“Il Girotondo” all’Abarico Teatro: La recensione

di Miriam Bocchino

Tre donne e quattro uomini, tre prostitute e quattro clienti. Voci che si intercorrono, si sovrappongono e si zittiscono. C’è chi parla e chi lascia parlare, chi compie e chi fermo sta a guardare. Un girotondo di corpi, parole e silenzi.  Vite che si intersecano e nonostante la diversità si completano. Il sesso come comune denominatore.

La musica ipnotica e le atmosfere tinte di rosso accompagnano il “girotondo” dei personaggi, che si trascinano senza via d’uscita in una “non – esistenza”, fatta di abitudine e noia.

Emma e Alfred, lei donna sposata e lui il suo amante. Tra i due discussioni perenni: lei vuole lasciarlo, per non farsi scoprire dal marito, mentre lui tenta di dissuaderla.

Carl, marito di Emma. Uomo dai modi freddi e dai pensieri ambigui. La sua idea del matrimonio è distorta: “è meglio trattarsi da amici ogni tanto”, afferma, per far durare l’unione matrimoniale. Ma Emma è insoddisfatta, vorrebbe che il marito, il quale la crede una donna irreprensibile, la trattasse più da amante e meno da moglie.

“Le donne che desideriamo non sono quelle che sposiamo”afferma Carl.

Carl, in effetti, desidera altro e si lascia attrarre da una giovane donna che diventerà la sua amante. Giovane donna che, in seguito, conoscerà Robert, un commediante, incapace di donarle amore. “Tu ami me”, risponde ogniqualvolta la ragazza cercherà di comprendere i sentimenti di lui.

Robert, infatti, corteggerà anche un’affermata attrice, la quale, tuttavia, per stare con lui tradirà un altro uomo, un conte dai modi affabili e delicati.

Incontri che come un “girotondo” si compiono sulla scena e in un perpetuo movimento ricominciano. Un girotondo che aspira a fermarsi ma che impossibilitato a farlo diviene simulacro di tormenti, interrogativi e passioni.

La pièce è interpretata molto bene dagli attori, i quali affrontano un testo ambiguo, dello scrittore e drammaturgo austriaco Arthur Schnitzler, composto nel 1900, che porta con sé una domanda: il girotondo si fermerà e i personaggi si libereranno dalla spirale convulsa in cui, ormai prigionieri di sé stessi, vivono?

Interpreti: Maverick Morello, Fabrizia Sorrentino, Carmine Cacciola, Luigi Grippa,  Francesca Demarchi, Kevin Di Sole, Michelle Rizzo.

Regia:  Umberto Bianchi

In scena fino a Sabato 16 – Ore 20,45