A 91 anni ci lascia la celebre primatologa Jane Goodall, colei che abbracciava gli scimpanzé e che ha rivoluzionato l’etologia moderna con le sue scoperte, portando a un nuovo modo di vedere e considerare tutti gli animali
Un cuore che batteva per tutti, compresi animali e piante. Jane Goodall (1934-2025) era empatia, sensibilità e saggezza. Un’intelligenza la sua che andava oltre gli studi e la razionalità. Era quella conoscenza che nasce dall’intuito e da un paziente ascolto dell’altro. Fin dall’infanzia si sentiva profondamente legata al regno animale, in particolare a quello dei cani, che successivamente riconobbe come suoi primi maestri di vita, fondamentali per la comprensione della complessità e della bellezza di relazioni sociali autentiche basate sull’affetto e sulla fiducia reciproca.
Primatologa ed etologa formatasi sul campo, quando giovanissima e senza studi universitari fu assunta dal paleoantropologo inglese Louis Leakey per osservare il comportamento degli scimpanzé in Tanzania nel Parco Nazionale del Gombe Stream. Jane Goodall chiarì al mondo che il confine tra umanità e animalità è molto più sfumato di quanto si pensi. Osservando presto l’uso praticato dagli scimpanzé di strumenti e utensili finalizzati a ottenere un risultato, capacità fino ad allora attribuita solo all’essere umano, cambiò il mondo dell’etologia, la scienza che studia il comportamento animale, tanto che Leakey sorpreso affermò “ora dobbiamo ridefinire l’uomo, ridefinire lo strumento, o accettare gli scimpanzé come umani”.

La dedizione e capacità osservativa di Jane Goodall la portò a cogliere sempre più aspetti del comportamento degli animali e del loro apprendimento sociale e pose le basi per un nuovo modo di pensarli che trovò riscontro in filosofi come Tom Regan. Jane individuò strutture sociali complesse ed emozioni articolate, nonché un elemento basico, la capacità di provare dolore.
“Certamente non siamo gli unici animali che vivono l’esperienza del dolore e della sofferenza. In altre parole, non c’è una linea netta tra l’animale uomo e il resto del regno animale. È una linea indistinta e lo sarà sempre…”. Esseri senzienti con una propria dignità. Per chi ha sensibilità verso l’argomento sembrerà assurdo pensare che ci sia bisogno di dimostrarlo, di ribadirlo, eppure non è affatto così scontato, neanche oggigiorno in realtà, basti pensare che fino a pochissimi anni fa nel nostro codice civile gli animali erano classificati come beni mobili, alla stregua di oggetti di proprietà.
Jane Goodall si oppose fermamente alle deforestazioni, fu attivista per l’ambiente e per la tutela della biodiversità, arrivando a esprimersi contro la sperimentazione animale. Fondò il Jane Goodall Institute per adempiere a tutte queste missioni ed educare le nuove generazioni. Scrisse numerosissimi libri e saggi, divulgativi e scientifici. Fu pioniera ed esempio. Con lei abbiamo perso una delle più grandi personalità viventi, sempre attiva, anche in questi ultimi giorni nei quali stava partecipando a un ciclo di conferenze e convegni. Permetteteci ora di concludere questo articolo rivolgendoci per un attimo direttamente a lei, come se potesse sentirci.

Jane grazie per tutto. Ci hai insegnato a vedere negli occhi dell’altro noi stessi. Hai dato un esempio di empatia, rispetto e lealtà. Hai spianato la strada per una scienza che veda davvero gli animali come esseri senzienti complessi. Sei stata, e continuerai a essere, un faro di speranza nella notte di questi tempi oscuri. Hai creduto nella bellezza dell’essere umano, nella sua capacità di amare, prodigarsi per l’altro e cambiare le cose in meglio. Prima eri un fiore, bellissimo e accogliente, oggi sei una stella, lontana e sfuggente, come un ideale che illumina il cammino passo dopo passo. Sei ancora qui, nei nostri cuori e nel maestoso incanto della natura. Ogni volta che incroceremo uno sguardo animale sfioreremo il respiro del tuo spirito gentile e, se non è già così, tu ci aiuterai a guardare quegli occhi immensi, pieni di vita, intelligenza e sensibilità, nel modo in cui li guardavi tu.