di Laura Dotta Rosso
William Shakespeare lo conosciamo e, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito nominare “ Romeo & Giulietta”. L’associazione “Teatrando” la mette in scena, dal 14 novembre al 1 dicembre, al teatro Pegaso di Ostia, pièce sempre attuale e originale. Il buio cala sugli spettatori e la rappresentazione inizia con gli interpreti che fuoriescono da una porta laterale e si destreggiano in mezzo alla platea: è la rissa tra i Montecchi e i Capuleti, fedele al testo originale del primo atto. Una voce fuoricampo, quella di Escalo, principe di Verona, interrompe lo scontro, ricordando che, in caso di ulteriori liti, i capi delle due famiglie sarebbero stati considerati responsabili e avrebbero pagato con la vita. Il racconto inizia e non si riesce totalmente a credere nella veridicità della scena: la regia non stravolge il testo, elemento molto apprezzato ma, atteggiamenti fisici goliardici e spiccati elementi della comicità moderna, richiamano l’attualità che, per un attimo, distrae lo spettatore dal contesto di fine Cinquecento.
Gli interpreti sono convincenti, soprattutto Tommaso Paolucci nel ruolo di un androgino Mercuzio,riesce a coniugare al meglio l’estroversione e il suo spirito libero con la tenacia e la forza. Efficace risulta anche Antonia Di Francesco, nel ruolo della balia di Giulietta, divertente, ma realistica nell’immaginario comune di nutrice, irriverente, ma rigorosa. Le coreografie di Marta Di Matteo aiutano il pubblico ad immergersi nelle situazioni e riescono ad amplificare le scene, rispetto a quello del palcoscenico, facendo prendere vita alla piazza di Verona o al palazzo del re. Gli elementi della scenografia sono semplici, ma funzionali e credibili: un’asse di legno sul muro si trasforma in un letto e un balcone, simbolo dell’opera, può facilmente essere usato come stanza del palazzo o come camera di Giulietta. I due protagonisti, Stefano Ferrara e Erica Lauro sono complici e in sintonia, anche se qualche tecnicismo di troppo da parte di lei e un’eccessiva leggerezza del partner, non richiamano la spensieratezza e l’ingenuità di Romeo e Giulietta.
Molto interessante il gioco di luci usato per la morte di Mercuzio e la fine del primo atto. La voce robotica fuori campo spezza l’attenzione del pubblico che, immediatamente, perde la credibilità nell’azione che si sta svolgendo; stesso effetto lo provocano anche le continue uscite dalla porta laterale. Un Romeo e Giulietta dove non si è profanato Shakespeare e in cui molti sono spunti vivi e pungenti. L’attualità del testo è testimoniata anche dalle parole del regista Alessandro Moser:“ la lettura dell’opera è in linea col territorio: le molte faide presenti nel testo portano al sacrificio dei due giovani amanti. Ciò sancisce la presa di coscienza da parte della città…ci auguriamo che anche Ostia possa prendere le sue prese di coscienza.” Questa versione di Romeo e Giulietta aiuta a riflettere, e a comprendere come le tematiche passate possano coinvolgere ancora oggi.