Al Teatro Manzoni di Roma, dal 13 al 30 novembre 2025 una fiaba teatrale che riaccende la magia del circo di un tempo, tra acrobazie della memoria, amore senza età e l’arte purissima del trasformismo.
Chi, da bambino, non ha sognato almeno una volta il circo? Quel grande tendone bianco e rosso che irrompeva nella quotidianità per sospenderla, regalando stupore, slanci d’immaginazione, arti straordinarie, clownerie e acrobazie cariche di meraviglia. È questo l’immaginario che Circo Paradiso riporta alla luce mentre si apre il sipario del Teatro Manzoni: un tuffo nel passato, nell’incanto di qualcosa che non esiste più o che, forse, esiste ancora, altrove, nella memoria di chi non ha smesso di sognare.

Tiziano Caputo
La scenografia, curata con precisione e delicatezza, ricostruisce un circo d’altri tempi, evocativo, nostalgico, ma vivo. Basta un colpo d’occhio per ritrovare sensazioni sopite: profumi, colori, emozioni che ritornano in scena con la forza dei ricordi più dolci. È su questo palcoscenico sospeso che Agnese Fallongo e Tiziano Caputo raccontano una storia semplice e fortemente umana, fatta di amore, scelte, cadute e voli.
I due interpreti, straordinari nella loro essenzialità, si trasformano con un gesto: un giro di scialle ed ecco comparire giovani sognatori, anziani testardi, padri, madri, compagni di vita e di arte. Attori-plasmatori, capaci di attraversare accenti, corpi ed energie diverse con una naturalezza che conquista. La loro è una danza teatrale precisa, appassionata, commovente: Cesare e Attilina, si cercano, si perdono, si ritrovano, in un gioco eterno di trapezisti che un tempo brillavano sotto il tendone e che oggi brillano nei cuori degli spettatori.
La cornice narrativa è molto tenera: i due protagonisti, ormai anziani, devono ritirare un premio, il prestigioso “Trapezio d’Oro” ed esibirsi un’ultima volta insieme. Cesare ha paura: il corpo non è più elastico, la gioventù ormai è passata. Ma basta la mano di Attilina, la sua esuberanza, la sua fiducia incrollabile, per farli tornare come lucciole, quelle del circo di ieri, e quelle che oggi illuminano la storia.
Il segreto? “Testa, cuore e disciplina”. Tre parole che diventano una dichiarazione poetica, una piccola filosofia di vita che il testo scolpisce con dolcezza e saggezza. Se una di queste manca, si cade. Se camminano insieme, si vola.
Lo spettacolo è costruito con amore: musiche suggestive, spesso cantate dal vivo al punto da diventare un musical, suoni che accompagnano i cambi di personaggio come piccoli incantesimi, campanelli che diventano segni, una regia attenta e pulita, luci calde che avvolgono il susseguirsi delle scene, costumi e oggetti semplici ma geniali. Nessun digitale, nessun artificio: solo teatro, quello vero, fatto di mani, voci, presenza, creatività.

Agnese Fallongo e Tiziano Caputo
L’unico elemento meno efficace è l’uso dei microfoni, che attenua la naturalezza delle voci; una scelta tecnica comprensibile, ma non pienamente coerente con la delicatezza artigianale dell’insieme.
Circo Paradiso è uno spettacolo tradizionale nel senso più bello del termine: un omaggio ai circensi, ai mestieri umili e poetici, al coraggio di chi vola sapendo di poter cadere. Un racconto scritto e interpretato con autenticità, che emoziona fino ai singhiozzi e che, soprattutto, ricorda allo spettatore che sognare è ancora possibile.
Nel suo abbraccio nostalgico, Circo Paradiso ci restituisce un tempo in cui l’arte era fatta di mani, sudore e stupore: un invito a continuare a usare testa, cuore e disciplina, sul palco come nella vita, e a credere che, anche senza tecnologia, il teatro può ancora accendere lucciole dentro di noi.
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Circo Paradiso di Agnese Fallongo – con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo – Regia di Adriano Evangelisti e Raffaele Latagliata – Musiche Tiziano Caputo – scene Andrea Coppi – costumi Nicoletta Ceccolini – Una Produzione Teatro De Gli Incamminati / Teatro Metastasio di Prato. – Dal 13 al 30 novembre 2025 Teatro Manzoni di Roma





