseguirà anche il prossimo anno, Castaldo chiede informazioni in merito a programmi più strettamente discografici.

Rubino svela che ha in cantiere la realizzazione di un’opera classica, che sarebbe dovuta andare in scena l’estate scorsa, per ora rimandata.

L’idea iniziale era quella di far uscire il disco collegato prima della messa in scena dell’opera, ma l’incertezza in merito alla realizzazione della parte performativa mette per ora in standby l’intero progetto.

Rubino rivela che alla regia ci sarà Luca Tomassini, mentre Manuel Agnelli vestirà i panni del protagonista. Visti questi presupposti è evidente che l’opera avrà delle contaminazioni pop, andandosi a discostare dai grandi classici.

Nonostante la matrice più moderna del suo lavoro, Rubino racconta come Puccini sia stato per lui di grande ispirazione, perché la melodia di quest’artista è quella che sente più vicina al suo mondo.

Indipendentemente da come andrà, Rubino promette che uscirà sicuramente con un disco entro maggio, se non potrà essere l’opera, sarà un progetto discografico di altra natura. Questo, afferma, è il momento per fermarsi e riflettere.

Un’originale interpretazione di “Vieni via con me” di Paolo Conte chiude un’ora trascorsa in viaggio tra le onde di “Porto Rubino” ma anche tra i pilastri della canzone d’autore italiana.

Il docu-film “Porto Rubino” è disponibile su Sky Arte e on demand su Now tv.