di Sara Marrone*
“Otello” e l’impossibilità di governare le passioni:
la coreografia di Fabrizio Monteverde per il Balletto di Roma al Teatro Quirino fino al 5 maggio
«Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri», le parole di Roland Barthes riecheggiano nella mente nell’osservare l’affascinante mistura di eleganza e forza fisica che è il testo coreografico dell’”Otello”, firmato da Fabrizio Monteverde e interpretato dalla Compagnia del Balletto di Roma. In scena al Teatro Quirino fino a domenica 5 maggio, la traduzione in danza della tragedia shakesperiana – come già è stato per “Giulietta e Romeo”, di cui vi abbiamo raccontato – si sposta in uno spazio indefinito, altro rispetto al testo originale del 1604. Non c’è la necessità di contestualizzare chiaramente l’azione, i movimenti: ancora una volta, l’interesse principale di Monteverde dimostra essere quello di dare voce ai corpi e alle passioni di cui sono veicolo, al di là della collocazione temporale, del contesto storico, della categoria sociale di appartenenza della storia e di chi ne è protagonista. Monteverde scava la psiche dei suoi personaggi per far emergere gli scheletri delle loro emozioni. E la danza è probabilmente il linguaggio prediletto per raccontare i sentimenti umani nella loro forma più immediata, istintiva, senza parole che le modellino razionalmente.
Quella di Fabrizio Monteverde è una coreografia complessa, costellata di micro-movimenti precisi, spesso violenti e azzardati, da cui trapelano passione carnale e desiderio di morte: due dimensioni strettamente legate, appunto, alla carne – rispettivamente alla sua espressione più esplosiva, vitale e alla sua disidratazione, alla sua fine. Iago (Paolo Barbonaglia) ed Emilia (Azzurra Schena), Iago e Cassio (Riccardo Ciarpella), Otello (Vincenzo Carpino) e Desdemona (Roberta De Simone) duettano sfidando la gravità, tra dolci incastri e rischiosi giochi di equilibrio. Tutto è seducente, tutto è tinto di rosso e nero– dai costumi, allo scenario, alle luci – direzionando l’occhio interno del pubblico verso quel legame interdipendente che c’è tra paura e desiderio, tra attrazione e repulsione, tra vita e morte. Il personaggio di Iago, così come nel classico, è centrale nell’insinuare in Otello il dubbio del tradimento di Desdemona con Cassio. Ne è simbolo il fazzoletto bianco, incarnazione dell’inganno e della gelosia, entrambi corruttori dell’amore e portatori di morte.
Nell’ultimo pas des deux di Desdemona e Otello, gli stessi passi che li mostravano uniti all’inizio del I atto, vengono riproposti, ma contaminati stavolta dal risentimento di Otello, e dal disperato rifugio nella sua carne dell’inconsapevole Desdemona. Se all’inizio era lui, simile a una statua di bronzo, a mostrare fiero il proprio corpo nudo, protetto dalla fiducia di sua moglie, nel II atto è questa a essere spogliata (letteralmente) della purezza del suo sentimento, costretta a mostrare crudamente il suo cuore non colpevole. Otello, accecato, soggiogato da una banalità, soffoca la sua amata, uccidendola.
L’”Otello” del Balletto di Roma è uno spettacolo di forte tensione emotiva e dall’affascinante impatto visivo. Nella sera della prima, quella dei ballerini del Balletto di Roma è stata forse la migliore prova del loro talento e della loro risonante presenza scenica dall’inizio del loro tour Nei Teatri di Roma, per averci fatto dono di una performance impeccabile e ricca di energia.
Nella scena finale dello spettacolo, la sovrapposizione di amore e morte trova il suo culmine e il suo coronamento grafico: come Giulietta su Romeo, Emone su Antigone (ma ribaltando le posizioni dei vivi e dei morti), Otello cede alla disperazione in seguito al suo gesto folle e si getta sul corpo senza vita di Desdemona, in un macabro amplesso finale.
*performer, actress, dancer, author | critica di teatro, danza e cinema freelance