Dopo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha augurato buon lavoro ai giovani giurati del cinquantesimo Festival Internazionale del Cinema dei ragazzi in pieno svolgimento con tutte le precauzioni necessarie dovuti al covid-19, è arrivata a Giffoni la testimonianza di un altro Capo di Governo quello del Cancelliere federale di Germania Angela Merkel. “Il Festival di Giffoni”, ha scritto in un messaggio indirizzato al fondatore il direttore Claudio Gubitosi, “è conosciuto ben oltre i confini italiani come uno dei principali festival cinematografici per giovani, dando la possibilità ai ragazzi”, ha continuato la Merkel, “di partecipare a vari eventi culturali e stimolando il loro interesse per i film e e mestieri del cinema”. Permettetemi di esprimervi i miei migliori saluti e i miei migliori auguri per il successo dell’evento di quest’anno”. Angela Merkel è un’amica di Giffoni, ha commentato Claudio Gubitosi, le sue parole mi riempiono di orgoglio e soprattutto mi hanno commosso. E allora a Giffoni per parlare con i ragazzi via streaming, in attesa di Sylvester Stallone, ci sarà oggi anche Richard Gere, che a Giffoni è già stato qualche anno fa, premiato con la targa Truffaut. “Giffoni” ha detto Richard Gere, “appartiene a tutti”, perché mi disse l’attore nel corso di una lunga intervista alcuni anni fa, “è un’importante palestra di incontro e di conoscenza. Le nuove generazioni qui vivono il futuro ad occhi aperti e con una speranza nel domani, che oggi noi adulti viviamo con molta difficoltà”. Fra i film in concorso oggi, a proposito delle belle parole di Gere, abbiamo rivisto volentieri “L’attimo fuggente” applaudito dai giovanissimi che non l’avevano visto quando uscì nel 1989. iI film, diretto dall’australiano Peter Weir, interpretato dal grande Robin Williams in una delle sue, forse più belle interpretazioni e da Ethan Hawke. A proposito di contrasto con i giovani soprattutto di dialogo con i giovani, lui nel film vestiva i panni di un insegnante di lettere che lotterà a favore dei giovani studenti dell’Accademia Welton nel Vermont contro vecchi regimi nell’America bigotta e conservatrice del 1959 e se non avete visto il film ma è anche un invito ai più grandi consiglio di andare a vederlo, perché è veramente un film indicativo, adatto proprio a rappresentare un Festival come questo. Ma del futuro e delle emozioni di questa palestra di vita ne parliamo a seguire con il sindaco di Giffoni Antonio Giuliano.
INTERVISTA AL SINDACO DI GIFFONI VALLE PIANA: Antonio Giuliano
Fare il sindaco di una città con come Giffoni Valle Piana non è così semplice, anche perché la città nel frattempo è cresciuta, non dico a dismisura ma è cresciuto di tanto, anche attraverso il Festival. Lo chiedo ad Antonio Giuliano, sindaco di Giffoni, che è anche il mio “principale”, perché io sono cittadino onorario di questa bella cittadina assurta agli onori della cronaca non solo italiana ma anche internazionale, grazie alla magia del suo splendido Festival. Allora Sindaco?
E’ una grande soddisfazione caro Tonino Pinto averti parte integrante della comunità giffonese, una realtà stupenda, una cittadina che nell’arco degli anni è cresciuta notevolmente, arricchendo il patrimonio culturale, storico, artistico e infrastrutturale, attraverso un’idea favolosa che è nata cinquant’anni fa. Stiamo vivendo il cinquantennale del Festival in una condizione totalmente diverso dagli altri anni, ma devo dire che quando c’è passione, determinazione e soprattutto assunzione di responsabilità in un momento storico molto delicato, dove il mondo intero è stato colpito da un killer invisibile, penso che ci sia bisogno di reagire ed agire in modo fermo, creando quelle condizioni ideali per poter far vivere questi dieci giorni ai giurati in massima sicurezza, perché il covid-19 così come abbiamo potuto capire in questi mesi passati, non risparmia nessuno.
Abbiamo messo in campo tutte le precauzioni sanitarie per poter sottoporre i giovani a test sierologici e nello stesso tempo abbiamo messo in campo tutte le attività per quanto riguarda il rispettare i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, le ordinanze regionali e nello stesso tempo mi sono assunto la responsabilità come sindaco, e avrei potuto fare anche scelte diverse, di non farlo, ma penso che in un momento come questo molto delicato, dove si scrive una pagina di storia indelebile per l’umanità intera, penso che sia doveroso attraverso la cultura trasferire messaggi ai giovani che attraverso l’educazione comportamentale e il rispetto per chi si ha di fronte, a prescindere dai luoghi di provenienza, penso che oggi sia doveroso da parte degli uomini delle istituzioni, assumersi questa responsabilità e trasferire ancora con maggiore forza nei confronti degli anni precedenti che quando c’è una guerra e soprattutto non si riesce a individuare il nemico, si devono creare quelle condizioni per consentire ad ogni essere umano che vive il pianeta, di potersi tutelare, per poter vincere questa battaglia e in questo Giffoni è un esempio.