COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA al Teatro Due: La recensione

Antonia è sposata da tempo con un marito che non l’ama più.
È costretta ad accettare una relazione dietro l’altra da parte dell’uomo, che definisce la loro come una “coppia aperta”.
Inizialmente la donna, contrariata, prova tristezza, che sfocia più volte in vari tentativi di suicidio, perché in fondo non vuole lasciare il marito, ma allo stesso tempo è costretta a sopportare il peso delle corna.

Lui invece si diverte a giocare il ruolo dell’uomo che non si accontenta di una sola donna, ma è angosciato dall’idea che lei faccia lo stesso gioco con lui, tanto da farlo sprofondare nella depressione.

La verve di Matteo Maria Dragoni e Virginia Risso unita ad una gestualità che non teme cambi di registro, riescono a stemperare, la dove serve la drammaticità del tema trattato, riuscendo a interpretare appieno l’anima del testo.

Anche il leggero tocco di contemporaneità operato con intelligenza e misura dalla Risso sull’adattamento, unito ad una coerente scelta musicale (Io con te non ci sto più di Battiato in chiusura), ha reso assolutamente gradevole la messa in scena: fluida nei tempi e nelle battute  serrate tra i due “contendenti” e  soprattutto rendere giustizia ad una commedia che nonostante gli oltre trent’anni, dimostra ancora di essere estremamente attuale.

Questo divertente testo scritto da Franca Rame e Dario Fo agli inizi degli anni 80, è una commedia stile vadeuville, che con una certa ferocia denuncia l’arretratezza emotiva, culturale e affettiva di certi uomini obnubilati dalle continue tempeste ormonali e valorizza la sensibilità e l’ironia di donne come Antonia, eroina di tutte le mogli tradite e trascurate.