di Andrea Cavazzini
Serata di musica e parole domenica sera al Quid di Via Assisi 117, una formula certamente non nuova nel novero dei tanti eventi che animano la nostra città,, ma che ha avuto sicuramente il merito, grazie ad un idea di per sé semplice, di costruire uno spettacolo godibile per il centinaio di intervenuti che hanno affollato la grande sala del noto locale romano.
Fabio Perozzi ideatore di questo “MUSIC & WORDS” con la collaborazione di quattro ottimi musicisti Marcello Lardo (chitarra), Daniele Gizzi (voce e chitarra), Umberto de Santis (basso) e Andrea Borrelli (batteria)e la partecipazione speciale di alcuni ospiti, ha saputo costruire un progetto che nasce con lo scopo di ricordare gli anni più interessanti del recente passato attraverso una selezione di canzoni che hanno rappresentato la colonna sonora di quel periodo e che negli auspici degli ideatori della serata potrebbe rappresentare un ottimo viatico per fidelizzare un pubblico sempre piu esigente alla ricerca di leggerezza e condivisione .
“RUN TO YOU” di Bryan Adams suggella l’avvio della serata dedicata al 1984, un anno al quale George Orwell dedicò uno dei romanzi più affascinanti della letteratura mondiale, dove la parola d’ordine era distopia, tutta la suggestione di immaginare un futuro dominato dalle macchine e dalla manipolazione del pensiero, ovvero quando la realtà supera la fantasia e cosi fu; lasciando il passo ad una realtà altrettanto inquietante. Fu anche l’anno dove un visionario uomo della California figlio adottivo di una coppia con lui meccanico e lei ragioniera, rivoluzionò il mondo dell’informatica fino a quel tempo dominata dai grandi sistemi inventando il Macintosh. Un epopea straordinaria, sintesi perfetta di un pensiero che molti anni dopo in occasione di una cerimonia all’università di Stanford divenne un must per le nuove generazioni: Stay Foolish, Stay Hungry! Il suo nome era Steve Jobs! Ma fu anche l’anno del Commodore 64, del Tetris e della prima passeggiata nello spazio senza cavi da parte dell’equipaggio dello Space Shuttle. E nonostante fosse il 1984 non tardava a farsi sentire la censura tanto che “Relax “ dei Frankie Goes to Hollywood venne bandita dalla BBC per i suoi riferimenti espliciti all’omosessualità. Cosa che non gli impedì naturalmente di balzare in vetta alle Hit di tutto il mondo.
Era l’anno del trionfo del Principe di Minneapolis che irruppe nelle classifiche di tutto il mondo con “Purple Rain” uno dei migliori pezzi mai scritti da Prince, che divenne anche un film per il grande schermo. Un anno costellato da successi e trionfi come la vittoria di Albano e Romina a Sanremo, edizione che vide esibirsi seppure in playback i Queen ma anche di lutti come l’improvvisa morte di Enrico Berlinguer in occasione di un comizio a Padova e tutti ricordiamo ancora il Presidente Pertini che volle riportarlo a Roma con l’aereo presidenziale.
Nel 1984 esce “Unforgettable Fire” degli U2 dedicato alle vittime delle atomiche, un album all’interno del quale spiccava Pride uno dei brani piu celebri della band irlandese.
Nel frattempo una giovane americana di nome Veronica Louise Ciccone spopolava con un brano pieno di allusioni e doppi sensi dal titolo “Like a Virgin”, un successo mondiale che lanciò Madonna nel firmamento dello star system .
E in Italia cosa succedeva in quel lontano 1984? Tre studenti buontemponi di Livorno si presero la briga di sbeffeggiare critici d’arte, ed esperti costruendo tre sculture che inizialmente furono attribuite ad Amedeo Modigliani facendole rinvenire in un canale. Uno smacco clamoroso che ebbe risonanza mondiale e che fu disvelato dagli stessi autori della burla che confessarono poco dopo ad un settimanale la loro impresa. Un vero e proprio processo di persuasione collettiva che fece capire come l’informazione attraverso i media poteva suggestionare e condizionare il pubblico.
Intanto nelle Charts di tutto il mondo trionfavano i norvegesi Ah-Ah con “TAKE ON ME”, autori anche di uno dei piu belli video musicali della storia della musica. Un brano che a distanza di quasi quaranta anni ancora mantiene tutto il suo fascino pop.
Alle nostre latitudini Pino Daniele lancia Musicante un album dove emergono i primi prodromi di World Music tra percussioni brasiliane e sonorità africane. Nell’album una splendida “KEEP ON MOVIN”cantata magistralmente da Giulia Maglione sul palco del Quid.
E in questa ideale scaletta dedicata al 1984 non poteva certo mancare lui il Boss al secolo Bruce Springsteen con “BORN IN THE USA”, un vero e proprio grido di battaglia, un invito agli americani a considerare il proprio paese diversamente dopo una serie di sconfitte politiche e militari sulla scena internmazionale. Sicuramente il suo piu grande successo mondiale che lo trasformò una star planetaria. E a proposito di riscatto ecco Cindy Lauper la “ragazza che volevo solo divertirsi” simbolo degli anni 80 con “TIME AFTER TIME”, una delle ballate piu intense della cantante statunitense passando per Sade con “SMOOTH OPERATOR” per approdare ad una delle band piu apprezzate dai teen ager dell’epoca gli Spandau Ballet con “I’LL FLY FOR YOU”, la band che insieme ai Duran Duran si dividevano gli entusiasmi e le passioni dei giovanissimi.
Ritorna sul palco la splendida voce e figura di Giulia Maglione che ci regala “CARELESS WHISPER” del compianto George Michael, un brano che ha fatto ballare e innamorare milioni di coppie in tutto il mondo e che Giulia rende magica con la delicatezza che le appartiene.
Il tempo scorre velocemente tra applausi , improvvisati balli e qualche hola, la scaletta propone gli ultimi due brani della serata di questa bella cavalcata targata 1984: “THE POWER OF LOVE” di Frankies Goes To Hooliwood e l’elettrizzante “DON’T YOU” dei Simple Mind.
Per concludere questo MUSIC & WORD è Un vero e proprio format che necessiterà di aggiustamenti e migliorie e che nelle intenzioni dello staff del Quid potrebbe trasformarsi in un appuntamento ricorrente per quella clientela in cerca di buone proposte per trascorrere una serata fuori casa. Un’idea ribadiamo non nuova guardando alla recente programmazione televisiva ma che ha comunque il merito di provarci in questa “operazione memoria” non solo per chi c’era ma anche per chi è arrivato dopo.