Una piacevole chiacchierata con la nuova stella dell’ hip hop nostrano, tra aneddoti e rap “old school”
Fra’ Sorrentino è un artista della parola: con la sapienza di un cantastorie, utilizza metriche, rime e incastri che inserisce nelle liriche insieme a tutta la sua anima, determinando così la sua essenza.

Se poi ci aggiungiamo che il suo produttore e manager è Matteo Gabbianelli dei kuTso (così per dire), che lo supporta nella sperimentazione sonora e musicale degli arrangiamenti, si ottiene un mix di sicuro successo. E di fatto la sua affermazione è già in atto (ma noi crediamo sia solo l’inizio).
Rapper originario di Marino, piccolo comune dei Castelli Romani (sì, proprio quello della sagra dell’uva e della nota canzone popolare), ma di origini sorrentine, si fa presto notare ottenendo riconoscimenti (menzione d’onore al premio Colasanti-Lopez indetto da Laziosound, vincitore di Emergenze Rock nel 2024 e del Premio MEI nel 2025, così giusto per dirne alcuni). Approda prima sulla Radio nazionale con una performance live del brano Oro – andata in onda nel programma Viva Rai2! di Fiorello –e in seguito in televisione, diventando ospite fisso del programma BellaMa di Pierluigi Diaco.
Come nasce il Fra’ Sorrentino artista?
Sin da piccolo giocavo con le parole scrivendo poesie. Ho iniziato ad approcciarmi alla musica durante il liceo: mi piaceva una ragazza e ho iniziato a scrivere alcune canzoni dedicate a lei. Ho comprato un microfono e ho registrato le parti vocali su alcuni beat che avevo scaricato da Youtube, incidendo un CD di 9 tracce che le ho regalato. Con la ragazza non è andata bene, però ho scoperto in questo modo che mi piaceva scrivere canzoni. Vengo a sapere che a scuola c’era un professore, prossimo alla pensione, con un figlio musicista, che aveva collaborato anche con Alex Britti. Prendo coraggio e decido di farmi avanti: parlo con questo professore del CD che avevo inciso e lui mi mette in contatto con suo figlio, Matteo Gabbianelli, mio attuale producer e manager, a cui faccio sentire i brani che avevo inciso e dai quali abbiamo tirato fuori i miei primi singoli. E da lì è partita tutta la macchina.
Tu già allora eri orientato sul voler fare rap? O è stata una scelta casuale?
Le canzoni in realtà erano uscite un po’ così, forse perché da una parte non sapevo ancora cantare molto bene, dall’altra però mi piaceva il rap, quindi le due cose si sono unite e ho pensato che quella fosse la forma che meglio mi rappresentava. Ho poi sempre pensato che nel tempo avrei potuto inserire, migliorandole, delle parti cantate nelle mie canzoni. Cosa che poi in effetti è avvenuta: nel suo ultimo album Si Storia Pe Me del 2025 Fra’ Sorrentino canta eccome (e lo fa molto bene ndr).
Ascoltando le tue canzoni si può certamente apprezzare una ricercatezza dal punto di vista musicale, ma quello che colpisce è che si sente – soprattutto nelle liriche e nel tuo modo di cantare – l’influenza del rap anni ’90, diciamo old school rispetto al rap più recente: pensiamo ai Club Dogo, a Fabri Fibra o Inoki. Sei d’accordo?
Assolutamente sì. Oltre a questi che hai citato, tra gli artisti che mi hanno influenzato maggiormente ci sono sicuramente I Co’Sang (duo hip hop formato a Napoli nel 1997 da Ntò e Luchè, NdR), che ho scoperto e ascoltato tantissimo durante gli anni di liceo, nonostante fossero usciti quasi dieci anni prima. E’ stato per me un fulmine a ciel sereno e mi hanno influenzato molto soprattutto nella scrittura del primo album Oro. Un altro artista che amo molto per la capacità di creare rime e incastri con le parole è Caparezza.
E come è stata la collaborazione e il percorso che hai fatto con Matteo Gabbianelli?
Lui è stato un vero e proprio maestro. Oltre a insegnarmi la musica dal punto di vista tecnico (armonie, solfeggio, ritmo), mi ha fatto evitare molti errori che tanti ragazzi, come me, che iniziano dal nulla, spesso commettono. E’ stato un po’ come un “Virgilio in mezzo alla selva oscura”.

La copertina dell’ultimo album di Fra’ Sorrentino, “Si Storia Pe Me”, del 2025
Hai nuovi progetti in cantiere?
Sì, tra qualche giorno, il 12 novembre prossimo, uscirà il mio nuovo singolo che si chiama C’è chi dice, una canzone che parla di guerra e che presenterò durante il release party che ho organizzato al Bar Celestino di San Lorenzo proprio il 12 novembre. Sarà una serata di beneficenza in cui tutto il ricavato raccolto verrà donato a Every Child is My Child, una associazione che si occupa dei bambini della striscia di Gaza.
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Oro – di Fra’ Sorrentino – prodotto da Matteo Gabbianelli e Fra’ Sorrentino – Artist First – 2023
Si Storia pe Me – di Fra’ Sorrentino – prodotto da Matteo Gabbianelli e Fra’ Sorrentino – Ada Music – 2025




