Un percorso-spettacolo tra parole luoghi e memoria
A chiusura del Festival in una notte d’estate – percorsi: L’architettura della parola tra la Natura e l’Altro, il 27 settembre è andato in scena a Genova, nel suggestivo Chiostro di San Matteo e lungo le vie del Sestiere della Maddalena, un percorso-spettacolo ispirato a La regina disadorna di Maurizio Maggiani. Un evento ideato da Daniela Ardini e prodotto da Lunaria Teatro.
Il romanzo di Maggiani, una favola storica ambientata nei primi decenni del Novecento, racconta un’epoca sospesa tra mito e realtà, in cui il porto di Genova diventa scenario epico di uomini e donne, lavoro e passioni, lingue e destini. Lo spettacolo ne ha scelto i frammenti maggiormente legati al cuore pulsante della città, trasformando la Maddalena in un palcoscenico diffuso.
Guida di questo viaggio è stata Michela Ceccarini, presidente dell’Associazione Nazionale Guide Turistiche – sezione Liguria, che ha condotto il pubblico con grande passione e professionalità dal Chiostro di San Matteo attraverso tutte le tappe del percorso, facendo scoprire dettagli e bellezze storiche ed estetiche della nostra città, che hanno dialogato in modo naturale con la narrazione teatrale. Il pubblico si è mosso come un unico gruppo attraverso chiostri, vicoli e palazzi, condividendo il racconto passo dopo passo.
Ad accogliere i partecipanti nel Chiostro di San Matteo è Vittorio Ristagno. Le sue parole danno vita alla figura di Paride, detto “o’ Valentin”: giovane e avvenente camallo destinato a diventare compagno di Sascia, figlia di Alberico, sardo approdato a Genova in fuga dalla giustizia. Si è subito proiettati nei primi anni del Novecento, tra i lavoratori del porto e le donne che ne condividevano la quotidianità più dura, incarnati con energia dal gruppo dei partecipanti ai laboratori guidati da Anna Nicora.
Il cammino prosegue tra i vicoli, passo dopo passo con lo sguardo rivolto alle architetture antiche, fino a raggiungere Piazzetta Cambiaso e il TiQu – Teatro Internazionale di Quartiere, realtà nata per dare nuova vita a spazi abbandonati e divenuta oggi punto di riferimento per la creatività cittadina. Qui si incontra Luigi del Duca, detto Giggi “o’ strassè”, detto “o’ trafegun”, detto persino “il Duca di Mantova”: personaggio sfaccettato e contraddittorio, reso con bravura da Andrea Benfante, capace di passare dall’avidità e dal piglio affaristico del mediatore al portamento elegante del capo claque del Teatro Carlo Felice.
L’ultima tappa conduce al Palazzo Spinola, oggi sede dei Musei Nazionali di Genova. Nelle sue splendide sale prende corpo La Combattuta, Altare Maria, amante di Luigi del Duca, colei che con la sua passione travolgente porterà alla rovina del giovane Paride. Una donna segnata dalla durezza della vita e dalla forza dell’amore, interpretata con solida intensità da Carola Stagnaro. Il pubblico è accompagnato, tra scaloni e sale, da Erminio “o’ Guerso”, zio di Paride e portiere del Principe Andrade che abitava il palazzo: un personaggio reso da Paolo Drago con leggerezza e ironia, capace di stabilire un dialogo diretto e caloroso con gli spettatori.
Fil rouge del percorso è un’opera d’arte: l’Ecce Homo di Antonello da Messina, conservato proprio a Palazzo Spinola. Non un semplice “finale”, ma un’immagine che attraversa sotterraneamente l’intera narrazione. Quel volto di Cristo, ferito e fragile, sembra richiamare l’umanità dolente dei personaggi di Maggiani, uomini e donne piegati dalla vita ma capaci di trasformare la sofferenza in resistenza e in racconto. È il punto di contatto tra la grande Storia e le storie minori, tra il mito e la concretezza del quotidiano: un invito a “vedere l’uomo” dietro ogni vicenda.
Il titolo stesso, La regina disadorna, offre un’ulteriore chiave di lettura. La “regina” non è una sovrana reale, ma un simbolo di dignità e forza interiore che emerge nei personaggi e nella città: donne e uomini comuni che affrontano il porto, il lavoro, le passioni e le ferite della vita. “Disadorna” suggerisce una nobiltà senza ornamenti, un’autorità morale che non ha bisogno di ricchezze o decori per manifestarsi: è la grandezza che si misura nella resistenza quotidiana, nelle scelte, nell’amore e nella memoria. In questo senso, il romanzo e lo spettacolo ci ricordano che la regalità vera si cela spesso dietro l’umile e il quotidiano, tra i vicoli della Maddalena come tra le pieghe dell’animo umano.
Lo spettacolo si è rivelato un invito a perdersi e a ritrovarsi nei vicoli della Maddalena, lasciandosi guidare dalle parole di Maggiani e dalle voci degli attori. Per chi non conosce il romanzo, è l’occasione per scoprire un universo narrativo potente, che chiede di essere letto e approfondito. Per chi invece lo ha già incontrato sulla pagina, la possibilità di attraversarne i luoghi reali rende l’esperienza ancora più intensa. In ogni caso, una serata magica: un esempio di come Teatro e città possano fondersi in un unico respiro.
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La regina disadorna – dal romanzo di Maurizio Maggiani – con Vittorio Ristagno, Carola Stagnaro, Andrea Benfante e Paolo Drago – con i partecipanti al laboratori per non professionisti curato da Anna Nicora
ideazione Daniela Ardini – produzione Lunaria Teatro – Chiostro San Matteo Genova 27 settembre 2025





