“ESODO” di e con Simone Cristicchi: La recensione di Tonino Pinto

Non mi era mai successo, in 60 anni di carriera fra cinema, televisione e teatro, di assistere e di vivere in prima persona ad una standing ovation, con tutto il pubblico di platea e galleria in piedi, al teatro vittoria di roma ad applaudire per 10 minuti. Simone Cristicchi regista e protagonista di Esodo

Straordinario attore capace di coinvolgere e stupire, ancorché cantautore di grido con una carriera cominciata a 20 anni, vincendo nel 1998 il concorso nazionale cantautori con “L’uomo dei bottoni e conquistando nel 2007, dopo tantissime affermazioni in giro per l’Europa, il 57esimo Festival di Sanremo con la bellissima canzone: Ti regalerò una rosa

Dopo tanta musica, tantissimo teatro impegnato nel sociale, ma anche spettacolare, ha ricevuto la nomina a direttore artistico dello stabile de l’aquila. In Esodo, Simone Cristicchi racconta per voce, parole, immagini e una musica (coinvolgendo con la sua voce e la sua chitarra anche il pubblico in sala, che ha cantato insieme a lui “Io che amo solo te” rendendo omaggio a Sergio Endrigo), sviluppa un racconto, quello di “Esodo”, indubbiamente dalle fortissime emozioni, a cui Cristicchi dà spessore, dedicato al dramma delle Foibe e agli esuli istriani, fiumani e dalmati, cacciati dalla loro terra, torturati e barbaramente uccisi, donne, vecchi e bambini, dai comunisti di Tito, a seguito del famigerato ed umiliante trattato di resa dell’Italia fascista, firmato a Parigi il 10 febbraio del 1947, in cui l’Italia perse vari territori dell’Istria e della fascia costiera e a seguito del quale ben 300 mila persone, nate e cresciute in quelle terre, scelsero di lasciare le loro case. Si stima che nel 1947 furono migliaia le vittime massacrate dagli slavi di Tito.

“Esodo”, di e con Simone Cristicchi, è uno spettacolo da non perdere e da applaudire.