E’ un appello pubblico, ma anche un discorso privato; è dialogo a tre teste ma anche crono-proiezione, salto che avanza nel tempo e in esso retrocede.
“Intimità” attraversa le epoche, dentro di esse si invischia con le stesse domande: primo spettacolo teatrale di “Dominio pubblico, la città agli under 25”, apre le danze ad un festival che al giungere della sua VI edizione, si ispira quest’anno alla ribellione come unico atto di protesta e di creazione dinanzi alle conformità della vita.
“Tu solamente sollevati! ”- insita nel progetto, realizzato negli spazi del Teatro India di Roma, è l’esortazione ad elevarci, sospinti dal bisogno irrefrenabile di luce, di poetica scoperta.
Entriamo in sala: tre attori sul palco, attori che fanno gli attori, che si affezionano, che fedelmente aderiscono al copione sempre uguale della loro esistenza.
Formulano dubbi, orchestrano domande, accennano risposte: “Come si fa ad uscire dal copione della ripetizione?”; sull’iterazione, sullo spostamento, sul brutale contatto col sussurro della solitudine, i monologhi prendono forma, si alternano, si coagulano, si trasformano ora in dialoghi, ora in soliloqui che ridondanti attraversano il pensiero.
Sulla scena vuota tre corpi quasi nudi, sospinti dalla viscerale volontà di scoprirsi, di accedere a quella dimensione entro la quale si smette di guardare la propria storia per entrarci dentro. Eppure non accade, eppure nuovamente tutto si invischia nell’autoconvincimento.
Frasi brevi, drastiche, taglienti; fluttuano nel flusso ininterrotto del tempo: si cerca di evitare l’errore, di disinnescare l’amore, di fare percentuali per inquadrare la situazione, ma tutto perde senso di fronte alla necessità ancestrale di “essere intimi”, di fuggire le proiezioni e ricondurci alla parte autentica e umana dell’esistenza.
Attraverso un’ironia tanto leggera quanto profonda, “Amor Vacui” presenta uno spettacolo dentro il quale ci sembra di specchiarci e che, per la regia di Lorenzo Maragoni, vede come interpreti Andrea Bellacicco, Eleonora Panizzo e Andrea Tonin.
Cerchiamo, ci cerchiamo, annaspiamo, è forse possibile un’alternativa che guardando a questo ne produca il senso?