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Neanche parenti: tra caotiche fragilità

Neanche parenti: tra caotiche fragilità

Fino al 21 dicembre il Piccolo Bellini di Napoli ospita sul palcoscenico gli allievi neodiplomati della Bellini Teatro Factory con Neanche parenti, di Gabriele Russo e Arianna D’Angiò.

Dopo la rivisitazione del testo di Beckett Finale di partita, Gabriele Russo con la sua drammaturgia e regia, ritorna alla dimensione della famiglia portando in scena Neanche parenti insieme ad Arianna D’Angiò. Uno spettacolo inedito che nasce senza né autore né testo, costruendosi intorno al ruggito di idee e passione dei membri della Compagnia Bellini Teatro Factory, ovvero di giovani che appena diplomati cercano di farsi strada in quel complesso mondo del teatro. Insomma, una pièce costruita attraverso le loro voci, i rispettivi corpi in movimento e quelle pulsazioni mosse da un’esigenza di comunicazione con il pubblico.

Neanche parenti: tra caotiche fragilità
Neanche parenti

Come in un quadro, Neanche parenti inizia con il fermo immagine di una famiglia stagliatasi da uno sfondo rosso velluto. Attorno, l’arredamento di un interno famigliare molto essenziale ma soprattutto mobile, che si lascia spostare da chi lo abita. Con questa scenografia – realizzata dall’Accademia Belle Arti di NapoliGabriele Russo e Arianna D’Angiò firmano una regia fortemente evocativa, che si muove nella narrazione drammaturgica (curata dagli stessi) comunicando per immagini e per i corpi e le voci che le attraversano. Viene raccontato, così, lo spazio intimo di una famiglia, in cui ciascun componente interpreta il proprio ruolo e quelli altrui secondo un interscambio continuo. La realtà che ne deriva assume ogni volta tratti nuovi e diversi, le prospettive cambiano e si intrecciano seguendo quello che somiglia più a un flusso di coscienza piuttosto che a una storia definibile.

Con questa sintesi, Neanche parenti si presenta senza tratti preimpostati o già definiti in partenza, manifestandosi come un attraversamento: «In scena non ci sarà una sola famiglia. Ce ne saranno molte. Forse nessuna. Questo spettacolo non è una destinazione. È un attraversamento. È un momento fragile, ma decisivo. Come ogni inizio» – sostiene Gabriele Russo. Infatti, lo spettacolo non deriva né da un testo già scritto né da un autore, ma si crea progressivamente sulla scena tramite la condivisione di idee e creazioni tra Russo, D’Angiò e gli allievi della Bellini Teatro Factory. Un intento chiave che dichiara il bisogno profondo di dedicare uno spazio importante ai giovani artisti, alle loro rispettive idee, nonché alle loro modalità di espressione sul palcoscenico. Perciò, il punto forte della pièce, che emerge subito e prorompe dritto fino alla platea che vi assiste, è quell’insieme di linguaggi diversi riuniti e coesi, poi, in un’esperienza collettiva.

E lo spazio della famiglia non è una scelta casuale, bensì risulta fortemente simbolico in questo senso: è la dimensione del doppio, in quanto rifugio ma anche distacco allo stesso tempo; il luogo dove emergono sia quella sottile coesione emotiva sia le rotture dei singoli individui. È una dicotomia persistente, eppure è proprio l’ingrediente saliente che rende Neanche parenti una rappresentazione di forte impatto emotivo. Con quei continui cambi di personaggi, interpretazioni, toni e scene, la narrazione che ne deriva assume i tratti di una fitta tela di ricordi e di coscienze dipanate da questi, che si intrecciano secondo un filo logico appartenente a una dimensione interiore. Scaturisce un testo per niente semplice, ma che funziona perché ben sostenuto da un sottile equilibrio tra la capacità di adattamento non scontata delle interpretazioni a ogni scena e la ricerca di un impatto visivo, percettivo.

Neanche parenti: tra caotiche fragilità

Insomma, Neanche parenti colloca il suo punto nevralgico in quell’apparente caoticità, ovvero in quella struttura molteplice da cui si rivela, in realtà, uno straordinario lavoro di equilibrio tra impostazione ed espressione. Trasforma il palcoscenico in una dimensione creativa in tutto e per tutto, in uno spazio di coralità viva in cui sentire, comunicare, condividere il proprio sentire. Lì, in quel momento, ci si spezza, ci si ricostruisce, ci si reinventa e ci si ritrova in una perturbante e comune necessità di sentirsi e di esprimere. Se si vuole, in questo senso è anche un invito rivolto a quei giovani artisti di andare oltre, di ricercare altrove rispetto a presunte regole fisse, a punti rigidi, indagando invece una realtà multipla e terribilmente vasta.

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Neanche parenti – testo e regia Gabriele Russo e Arianna D’Angiò – con la Compagnia Bellini Teatro Factory: – Greta Bertani, Filippo D’Amato, Daniela De Riso, Miriam Giacchetta, Gaia Napoletano, Matteo Ronconi, Umberto Serra – assistente alla regia Bellini Teatro Factory Martina Abate – scene Accademia Belle Arti di Napoli, cattedra Luigi Ferrignocostumi Enzo Pirozzi – progetto sonoro Antonio Della Ragione – gli allievi dell’Accademia Belle Arti di Napoli: Alessia Di Pace, Claudia Pugliese, Roberta Fierro, Laura lloret Garcia, Sabrina Olivia, Alessandra Avitabile, Salvatore Esposito, Emanuela Bartoli, Lucrezia Maria Aita, Claudia Sabella – produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini dal 4 al 21 dicembre 2025

Fonte immagini: Ufficio Stampa

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