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Un palazzo reale per il Principe Totò

Un viaggio nella vita, nell’arte e nell’ironia del Principe della risata, tra ricordi, film e tesori della Napoli che non smette di amarlo

Si è inaugurata al Palazzo Reale di Napoli, in Piazza del Plebiscito, la spettacolare mostra Totò e la sua Napoli, che la città partenopea dedica al suo figlio più illustre: Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, per tutti Totò, il principe della risata.

Con questa mostra, Napoli festeggia uno dei suoi più grandi artisti, protagonista assoluto del cinema, del teatro e della musica italiana, nell’ambito delle celebrazioni per i 2500 anni della città, patria di geni e pensatori da Eduardo De Filippo a Benedetto Croce.

Fino al 25 febbraio 2026, il percorso espositivo riunisce documenti, oggetti, costumi di scena, immagini d’archivio, manifesti e 16 film scelti fra i 97 interpretati da Totò durante la sua straordinaria carriera.
Curata da Alessandro Nicosia e dall’antropologo Nicola Marino, la mostra accoglie i visitatori con una proiezione di Totò nei panni del pazzariello, tratta dal film L’oro di Napoli di Vittorio De Sica, preludio a un viaggio emozionante e coinvolgente nella memoria collettiva.

Dal quartiere Sanità, dove nacque nel 1899, fino ai funerali oceanici che si svolsero tra Roma e Napoli, la mostra restituisce il ritratto di un artista amatissimo, legato visceralmente alla sua città. Totò, infatti, non mancava mai di tornare nella sua Napoli: «Almeno ogni dieci giorni – diceva – era come fare il richiamo del vaccino».

Di notte, a bordo della sua celebre Cadillac, si aggirava per i vicoli per sfuggire alla folla, e la leggenda racconta che infilasse mazzette di denaro sotto le porte dei più poveri nei quartieri spagnoli.

«La sua maschera – diceva Benedetto Croce – è intagliata nel legno dell’arte, come quella di Pinocchio».

In primavera, la mostra approderà anche a Brooklynsu iniziativa dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, portando oltreoceano il mito del Principe della risata. E tra le immagini in esposizione, torna al Palazzo anche la celebre scena in cui Totò, “guida non autorizzata”, illustra ai turisti i re di Napoli inventando nomi improbabili: da Carlo Alfonso a Garibaldi, fino a Lauro, mitico sindaco del dopoguerra che regalava pacchi di maccheroni agli elettori, e persino i calciatori Sivori e Altafini. “All’elenco mancava solo il suo nome”, scrive con ironia Michele Gravino su la Repubblica.

Una parte consistente del percorso è dedicata alle scene e agli spezzoni di 16 film ambientati a Napoli, tra cui 47 morto che parlaSan Giovanni decollatoFifa e ArenaNapoli milionaria e Operazione San Gennaro.

Attore, sceneggiatore, musicista, paroliere, poeta e filantropo, Totò fu spesso frainteso dalla critica ma adorato dal pubblico. A rivalutarlo furono Pier Paolo Pasolini, che lo volle protagonista di Uccellacci e uccellini, e prima ancora Monicelli & Steno, che lo scritturarono nel 1951 per Totò, guardie e ladri, accanto ad Aldo Fabrizi.

Oltre che grande attore, Totò fu anche autore di numerose canzoni, tra cui la celebre Malafemmina, interpretata da Roberto MuroloFausto LealiMina e James Senese.

«Se la mia voce dà fastidio – diceva Totò – vuol dire che canterò internamente. In tempi di crisi gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli. Signori si nasce, e io lo nacqui».

E, con la sua inconfondibile ironia, concludeva: «In fondo la vita è fatta di cose reali e di cose supposte. Se le reali le mettiamo da parte… le supposte dove le mettiamo?»

Buon divertimento a tutti, anche a quelli antipatici!

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