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Imparare il nutrimento della Madre

Breviario per riscoprire la propria alchimia interiore

Parla di Sciamanesimo e di Femminile Il risveglio della Grande Madre di Sonia Lamarca, parla di luna, lupi e lupe, cuore, nell’orizzonte muschiato della nostra riscoperta post covid dei boschi e dei luoghi più reconditi dove la Natura, anche dietro casa nostra, ha ancora un potere di guarigione autentico. In tempi di femminicidi perpetuati, sbandierati, analizzati al microscopio e sbattuti costantemente in prima pagina, ove mai mancasse l’ispirazione ai disagiati di ogni dove, c’è una potente invocazione alla riunione del Maschio e della Femmina, delle loro specifiche categorie sacre, sì, proprio l’uomo e la donna, non solo il proprio personale interiore aspetto animico maschile e femminile, come ci insegnano le migliori tecniche energetiche attuali, le costellazioni familiari in primis. Sciamanesimo, costellazioni, leggi biologiche, molti sono gli ambiti che fluiscono nel calderone del pur breve saggio, che, attraverso la suggestiva metafora delle stagioni, inneggia a un ottimismo radicale basato sui cicli della natura, volto alla trasformazione alchemica dell’anima individuale di ognuno di noi, sotto l’egida a tratti divorante, altri splendida, dell’archetipo della Grande Madre, per come è stato individuato e per come merita di venire riscoperto.

Ecco dunque l’Autunno, portatore di discesa interiore, unico possibile veicolo della necessaria mutazione del piombo interno in oro, dove la stessa dimensione del trauma ci insegna a leggere lo stesso come traghettatore di miglioramento, nel rovesciamento della vulgata usuale che ci spinge solo a temerne il ricordo. È qui che dolore, vergogna, confusione, confluiscono nelle tradizionali Opere… al nero, al bianco, al rosso che riaprirà a una dimensione sanata dell’amore, quello stesso amore che con angoscia diffusa nel nostro stesso albero genealogico sentivamo di avere perso. Si parla del lato ombra della Grande Madre come distruttrice, dei tanti modi sottili in cui ci prostituiamo per celare anche a noi stessi le ferite originarie, degli archetipi della Strega e del Guerriero ugualmente sofferenti perché schiacciati dal luogo comune storico di vittima e carnefice; si parla di depressione, nascita, mestruazioni, aborti, orgasmi, placente, imprinting di distacco, intimità, piacere, del vuoto che portiamo dentro, pornografia, assenze vendicative, punizioni inconsce, invocando il contatto con il bambino interno ferito di cisacuno, per assumerci finalmente, tutti, anche la responsabilità delle relazioni che creiamo.

Arriva dunque l’Inverno, inteso come rallentamento e gestazione, pianto, oscurità, ombra da integrare per evitare il divoramento altrui; si parla di chiaroveggenza con brividi di guarigione che guardano al 

Solstizio per rinascere. Tempo per tornare alla terra, concedersi concretamente la connessione con la natura; si cita apertamente la tradizione sciamanica, con le sue cerimonie di piante sacre, così ben narrate da Carlos Castaneda. Nella caduta del velo si impara a uccidere il genitore, perdonandolo attraverso un’accettazione compassionevole che ci libera.

Si giunge poi alla Primavera: tempo di rinascita ed espansione, che anche il processo del sostenere la Luce va imparato, ed è l’Equinozio di Primavera a dettare questa opportunità, tempo per ritrovare integra la Madre Buona, attraverso l’affinamento di un intuito primordiale che solo può permetterci di uscire dal ruolo di vittima. Tempo di riscoprire ed esercitare l’accoglienza, il nutrimento, l’integrazione, tempo per ritrovare unità con il collettivo, come la gratitudine per i doni familiari che inevitabilmente abbiamo comunque ricevuto; chiave per una sincera evoluzione nelle proprie dinamiche relazionali, attraverso l’onestà verso se stessi e gli altri, l’ascolto profondo del proprio bisogno spesso ferito e di quello altrui, la riscoperta di una sacralità del sesso che rivela la sua potenza di guarire, alleggerire, sciogliere.

L’Estate dichiara infine il trionfo della Maturazione come manifestazione. Nel suo pieno fulgore si rivela la massima divinità nella Unione sacra tra anime in cammino, oneste sul proprio tracciato interno e genealogico. In questo spazio si sperimentano, finalmente contenibili, vibrazioni elevatissime, perché è tempo ove la Luce può rivelarsi senza paura. L’inconscio può emergere alla superficie senza vedere in azione il suo potenziale distruttivo sepolto, abitare liberamente gli specchi d’acqua, i luoghi di potere, celebrando in Benedizione la missione specifica ereditata dal lignaggio, per aprire un ciclo nuovo. 

Il Fare Anima hillmaniano si manifesta in tutta la sua pienezza, in questa unione mistica di urgenze contemporanee e saggezza antica. La disperata ricerca di amore che ci scuote da sempre ritrova la madre sommersa, sprofonda tra i suoi seni e genera nuova vita.

Gli argomenti in sé non sono elaborazioni del tutto originali ma il loro assemblarsi racchiude una infinità di spunti preziosi ai nostri giorni, come in tutte le pubblicazioni di Spazio Interiore avviene, consigliata la lettura e l’esperienza ivi contenuta.

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