di Laura Dotta Rosso
La nicchia di mattoni del Teatro Basilica, splendido e raccolto spazio di fianco alla basilica di S. Giovanni, accoglie lo spettacolo “Bianca”, in scena dal 5 al 10 novembre, omaggio a Moby Dick di Herman Melville, per la regia di Alessandro Di Murro con Daniela Giovanetti, Norina Angelini e la traduzione di Gianni Guardigli.
La voce di Norina Angelini e il meraviglioso suono del suo magico organo danno il via alla rappresentazione. Una sedia a dondolo ondeggia sulla sinistra del palcoscenico in cui domina una visione di donna distaccata, lo sguardo vuoto che non fa trasparire emozioni. “ L’essere umano è destinato a cercare”. Comincia l’osservazione, il viaggio, l’esplorazione del mare. Ed ecco che delle assi di legno in fondo al palcoscenico, distanziate tra loro e un palo con una tela graffiata rappresentano bene la nave con cui affrontare la spedizione. L’immagine che il pubblico si trova di fronte è poetica, suggestiva, delicata. Daniela Giovanetti si destreggia in modo eccellente nello spazio scenico, è padrona del suo corpo con cui crea fotografie magnetiche, affascinanti e, in alcuni momenti, angoscianti.
La sua recitazione è perfetta, pulita, ma si fa fatica, in certi momenti, a seguire il filo del racconto e a mantenere viva l’attenzione. La regia è attraente: le mani che fuoriescono dai tagli di quella che dovrebbe rappresentare la vela, dalle assi di legno, l’alternanza elegante tra le vibrazioni dell’organo, il cantato e la visione della scenografia, rendono l’immagine proiettata in un’altra dimensione. A tratti, però, risulta ripetitiva, lenta e faticosa da seguire. Moby Dick sembra un romanzo d’avventura ma in realtà, sul palco, è soprattutto introspezione psicologica ed espressione di sentimenti , perché “ il bene e il male, senza contorni, diventano il nulla”.
Le ombre create dal disegno luci sono semplici, ma espressive. “Bianca” è la neve, la paura, la fiamma che illumina la balena. Il cembalo suona il ritmo, riportando a un’epoca lontana, in cui la lotta e il desiderio di affrontare se stessi, di fronteggiare le paure, superano il panico di scontarsi con l’esplorazione di sé.