La vera chiave, il punto centrale lo fornisce con un sorriso la Direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, e lo fa con una sola parola: Kairos.
Il tempo degli antichi greci, ma non Chronos, il tempo che scorre, Kairos è il “momento opportuno”. Nell’iconografia tradizionale è un giovane con i capelli sulla fronte ma la nuca pelata, a simboleggiare che l’attimo propizio una volta passato non si può più afferrare, ci ricorda che il saper cogliere la giusta occasione al volo è una grande qualità. Quanto poi al filo logico che lega Kairos a Raffaello è una storia del tutto romana e da questi ultimi giorni italiana.
L’invito della direttrice Jatta era infatti rivolto a tutti coloro che potranno approfittare ancora per un po’ dell’assenza di turisti per visitare i musei della città eterna senza troppa folla.
La prima occasione ce la forniscono appunto i Musei Vaticani, in occasione della riapertura della Sala di Costantino, in restauro dal 2015. Ed è proprio grazie a questo attento restauro che si è potuto attribuire, senza alcun dubbio, a Raffaello due figure di donna, la Iustitia e la Comitas, le uniche due dipinte ad olio con una tecnica che solo il grande maestro sapeva usare.
Infatti tra il 1518 e il 19 Raffaello riceve l’incarico da Leone X Medici di decorare l’Aula Pontificum Superior, cioè la quarta stanza, e la più grande, dell’appartamento di rappresentanza nel Palazzo Pontificio, quelle che ora conosciamo come le Stanze di Raffaello.
Il 6 aprile 1520, 500 anni fa, dopo lunghi giorni di agonia, il maestro muore lasciando incompiuta l’opera che viene conclusa da Giulio Romano e dai collaboratori di bottega di Raffaello che avevano tutti i suoi disegni preparatori.
Si è sempre pensato quindi che Raffaello non avesse messo mano a quest’ultima stanza, anche se per primo il Vasari ci parla di due figure femminili dipinte con una fattura ed una mano inconfondibile, quella di Raffaello.
Oggi, dopo il restauro, c’è stata la conferma, Iustitia e Comitas sono indiscutibilmente dipinti dal maestro di Urbino e noi ne possiamo finalmente ammirare la delicatezza del tratto e dei colori.
Ma torniamo al nostro Kairos, al nostro momento giusto da cogliere al volo: passeggiare all’interno dei Musei Vaticani senza la folla che preme, ammirare gli affreschi di Raffaello e di Michelangelo senza fretta, fermandoci di fronte al più piccolo dettaglio o di contro cogliendo il colpo d’occhio di opere eterne.
Godere, ad esempio, di tutta la tranquillità per ammirare la Scuola di Atene con le sue allegorie ed i suoi personaggi è davvero un privilegio raro. Così come entrare in silenzio nella Cappella Sistina, ammirare gli affreschi in raccoglimento e con tutta l’atmosfera di una chiesa.
Si rimane senza fiato, e può succedere anche che un prete chieda un attimo di raccoglimento ed una preghiera per le vittime del Covid e per coloro che hanno strenuamente lavorato per contenere il virus.
Un silenzio irreale avvolge l’ambiente. A guardarsi intorno ci saranno più o meno 15 visitatori e allora sì, questo è Kairos, questo è il momento opportuno da cogliere al volo.