“Il teatro dei sogni” di Andrea De Carlo: la verità ha ancora un peso nella società contemporanea?

 di Miriam Bocchino

 

La società contemporanea diventa ne “Il teatro dei sogni” un elemento divergente e complesso che conduce a un parossismo generale e alla negazione dei fatti.  “Il teatro dei sogni”, edito da La nave di Teseo, è l’ultimo romanzo di Andrea De Carlo.

L’opera letteraria, con tono apparentemente leggero, racconta al lettore l’acme a cui la società moderna è giunta: i mass media e la politica sono oggi in grado di rendere la verità un elemento labile e di convenienza, capace di mutare in base agli interessi particolari.

La narrazione trae origine da un comunissimo “salvataggio”: Veronica Del Muciaro, rampante inviata di un programma televisivo, viene tratta in salvo dal soffocamento causato da una brioche, dall’archeologo e marchese Guiscardo Guidarini. La donna, incurante del rischio appena corso, approfitta della situazione per mostrare a tutti i suoi follower il “salvatore” che, infastidito, cerca di sottrarsi alle attenzioni non cercate e non volute. Stremato dalle tante domande il marchese confessa, finalmente, la sua ultima scoperta archeologica: un antico teatro italico rinvenuto nella sua villa e riportato alla luce attraverso degli scavi privati.

La notizia diviene mediatica: lo show – business, impersonificato nel libro dal programma televisivo Tutto Qui!, si interessa alla vicenda, facendola divenire rilevante, anche per il mondo politico.

Chi assumerà il patrocinio del sito archeologico? Il comune di Cosmarete, rappresentato dal sindaco Massimo Bazzolato o quello di Suverso, raffigurato dal vicesindaco con deleghe alla Cultura e al Turismo Annalisa Sarmani?

La scoperta dell’antico teatro induce i “poteri forti”, ovvero i leader dei due partiti politici principali, Rivolgimento® e Unione, a intervenire per ottenere la tutela.

La politica e la televisione, nonostante siano, apparentemente, due mondi differenti, nel romanzo sembrano direzionarsi nella stessa via: mediocrità e ignoranza noncurante della realtà fattuale.

L’autore presenta al lettore un mondo degenerato; la collettività è ritratta nella sua forma più abietta ma forse anche più vera.

I personaggi del romanzo appaiono tutti pedine di uno stesso carnefice: la società fuorviante e apparente che induce gli uomini ad azioni convulse e disorientanti.

Il marchese Guiscardo Guidarini è simbolo di integrità e di estraneità ma viene “divorato” da un mondo che viaggia in una direzione contraria eppure tenace.

Veronica Del Muciaro rappresenta totalmente il mondo dei mass media e il giornalismo becero e superficiale, nonostante intimamente sia cosciente delle sue azioni. La donna è una presenza necessaria: si ciba di notizie e opinioni che, parallelamente, si cibano di lei.

Annalisa Sarmani sembra dominata da un effettivo fervore per il teatro ma, anche per il suo proprietario, inducendo il lettore a chiedersi se l’interesse sia reale oppure offuscato dalle emozioni.

Massimo Bazzolato, pur nella sua mediocrità di semplice politicante, è colui che, oltre a restituire al lettore l’ironia e il grottesco della vicenda, si mostra per ciò che è nella sua totalità: irascibile, dozzinale e fallace.

“Il teatro dei sogni” non eleva nessuno dei suoi personaggi dal ruolo di pedine e di esseri inferiori rispetto alla interezza della società.

La mercificazione delle notizie, la sopraffazione politica, l’orgoglio personale conducono allo stesso interrogativo: siamo attori o comparse nel teatro della vita?