di Laura Dotta Rosso
Una borsetta con quadrati colorati, qualche bicchiere di vino, un tavolo, quattro sgabelli, una poltroncina e una tenda sullo sfondo. Questi gli elementi che accolgono gli spettatori di IL TEST, commedia di Jordi Vallejo con la traduzione di Piero Pasqua, già grande successo nella tournée spagnola, andata in scena venerdì sera nella sua prima nazionale al Teatro Tor Bella Monaca di Roma.
Scenografia semplice che non distrae la platea, attenta e mai annoiata dai dialoghi efficaci e pungenti. L’uso della tenda a fondo palco, per rappresentare la separazione tra la tempesta che si sta svolgendo nell’appartamento e il mondo esterno, non convince del tutto, nel momento in cui viene proiettato un albero di limoni che, immediatamente, riporta alla finzione, sensazione che fino a quel momento non si era percepita grazie alla bravura degli attori (Roberto Ciufoli, Benedicta Boccoli, Simone Colombari, Sarah Biacchi).
Tutti gli elementi sono studiati nel dettaglio: la tentazione viene impersonata da Toni, vestito di nero, amico di famiglia della coppia Hector e Paula, mentre questi ultimi indossano abiti di colore chiaro ad indicare la loro presunta bontà d’animo.
Lo spettatore è libero di mettersi in gioco, di porsi interrogativi per tutta la durata della rappresentazione, senza sentirsi giudicato o guidato verso una specifica opinione. Il dubbio e l’incertezza penetrano nelle coscienze dei personaggi e qualsiasi tipo di punto fermo inizia a piegarsi a una più pragmatica esigenza di liquidità.
Quanto i nostri principi, i nostri doveri, i nostri ruoli influiscono quotidianamente sulle nostre decisioni? Attraverso le risate questo testo riesce a cogliere temi importanti, a far riflettere su argomenti come capitalismo, etica,coscienza sociale, orgoglio, sacrificio, scetticismo con un ritmo incalzante, e incisivo. Siamo predestinati o siamo artefici del nostro destino? Meglio un uovo oggi o una gallina domani? Meglio 100.000 euro oggi o 1 milione tra dieci anni?
Il test che il personaggio della psicologa Berta, vestita di rosso acceso ad indicare l’elemento di sconvolgimento, ci propone, ha lo scopo di farci pensare a una nostra personale risposta a queste tre domande che, inevitabilmente, porteranno a mettere in discussione molti altri aspetti della nostra vita, emotivi, personali , lavorativi o sentimentali; se siete disposti a farvi trascinare da una tempesta emotiva e a mettervi sotto test, allora è lo spettacolo giusto per voi.
Oggi pomeriggio ore 18, ultima replica. Lo spettacolo tornerà dal 4 al 22 marzo al Teatro La Cometa.
costumi: Sandra Cardini – scenografia: Andrea Ceriani – Disegno luci: Francesco Bàrbera – Direttore Tecnico: Andrea Vannini – Assistente alla regia: Rebecca Righetti