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Creatori di mondi


Due leggende del fumetto si incontrano a Lucca Comics & Games

L’edizione 2025 di Lucca Comics & Games raggiunge il culmine con Creatori di mondi. Dialogo tra Tetsuo Hara e John Romita Jr., l’evento che mette in comunicazione oriente e occidente attraverso due grandissime personalità del mondo del fumetto, costruendo quel ponte tra le due parti del mondo auspicato durante la cerimonia di apertura.

Il panel mette faccia a faccia in un dialogo sulla loro arte il disegnatore John Romita Jr., colonna del fumetto di supereroi americano e il mangaka Tetsuo Hara, co-creatorte del celeberrimo Ken il guerriero (Hokuto no Ken).

I due non potrebbero aver avuto inizi più diversi nel mondo del fumetto.

Hara racconta di aver capito fin da quando era molto giovane che sarebbe voluto diventare un disegnatore. Da piccolo leggeva molte riviste e guardava molta televisione, venendo quindi la sua capacità creativa altamente stimolata da tute queste attività di percezione visiva. Diversi manga come L’Uomo Tigre (Tiger Mask) hanno influenzato la sua vita e il suo lavoro.

Romita Jr., invece, ha deciso che sarebbe diventato disegnatore perché, a suo dire, era uno studente mediocre, un atleta mediocre, insomma, non eccelleva niente e vedendo lavorare suo padre, il leggendario John Romita Sr., ha pensato che tutto sommato non sarebbe stato un brutto lavoro.

Avere un modello come il padre è stato un bene e un male per la sua professione, poiché è qualcosa che lo ha spinto sempre a cercare di migliorarsi per raggiungerlo, ma sapendo allo stesso tempo che non ci riuscirà mai. John Jr., comunque, ringrazia il padre per non avere un ego, come lui a sua volta non lo aveva. La ragione? Se pensi di essere grande non diventerai mai grande. Al contrario, se senti sempre di non essere abbastanza bravo, continuerai a lavorare duramente per inseguire una sfuggevole perfezione. E questo è esattamente quello che anche Hara sostiene di aver cercato di insegnato al figlio.

A proposito della collaborazione con gli autori il sensei è uno dei pochi disegnatori di manga che ha lavorato disegnando storie ideate da qualcun altro, esperienza preziosa che gli ha insegnato a lavorare in team e capire dalle loro conversazioni se quello che stava facendo incontrava l’intento degli scrittori. Ma quando deve lavorare con un autore che non comprende cosa vuole fare, invece, non perde neanche tempo a cercare di andargli incontro perché tanto sa che non lo capisce. Per questo quando ha cominciato a lavorare su Hokuto no Ken, ha deciso di imporre la sua volontà dicendo che in quell’occasione avrebbe fatto come voleva lui o non lo avrebbe fatto. Inutile dire che ha avuto ragione.

L’obiettivo di Romita quando riceve la commissione di una storia ben scritta, piuttosto, è di renderla ancora più bella con i suoi disegni, qualcosa che afferma essere un lavoro difficile, dal momento che ci sono così tanti artisti più bravi di lui e sente di non riuscire a migliorare così velocemente da diventare un bravo storyteller con le sue immagini. Come già detto, questo lo spinge a continuare a lavorare e migliorare. E proprio quello è il fuoco che alimentare il suo lavoro.

Quello che spinge Hara a continuare, invece, è fare qualcosa e migliorare per i suoi lettori, che ama incontrare in occasioni come le convention. E a proposito dei lettori, Hara sostiene di essere una persona che si perde d’animo facilmente se riceve critiche, ma ha intorno delle persone fantastiche che lo supportano. Romita, invece, ha dovuto imparare a distinguere tra le critiche costruttive di un altro artista e quelle insensate dei social media.

Spostandosi su un aspetto più tecnico, veniamo a sapere che entrambi gli autori continuano a disegnare su carta con la matita piuttosto che usare la tavoletta grafica digitale. Ma mentre non c’è mai stato dubbio nella mente di Romita, per Hara tutto quello che può aiutarlo a risparmiare tempo è uno strumento utile. Purtroppo, dopo aver provato ad apprenderne l’utilizzo ha preferito tornare alla carta. Si è assicurato però che tutti i suoi collaboratori avessero un computer a disposizione, perché con il supporto digitale è possibile cancellare quante volte si vuole senza danneggiare il foglio. In questo modo, scherza il sensei ma forse neanche troppo, può dir loro quante volte vuole che cancellino e rifacciano fino ad ottenere il risultato ottenuto.

Da questo incontro tra menti creative emerge fortemente l’impressione di come i due artisti siano personalità simili ma diverse. Entrambi estremamente umili nel loro mestiere, ma mentre uno è mosso dal desiderio di raggiungere la perfezione, l’altro continua a guardare ai suoi colleghi e predecessori considerandosi impossibilitato a raggiungere il loro livello.

Mentre Romita afferma poi di essere un’infaticabile lavoratore che disegna senza sosta per giorni e giorni per rispettare le deadline, Hara si rivela un pigro procrastinatore che si mette al lavoro solo quando non può più evitarlo e, come dice scherzando, quando le deadline sono scadute.

Questo scambio tra disegnatori di mondi così distanti e diversi tra loro, oltre a manifestare il reciproco rispetto e omaggio, permette forse di rintracciare ed estrapolare lo spirito universale del fumetto, quei valori e temi che stanno alla base del medium e che lo rendono capace di parlare a un pubblico globale narrando storie che condividono gli stessi archetipi e lo stesso desiderio di comunicazione dei suoi artisti.

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