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26 Novembre @ 10:30 23:30 CET

A ridosso della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne va fatto conoscere un chiaro esempio di oscurantismo culturale che ostacola la realizzazione di una cultura di parità tra i sessi e le persone.

Virginia Risso – attrice, autrice e regista, tra le voci più brillanti del teatro contemporaneo italiano – è tra le fondatrici di Teatro al Femminile (www.facebook.com/TeatroalFemminile), realtà nota nel panorama nazionale che produce spettacoli e iniziative volti a promuovere una cultura equa ed egualitaria, con la speranza che un giorno sia specchio della nostra società. 

Fiore all’occhiello di questa attività è lo spettacolo I dialoghi della Vagina, un testo contemporaneo che gioca solo nominalmente con l’opera Monologhi della vagina di Eve Ensler. Lo spettacolo è in tournée da quattro anni e riempie i teatri dal Nord al Sud della penisola, divertendo e facendo riflettere.

“A inizio settembre ho fatto richiesta di affitto del Teatro Comunale di Ventimiglia per una replica dello spettacolo a dicembre – spiega Virginia Risso –. I referenti del teatro, funzionari dell’Amministrazione civica, mi propongono di anticipare al 29 novembre, data in cui il teatro risultava disponibile, così da poter far rientrare lo spettacolo tra le iniziative legate alla giornata del 25 novembre. Accolgo l’idea e seguo la procedura per richiedere il patrocinio del Comune, specificando che anche in caso di mancata concessione avremmo comunque portato in scena I dialoghi della Vagina il 29 novembre affittando il teatro”. 

Settimane di silenzio, intervallate da risposte vaghe ai molti solleciti, segno di un evidente temporeggiamento. Finalmente arriva una email da un funzionario del Comune che comunica non solo la negazione di patrocinio, ma il divieto esplicito ad affittare il teatro “su indicazione del Sindaco on. Flavio DI MURO”. Scritto così, per togliere ogni dubbio sulla paternità della decisione.

“Sono settimane che richiedo un colloquio con il sindaco per capirne le motivazioni – dice Virginia Risso – ma non ricevo alcun riscontro. Mi fa molta rabbia imbattermi in un ostruzionismo che può solo nascere da ridicoli pregiudizi. La parità di genere deve essere patrimonio di tutte e tutti, apartitica, e un traguardo di civiltà”. 

Un traguardo da cui purtroppo alcuni amministratori paiono ancora molto lontani, dimostrando di avere pregiudizi o un infantile timore delle parole legate alla sessualità. E pensare che proprio ieri il Presidente Sergio Mattarella ha affermato: “Parità significa, prima di tutto, educazione al linguaggio del rispetto”.