Il classico film, con sceneggiatura di William Arthur Rose, arriva sul palco del Teatro Quirino in una forma senza tempo e immediatamente riconoscibile
July Drayton, la giovane figlia del direttore di un giornale e della curatrice di una galleria d’arte, porta a casa a sorpresa il suo nuovo fidanzato e futuro marito. Nonostante la differenza d’età, John Prentice è un partito accattivante; medico, dai modi raffinatissimi, e in procinto di ottenere una posizione di rilievo presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Eppure Matt e Christina, i genitori di July, non sono convinti dell’unione: la famiglia è bianca, e il dottor Prentice è nero.
Non che i Drayton abbiano idee suprematiste, tutt’altro: sono fermi liberali, sostenitori dei sermoni di Martin Luther King, annebbiati da pregiudizi determinati dal privilegio, e preoccupati delle difficoltà che una coppia mista potrebbe affrontare. Sentimenti condivisi anche da Tilly, la schietta domestica di casa Drayton, nonché dai genitori di John, una coppia di umili origini in arrivo a sorpresa per cena, pure non informati dal figlio che la potenziale nuora è bianca.
Arrivato nei cinema statunitensi alla fine del 1967, il film di Stanley Kramer sceneggiato da William Arthur Rose Indovina chi viene a cena è uno dei primi a Hollywood a mostrare in luce positiva l’amore tra persone di etnia diversa. Ancor di più, in una visione all’avanguardia anche per l’epoca, il copione decide di evitare critiche troppo smaccate al razzismo aperto, alla supremazia, a chi grida odio con fierezza, per puntare i riflettori a un male altrettanto insidioso. Il razzismo benevolo, celato, garbato, di chi è contrario alle crudeltà più smaccate ma preferisce avere certe cose lontano da casa e dalla famiglia. In più e in meglio è un dramma generazionale, collocato nella sua epoca attraverso gli sguardi distinti delle tre coppie di personaggi e degli elementi che le circondano: la domestica Tilly e il leggero ma fermo reverendo Ryan. Perché anche in un mondo che cambia per il meglio, non è mai facile dimenticare il peggio passato.
Tutti questi aspetti sono ben consapevoli al pubblico che si presenta al teatro Quirino per assistere alla rappresentazione di “Indovina chi viene a cena” diretta da Guglielmo Ferro, adattato da Mario Scaletta. Nonostante gli aspetti precisamente incuneati agli anni sessanta siano stati limati – eccetto un’efficace colonna sonora carica di mostri sacri quali Marvin Gaye e James Brown – rimane vivo il fulcro del copione, presentato con franchezza e in modo diretto. Sono consapevoli che la storia è ben conosciuta, e non intendono fingere che non lo sia: è un racconto da seguire tutti insieme, riconoscendo e ricordando, ma anche riflettendo.
Il cast è in forma perfetta, ricco di carattere ed energia. Federico Lima Roque dona al suo John Prentice una dignità e un’eleganza ben proporzionali all’originale di Sydney Poitier, con un carismatico timbro vocale e un ottimo equilibrio tra il romanticismo e il peso della professione e dell’età. Ottima anche la prima impressione con Fatima Romina Ali, nei panni della domestica Tillie, carica di spirito e di energia dall’inizio alla fine; e con l’arrivo sul palco di Mario Scaletta, Padre Ryan, l’equilibrio tra la leggerezza del quotidiano e la delicatezza del tema trattato raggiunge la sua chimica ideale. La scenografia d’epoca, un unico set che rimane invariato per tutta la serata, è graziosa e atmosferica, come anche i costumi dei personaggi – notevole il contrasto tra Christina e la signora Prentice, che più di tutti riflette le differenze sociali delle signore.
Rappresentare oggi sul palco “Indovina chi viene a cena” richiede precisione e controllo, in modo da non creare un copione ridondante o moralistico. E non è quello che accade al Quirino, con una rappresentazione coinvolgente e sempre viva che riporta in vita un racconto ben noto senza manierismi ed eccessi. Un piacere.
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Indovina chi viene a cena – Regia: Guglielmo Ferro – Sceneggiatura di William Arthur Rose – Adattamento Mario Scaletta – Con Cesare Bocci, Vittoria Belvedere, Elvira Cammarone, Mario Scaletta, Thilina Pietro Feminò, Ira Noemi Fronten, Federico Lima Roque, Fatima Romina Alì – – Scenografia: Fabiana di Marco – Costumi: Graziella Pera – Musiche: Massimiliano Pace – Acast Produzioni – teatro Quirino, dal 14 al 26 ottobre.





