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Aeterno Dorian Club: ritratto d’artista

Un pezzo d’anima su tela, frangenti di immortalità nello stupore di una bellezza intramontabile: a Teatrosophia la DarkSide LabTheatre Comapany stupisce ancora tra audacia ed estetismo reinventando il mito di Dorian Gray

Dissoluzione, decadenza, perdizione. Nel misterioso night club londinese AETERNO Dorian CLUB, l’immortalità umana, miracolo e paradosso, medita su se stessa e sulla propria disgrazia, contemplando inerme la propria maledizione. Si tratta di Dorian Gray, l’uomo dall’eterna giovinezza, ormai intrappolato in un limbo atemporale dove su musica elettronica passato, presente e futuro si confondono, dove l’azione dell’oggi si inceppa aprendo spiragli su ciò che fu. Fantasmi e visioni si affacciano, tormentano Dorian, come spettri dickensiani di una vita passata. Il tempo della resa dei conti, della verità.

La DarkSide LabTheatre Company torna in scena al Teatrosophia con Aeterno Dorian Club, uno spettacolo potente, visionario, sovversivo nel modo in cui lo è la vera bellezza, che desta dalla mediocrità e protende all’assoluto, all’eterno. Dorian Gray esiste, è vivo. Ai giorni d’oggi vive nel locale da lui stesso fondato a lui dedicato. I più grandi artisti e personaggi della società lo hanno cercato per carpirne il mistero dell’immortalità, ma lui è troppo infelice e solo, rinchiuso nelle proprie stanze, per accorgersene. “Io non sento…. amore” ripete la voice off, che ha il timbro profondo e contemplativo di Gianni De Feo, che torna più volte in momenti intensi e significativi.

Aeterno Dorian Club osa con l’eleganza e il fascino che contraddistingue le regie di Matteo Fasanella, addentrandosi in un terreno sperimentale intriso di fascino dionisiaco e tenebrosità. I reami maledetti dell’interiorità di Dorian Gray sono consumati dal peso dell’eternità che lacera e strazia. Può la vita avere un senso senza la sua controparte, la morte? O è quest’ultima a dargli valore, così come è la sofferenza a darne alla felicità? In una dialettica esistenziale degli opposti Dorian non trova il suo posto e sente che la sua vita, differentemente da quanto tutti pensano, non ha valore. Alla sua condizione di immortale tutti anelano ma per lui l’eterna giovinezza è la morte dello spirito. Vengono in mente le parole del Mondo di Sofia di Jostein Gaarder: “Soltanto quando provava una forte emozione all’idea che un giorno sarebbe scomparsa, si rendeva conto di quanto la vita fosse infinitamente preziosa. Erano come le due facce di una moneta, una moneta che continuava a rigirare tra le dita

C’è però una forma di immortalità che è un prolungamento dell’anima e alla portata del genio, un accesso alla condizione di atemporalità: l’arte. Attraverso di essa un pezzo dell’anima dell’artista rimane incastonato in questo mondo come una magnificente gemma eterna. Aeterno Dorian Club racconta la sete umana di immortalità e bellezza, sprofondando negli spettri dell’umanità, tormentata e febbrile. Dorian rappresenta la condizione dell’opera d’arte: eterna, incorruttibile. Zelda Fitzgerald, Andy Warhol, Virginia Woolf, David Bowie, John Lennon: i mortali che lo trovano, che gli parlano, i ricercatori di bellezza e verità.

«Solo come fenomeno estetico l’esistenza e il mondo sono eternamente giustificati» scriveva Nietzsche nella Nascita della tragedia. Dorian è l’ideale non l’ideatore. Una condizione difficile da sostenere, interpretata da Costantino Seghi, che modula una sofferenza contornata da un alone di impenetrabilità. Il suo iniziale atteggiamento contenuto quasi impassibile si deteriora lentamente a favore della perdita di controllo ed equilibrio, ma nonostante tutta la disperazione del mondo poggi su di lui, la parvenza di glacialità di Dorian rimane intatta e si forma uno strano sconcertante connubio tra freddezza e trasporto, indice di una non totale umanità. Un declino verso il tormento che apre però le porte di una nuova consapevolezza.

Ad accerchiare Dorian ci sono i personaggi del suo passato e figure storiche del panorama artistico ottocentesco e novecentesco. Lorenzo Martinelli interpreta Harry, l’esteta machiavellico senza scrupoli o rimorsi, che con il suo cinismo mette a nudo le fragilità e le ipocrisie di Dorian, ma è anche un eccellente John Lennon, serafico e idealista, sognatore e incredulo, curioso e pacifista. Sabrina Sacchelli per interpretare la donna amata e ferita da Dorian si cimenta in un passaggio interessante : interpreta la morte di Giulietta mettendosi nei panni di un’attrice che ha perso la capacità di recitare e che regala al suo amato una prova attoriale mediocre. Subito dopo diventa voce di verità ed eco di un rimpianto. Non si limita a un solo ruolo però: è anche Virginia Woolf, a cui restituisce saggezza e maturità interiore, luce e gentilezza, saggezza e spessore. Diana Forlani interpreta Zelda Fitzgerald e David Bowie con disinvoltura e libertà, nonostante il difficile compito di dare corpo da donna al secondo. Due ruoli diversi ma accomunati da eccentricità e rifiuto dell’ordinarietà. Nicolò Berti è un ottimo Andy Warhol ma anche il pittore Basil, che da mite e rassicurante esplode in uno scatto d’ira propedeutico a ripercorrere le tappe di un passato tragico.

Aeterno Dorian Club non è un adattamento del romanzo di Oscar Wilde, ma una rilettura libera e creativa della figura iconica di Dorian. Inizia spiazzando, attirando lo spettatore nelle fauci della dissolutezza e sensualità, chiedendo alle due attrici della compagnia di interpretare un terzo ruolo del tutto inusuale a teatro, a cui loro conferiscono con il proprio portamento dignità estetica e decoro, sublimando la licenziosità. Aeterno Dorian Club è riflessione estetica, spunto filosofico. Audace e ammaliante, esplora una dimensione in cui arte e vita si incontrano compenetrandosi in un incantesimo dalla genesi enigmatica che si rivelerà solo negli ultimi frangenti di questa visione maledetta. Un’indagine che si inabissa nei fondali di una perturbante bellezza. Sgorga dalla stasi della perfezione una necessità di amore che richiama a sé la mortalità della carne in favore dell’immortalità dell’anima e del vero sentire.

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Aeterno Dorian Club – Drammaturgia e regia di Matteo Fasanella – Con: Costantino Seghi, Diana Forlani, Sabrina Sacchelli, Niccolò Berti, Lorenzo Martinelli – Allestimento scenico: Alessio Giusto – Costumi: Niccolò Berti – Coreografia: Valentina Falanga – Aiuto regia: Virna Zorzan – Assistente alla regia: Vivian Guarneri – Disegno luci: Matteo Fasanella – Darkside LabTheatre Company – Teatrosophia dal 19 al 23 e dal 26 al 30 novembre 2025

Foto ©Benianimo Finocchiaro

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